Rusconi come Cassandra lancia l'allarme sulla situazione politica ed economica: "Il caos può già scoppiare nel 2016. La finanza continua a comandare il Mondo e ha speculato sui soldi immessi per rilanciare l'economia. Il mercato è dopato"
Pierre Rusconi, oggi sul Corriere del Ticino, ha scritto un articolo dai toni apocalittici sul futuro dell'economia e della politica mondiale. Può spiegarci, come lo spiegherebbe all'uomo della strada, che cosa sta succedendo dal profilo finanziario?
"In sostanza tutti i dati che escono dalle varie economie non fanno altro che dimostrare che la situazione non migliora. E questo nonostante i tentativi delle banche nazionali di risollevare i consumi utilizzando tutti gli strumenti a loro disposizione, dai tassi di interesse alle immissioni di denaro. Ma i risultati, come detto, non collimano con le aspettative. I numeri sono sempre più recessivi. E tutto questo sta durando da cinque anni. Non si può andare avanti così ancora a lungo perché gli strumenti utilizzati dalle banche centrali avranno presto una fine. Basta citare l'esempio della BNS che è passata in depositi di valuta estera a sostegno del franco da 50 a 550 miliardi negli ultimi 10 anni".
Anche la nostra Banca Nazionale è in pericolo?
"È comunque sull'orlo di un baratro. Se la cosa esplode assisteremo a una pesantissima svalutazione delle riserve, perché il denaro che abbiamo acquistato oggi è solo carta. Rischiamo di mettere a bilancio delle perdite miliardarie che andranno a scapito di tutti, sia nel pubblico che nel privato: confederazione, cantone, comuni ed economia in generale".
Come dicevano alcuni nel 2008, perdoni il francesismo, siamo seduti su una montagna di merda?
"Siamo seduti su una montagna di carta senza valore. E questo si osserva bene nelle valutazioni delle monete. Anche in Svizzera si fa fatica a tenere il franco a 1,10. Gli Stati Uniti sono debitori verso la Cina per più di mille miliardi. Quindi, ripeto, stiamo vivendo seduti su un mondo di carta che non ha prodotto nessun rilancio economico ma solo speculazioni borsistiche. E, come sempre, di questo tipo di situazione ne beneficiano pochissimi a danno di moltissimi".
Ci spiega meglio il passaggio sulle speculazioni borsistiche?
"I soldi immessi dalle banche nazionali per rilanciare l'economia non sono arrivati alle aziende che producono e si sono fermati alla finanza che li ha utilizzati in modo speculativo. Allo stesso modo in cui è stato fatto con i subprime nel 2008. Né più, né meno. Si sono gonfiate le borse attraverso un mercato dopato, creando così un'altra bolla".
Una bolla più grave o meno grave rispetto a quella già esplosa nel 2008?
"È più grave. Allora ci si è trovati con la sorpresa, cercando a livello mondiale di correre ai ripari anche con gli strumenti di cui parlavamo prima. I Paesi emergenti sei anni fa ne erano rimasti fuori ora, mentre oggi ne sono pienamente coinvolti. Hanno creato un mostro peggiore di quello del 2008. A questo va sommata la situazione politica che è degenerata. Cito solo ad esempio la questione dell'ISIS e dell'instabilità di tutto il bacino mediterraneo. Senza contare la guerra in atto sul petrolio che sta gravemente danneggiando la Russia e i Paesi del Golfo".
Secondo lei quando può esplodere questa nuova catastrofe finanziaria?
"Senza una presa di coscienza e un intervento disinteressato di tutti gli attori protagonisti, a partire dalle super potenze, non arriviamo al 2017".
Quale la paura che più la preoccupa in caso di esplosione?
"Il danno generalizzato all'economia porterebbe giocoforza a un protezionismo insormontabile. Come si dice: a mali estremi, estremi rimedi. Ci ritroveremmo nel più classico "si salvi chi può". Con lo spettro grosso e concreto dello scoppio della terza guerra mondiale. Inoltre il rischio è di un rialzo delle materie prime alimentari. Storicamente quando ci sono difficoltà di questo tipo i beni di rifugio legati alla sopravvivenza tendono a risalire. Si affamerebbe ulteriormente il terzo Mondo".
Nonostante quanto accaduto nel 2008, insomma, lei dice che la finanza continua a farla da padrone su tutto e tutti.
"Certamente. La finanza ha ancora in mano le redini del mondo. E fa la parte del leone, egoisticamente".
Come ci si può tutelare in vista di questa possibile nuova "tempesta perfetta"?
"La gente si tutela con le cose che hanno dimostrato bene o male di portare qualche beneficio negli anni: immobili, terreni, opere d'arte. Ci sarà un ritorno agli investimenti sull'oro e sui metalli che fanno da pendant al mercato delle monete".
AELLE