Prima di stanziare il contributo di 6 milioni il Consiglio di Stato chiede garanzie: la copertura di eventuali superamenti di spesa del progetto, l'assunzione a tempo indeterminato dei deficit di gestione e un finanziamento ricorrente delle attività
BELLINZONA/LOCARNO – Palacinema: calma e gesso. Il modo di dire, che ha origine dal gioco del biliardo (il gessetto viene strofinato sulla punta della stecca prima dei tiri importanti) si applica perfettamente alla posizione che il Consiglio di Stato ha comunicato a fine novembre al Municipio di Locarno. Una posizione improntata alla cautela in merito alla concessione del contributo di 6 milioni di franchi per la costruzione del contestato progetto nell’ex edificio delle scuole comunali.
Una doccia fredda, che smorza gli entusiasmi manifestati dopo il fallimento del referendum contro il credito votato dal Consiglio comunale e il preavviso favorevole alla licenza edilizia da parte del Cantone.
Va ricordato, per inquadrare il tema, che il Consiglio comunale approvò a inizio settembre un credito di 32 milioni, 6 dei quali sarebbero a carico della Città, 6 del Cantone, 10 della fondazione Stella Chiara, 5 dei comuni del Locarnese e altrettanti del settore turistico.
Ma al Consiglio di Stato questo non basta: ritiene che, considerate le attuali garanzie finanziarie a disposizione e il business plan scelto da Locarno, “il sostegno cantonale sia possibile unicamente qualora la Città si impegni formalmente a garantire la copertura finanziaria di eventuali sorpassi di spesa per la realizzazione del Palazzo del cinema, l’assunzione a tempo indeterminato di eventuali deficit di gestione dalla PalaCinema SA, nonché un congruo sostegno finanziario annuale ricorrente per le attività culturali e formative”.
Il Governo chiede inoltre al Municipio ulteriori approfondimenti sia sui contenuti della futura Casa del cinema (elaborati dall’ex direttore del Festival, Marco Müller) sia sui finanziamenti.
“Riteniamo opportuno che il Municipio richieda agli attori principali (Università e Supsi) un’adesione di principio al progetto e la disponibilità a partecipare alla sua concretizzazione a medio termine. Una conferma in tal senso mitigherebbe la discrepanza tra la visione del signor Müller e le conclusioni dello studio elaborato dalla Supsi durante l’estate del 2013 relativo ai potenziali di sviluppo di attività formative presso il Palazzo del cinema”.
Studio secondo il quale, precisa il Governo, le possibilità di sviluppo sarebbero limitate.
Inoltre, la visione di Müller prevede un mix di attività a reddito e no profit. “Vi invitiamo – scrive il Consiglio di Stato – a effettuare una scelta oculata in merito a queste proposte che, se adottata collettivamente, da una parte non troverebbero posto fisico negli spazi a disposizione e dall’altra implicherebbero oneri finanziari annuali di svariati milioni”.
Il Governo chiede anche al Municipio di ottenere dal Conservatorio di scienze audiovisive (CISA) la conferma definitiva della disponibilità a trasferire a Locarno le proprie attività: “La presa di posizione del CISA deve inoltre confermare la corrispondenza tra gli spazi a disposizione nel futuro Palazzo del cinema con le proprie esigenze e la disponibilità a corrispondere il canone d’affitto” previsto nel business plan.
Altri chiarimenti riguardano la governance della struttura: in particolare la distinzione di compiti gestionali tra la società PalaCinema e l’amministrazione comunale, “con relativa quantificazione e separazione dei costi. Sempre in quest’ambito si inserisce la necessità di specificare come si intende gestire operativamente, e con quali coperture finanziarie, le attività culturali, formative e gli altri contenuti”. In assenza di un impegno finanziario formale e ricorrente da parte degli enti locali, aggiunge il Governo, “risulta difficile dimostrare la fattibilità e la sostenibilità di tali contenuti”.
Quando riceveremo garanzie e documentazioni, conclude il Governo, procederemo all'allestimento delle basi decisionali di nostra competenza. "A questo riguardo vi rendiamo attenti sulle disposizioni della legge sui sussidi cantonali relative alla computabilità delle spese".
emmebi