Vitta: “Un chiaro segnale è stato lanciato affinché qualcosa cambi in seno all’UE”. Rusconi: “Cambia tutto senza cambiare niente”. Savoia: “Nessuna modifica nel Governo dell’Unione”
BELLINZONA – Letture diverse, anche di molto. Se tutti riconoscono l’avanzata dei partiti cosiddetti euroscettici, in particolare in Francia e Gran Bretagna, non tutti le danno lo stesso peso, non tanto in chiave simbolica, quanto politica. Tra chi vede un clima sempre più ostile a Bruxelles e chi invece l’opportunità di nuove politiche lontane dall’austerità non potevano mancare i riferimenti allo storico risultato italiano di Renzi.
Ecco le reazioni ticinesi che abbiamo raccolto, con un occhio di riguardo sui potenziali riflessi del voto europeo sulla politica svizzera.
Beltraminelli
Il ministro della sanità e della socialità affida ai social network il suo stringato pensiero: “Brusca frenata in Europa, vittima della grave crisi. Trionfo dei partiti euroscettici quasi ovunque, in Italia sbanca Renzi, unico paese senza terremoti la Germania. I popolari governeranno in un clima totalmente diverso.”
Lurati
Il presidente socialista, da noi raggiunto, guarda in particolare all’Italia e al successo della sinistra di Renzi: “Io mi rifaccio più che altro al voto italiano, un voto che ha sconfessato tutti i pronostici di fallimento dell’Italia, auspicato dalla Lega nostrana come da altri partiti. Bisognerà ora capire come sfrutterà questo capitale Renzi, sia internamente che a livello europeo, visto che promette un’apertura e un cambiamento sulle politiche di austerità, che potrebbe giovare all’Europa e fare uscire l’Italia dalla profonda crisi che l’ha travolta”
Sull’avanzata dei partiti euroscettici Lurati bada ai numeri e alla concretezza politica: “Ci sono delle situazioni molto variegate in Europa, ma è chiaro che i partiti che vorrebbero demolire l’Europa non hanno i numeri per riuscire a farlo. La solidità della struttura rimane dunque garantita da due partiti che euroscettici non sono (PPE e PSE ndr) e che hanno conquistato il “grosso” dei voti. Io mi auguro che quest’Europa cambi smettendo di strangolare i paesi che hanno difficoltà interne e avendo maggiore attenzione su disoccupazione giovanile e rilancio economico che serva a tutti e non solo alla finanza.”
“Cosa cambierà nei rapporti con la Svizzera? È probabile che il programma di rientro dei capitali continuerà, non resta dunque che renderci conto che dobbiamo e dovremo operare nel settore bancario con le nostre competenze e non più favorendo l’occultazione di capitali a scopo di evasione fiscale” conclude il presidente del PS.
Quadri
Anche il Consigliere nazionale leghista affida il suo pensiero al social network, riportando in particolare l’esito del voto nella dimensione svizzera, come monito a chi vorrebbe avvicinarsi all’UE: “Anche per la Svizzera il voto europeo ed il trionfo degli "euroscettici" è di grande importanza. Esso segna infatti un’ulteriore batosta, che si aggiunge a quella del 9 febbraio, ai nostrani fautori del disastroso avvicinamento all’Unione europea.”
“Una sonora sconfitta – continua Quadri –, dunque, per i fautori di scriteriate “aperture all’UE”, per gli spalancatori di frontiere, per i demolitori della nostra identità, delle nostre tradizioni e delle nostre specificità. Per coloro che vorrebbero imporci il diritto europeo e addirittura l’adesione ad un’ Unione sempre più malvista e screditata all’interno degli stessi Stati membri. Un messaggio chiaro è stato inviato anche ad un Consiglio federale dall’arrendevolezza scandalosa, che conduce, contro il volere della popolazione, una strisciante politica (?) di sottomissione a Bruxelles; e crede di poterla giustificare con il falso e patetico mantra del ‘bisogna adeguarsi’.”
Savoia
Questa la lettura del voto europeo che ci dà il coordinatore dei Verdi: “C'è indubbiamente una grossa affermazione dei partiti euroscettici in più di un Paese importante. Purtroppo questo non modificherà il Governo dell'Unione. Tuttavia penso che il segnale di cambiamento dovrà in qualche modo essere recepito. Non dimentichiamo che partiti di sinistra come Tsipras e lo stesso Renzi non sono di certo dei sostenitori della politica della Troika.”
Sull’Italia: “Per quanto riguarda il voto italiano credo che abbiamo assistito all'atto di nascita della nuova Democrazia cristiana. Come una volta per paura del comunismo vi era il soccorso esterno ai democristiani, oggi per paura del Movimento Cinque stelle c'è stato il soccorso a al PD. La campagna di Grillo ha spaventato l'elettorato moderato. Lo stesso Berlusconi, negli ultimi giorni, aveva sostanzialemnte invitato a votare tutti ma non i grillini. I Cinque Stelle hanno comunque conquistato oltre il 20% degli elettori con un programma marcatamente euroscettico. Non è proprio un risultato da sottovalutare. È chiaro però che hanno fatto degli errori e devono cambiare. Soltanto con i vaffa-Day non si riesce ad ampliare l'elettorato. Ma il più grande elemento di debolezza secondo me riguarda la rigidità sulle alleanze: in un sistema proporzionale non puoi continuare a dire di volere il 51% per governare. Devi al contrario imparare a dialogare con i tuoi avversari, senza pensare che gli altri sono tutti deficienti.”
Infine, sui rapporti Berna-Bruxelles: “Per quanto riguarda i rapporti tra Svizzera ed Europa penso che dopo il voto di ieri quanto meno non peggioreranno. Ma le questioni che abbiamo in ballo penso che potranno essere risolte più sul piano tecnico che politico" conclude Savoia
Vitta
Il capogruppo in parlamento dei liberali legge il voto europeo come una chiara richiesta di cambiamento: “Si conferma quanto si prevedeva alla vigilia: un chiaro segnale è stato lanciato da più paesi affinché qualcosa cambi in seno all’UE. Gli euroscettici sono in crescita, e in alcuni casi in modo clamoroso come in Francia: è un segnale che deve arrivare a Bruxelles e che deve probabilmente tendere verso un modello simile a quello svizzero. Penso a una federazione di nazioni che riescono a dare un po’ di identità a questo costrutto che oggi è molto lontano dal sentimento della popolazione, la famosa Europa dei tecnocrati e burocrati.”
“Quanto influenzeranno la politica questi partiti? I meccanismi quasi automatici legati al sistema burocratico non cambieranno perché sono entrati nuovi partiti in parlamento, la macchina va avanti per moto proprio, ma è chiaro che il se il segnale politico viene recepito dei correttivi possono e devono essere applicati”.
Infine, sui riflessi elvetici del voto, Vitta non prevede grandi cambiamenti: “Non credo che il voto cambi qualcosa concretamente per la Svizzera, però è un’ulteriore prova e testimonianza che chi ventilava o vorrebbe un’adesione svizzera all’UE è sulla strada sbagliata, il voto popolare sarebbe più che chiaro.”
Rusconi
Sul voto europeo il Consigliere nazionale Udc non si sbilancia troppo, concedendo 1 anno al risultato per farsi realmente sentire: “Al momento lo definirei un voto "gattopardesco" che cambia tutto senza cambiare niente. Popolari e socialisti, infatti, mantengono la maggioranza nel Parlamento senza tuttavia, salvo i casi di Germania e Italia, essere i partiti guida nei Paesi principali. Ma il voto di ieri certo cambierà le dinamiche interne di alcune nazioni chiave, su tutti la Francia e la Gran Bretagna. Questi cambiamenti sul lungo potrebbero produrre anche delle novità sul piano continentale. Ad esempio credo che a questo punto il referendum più volte annunciato in Gran Bretagna per decidere se uscire o meno dall'UE non potrà più essere rinviato. Così come di certo dovrà cambiare la politica francese verso l'Europa. Credo che l'onda lunga di questo risultato mostrerà i suoi risultati nel giro di un anno".
Sull’avanzata degli euroscettici, ma anche di chi a sinistra a criticato le politiche europee e ha raccolto successo, Rusconi è chiaro: “Il voto di ieri è un grosso grido di democrazia da parte dei cittadini europei, in una delle rare occasioni in cui sono stati chiamati ad esprimersi. Gli elettori chiedono con forza di essere partecipi della Costruzione europea e non più spettatori che delegano ai rispettivi parlamenti. Si può passare sulla testa dei cittadini fino a un certo punto, ma prima o poi la reazione popolare arriva. A destra come a sinistra, e qui penso a Tsiras e a Renzi, hanno vinto i leader e le forze politiche che hanno criticato il percorso europeo degli ultimi anni promettendo una svolta. Credo che i popolari e i socialisti europei dovranno dimostrare saggezza nel comprendere il voto popolare, ammorbidendo molte delle loro rigidità. Altrimenti rischiano davvero di essere spazzati via presto o tardi.”
"Nell'immediato – conclude il deputato Udc – per la Svizzera non credo cambierà molto. Ma se l'onda lunga di cui parlavo prima dovesse effettivamente realizzarsi, è chiaro che il nostro Paese verrebbe visto come un faro. Noi siamo stati capaci di scelte autonome e vediamo come molti dei partiti che hanno difeso il voto del nostro Paese il 9 febbraio abbiano trionfato: in Francia, In Gran Bretagna, in Austria, eccetera. Un altro dato importante per la Svizzera è il successo di Renzi: ora almeno sappiamo che abbiamo un partner forte rappresentato da un Governo destinato a durare e dunque con maggiori possibilità di concludere una trattative".
dielle/AELLE