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Cronaca
13.12.2013 - 07:570
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Alcol e giovani: sempre più ricoveri per coma etilico

Da Radix confermano: “Sempre più ragazzi bevono grandi quantità di alcolici mischiati a bevande che ne coprano il sapore come succhi per arrivare a perdere immediatamente il controllo"

LUGANO – “Il dato è dei più sconfortanti. Sempre più giovani e giovanissimi abusano di alcol. L’abuso è in crescita costante e non accenna a diminuire. Addirittura si segnalano sempre più casi di situazioni estreme in cui questi vengono ricoverati in stato di coma etilico. La preoccupazione è massima e da più parti si invocano interventi per cercare di capire e arginare il fenomeno”.

Motivava così il deputato Orlando Del Don in un’interrogazione parlamentare, controfirmata da tutto il Gruppo UDC, depositata lunedì e in cui si chiede al Consiglio di Stato cosa è stato fatto, cosa si fa e cosa si farà per monitorare, spiegare e arginare questo preoccupante fenomeno in Ticino.

Fra le preoccupate constatazioni dell’interrogazione di Del Don anche quella che “questo fenomeno, che tocca anche altri Cantoni e Stati, sembrerebbe essere una tendenza generale”: sempre più minorenni vengono ricoverati per coma etilico.

E per quanto riguarda i giovani ticinesi, “il fenomeno è davvero purtroppo in aumento”, come conferma Vincenza Guarnaccia, collaboratrice di Radix che si occupa dei progetti di promozione della salute e prevenzione nelle scuole. “Bere grandi quantità di alcolici mischiate a bevande che ne coprano il sapore come succhi per arrivare a perdere immediatamente il controllo di sé, è una realtà sempre più presente fra giovani e giovanissimi”.

“Una vera e propria abbuffata di alcol – continua – in cui si beve il più possibile e nel più breve tempo possibile che può portare poi al coma etilico, perché bevendo così in fretta il corpo non ha tempo per smaltire e gli effetti dell’alcol si sentono quando ormai si è già ubriachi. Data la giovane età poi, i ragazzi non sanno ancora quali sono i loro limiti e i pericoli in cui incorrono. Questo è un altro fattore che aumenta il rischio di coma etilico”.

Il binomio giovani e alcol però non è certamente un fenomeno recente, l’approcciarsi a sostanze come fumo o alcolici, oggi come un tempo, ha ancora molto a che vedere col volersi sentire più grandi, con la sperimentazione di qualcosa che è proibito e anche con la pressione del gruppo di coetanei che porta questi comportamenti. Ma a essere cambiate, e a preoccupare maggiormente, come spiega ancora Guarnaccia, sono le modalità in cui ora avviene: “Il rischiare, la ricerca della sfida, ha sempre fatto parte della crescita. A preoccupare è però il modo. Ora non è più il bere in compagnia, ma è la ricerca del perdersi, dello stordirsi. Il bere proprio con l’intento di arrivare all’ubriachezza. E questo ha portato all’altro grande e preoccupante cambiamento: oggi c’è infatti un accesso più precoce ai super alcolici che permettono di raggiungere lo scopo con minor tempo e quantità rispetto alla birra per esempio”.

“Bisogna chiarire però – aggiunge – che il fenomeno è sì più preoccupante, ma per le modalità con cui i giovani si approcciano all’uso-abuso di super alcolici. Numericamente, continua a riguardare invece ancora una minima parte dei ragazzi. La maggior parte dei minorenni fa i 15 e i 16 anni in realtà non consumano nemmeno alcolici e soprattutto non in queste modalità. Magari provano l’esperienza, ma poi tutto finisce lì, in rari casi si sfocia nel consumo abusivo. È chiaro che preoccupino e attirino di più l’attenzione gli altri, ma bisogna tenere a mente e rafforzare chi non ha questo tipo di comportamento”.

Anche perché, aggiunge passando ai motivi che spingono i ragazzi a bere in questo modo, “i messaggi che arrivano a noi come ai ragazzi ora sono sempre più legati al doversi divertire a ogni costo e danno l’immagine di una società dove se non sei ‘fuori’, non c’è divertimento e dove c’è divertimento c’è sempre di mezzo l’alcol. Sono messaggi questi che si legano poi al consumo di tutte le sostanze in generale e portano anche all’uso dell’alcol come stupefacente. Chiaro poi che il settore degli alcolici ha individuato un grande mercato nei giovani, come era il caso con la messa in commercio degli alcolpop, bibite dolci che nascondono il sapore dell’alcol e invogliano a cominciare a bere. Ora è stato aumentato il loro costo e il consumo è diminuito, ma si ha comunque il mischiare superalcolici con succhi”.

Infine è sempre difficile far capire il perché l’alcol sia vietato sotto i diciotto anni, racconta ancora Guarnaccia, “è una sostanza molto presente e che fa parte della nostra cultura. Quello che si cerca di fare è di renderli consapevoli dei pericoli legati a questo comportamento, quanto il bere velocemente può creare problemi. È inutile parlare di un discorso di dipendenza, si cerca di sensibilizzarli sui rischi immediati, sottolineando il fattore di protezione della gioventù, proprio per l’incapacità di gestire una sostanza come alcol”.

“Soprattutto – conclude – quello che cerchiamo di fare quando andiamo nelle scuole è non essere solo adulti che portano informazioni e ammonimenti, ma coinvolgere i ragazzi e farli discutere sui motivi che li portano a bere in questo modo, come il farsi trascinare dal gruppo, il volersi sentire grandi e si affronta quindi il problema del saper dire di no, del mantenere la propria opinione senza farsi influenzare. Esce poi spesso il fattore ‘bevo per divertirmi’ e allora si fa parlare loro sul perché sia così, se non ci siano altri modi per riuscire a divertirsi con gli amici. Si cerca insomma, con la discussione, di renderli attivi e partecipativi nelle azioni di prevenzione che noi attuiamo e di portarli così a una maggiore consapevolezza”.

 

 

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