POLITICA E POTERE
Casellario giudiziale per i permessi di residenza e lavoro, PPD e Lega esultano per il voto della Commissione diritti politici del Nazionale: "La misura voluta da Gobbi si è dimostrata efficace e non lede la libera circolazione". E via Monte Boglia attacc
La Lega: "Questa misura va estesa a livello nazionale: nel senso che tutti i Cantoni devono avere facoltà di introdurre la richiesta sistematica"
Foto: TiPress/Samuel Golay
BERNA - La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale ha dato seguito oggi alle due iniziative cantonali ticinesi relative alla richiesta sistematica del casellario giudiziale nell’ambito delle procedure di ottenimento di permessi di lavoro e di residenza. E sul tema si registrano oggi due prese di posizione, da parte del PPD e della Lega.

“La misura introdotta dal Ticino nel 2015 si dimostra efficace. Il PPD saluta favorevolmente la decisione ed evidenzia il ruolo centrale del Partito, come già avvenuto agli Stati, nella creazione della maggioranza commissionale – si legge nella nota dei popolari democratici -. I membri ticinesi della citata commissione – consiglieri nazionali Marco Romano e Roberta Pantani – sono riusciti a costruire una maggioranza risicata grazie ai gruppi PPD e UDC. Ora il Consiglio federale dovrà elaborare una base legale per consolidare la prassi. Secondo il PPD l’ottenimento di un permesso presuppone la presentazione del casellario giudiziale: documento ufficiale largamente diffuso in vari ambiti.

Il PPD ritiene la misura utile ad aumentare la sicurezza interna; la sola autocertificazione si è dimostrata inefficace. La misura è di carattere interno, non lede la libera circolazione e non crea situazioni discriminatorie. Un Cantone ha e deve avere la possibilità di prendere misure atte a garantire il controllo di chi chiede un permesso di lavoro o di residenza. Il PPD respinge tutti gli argomenti che cercano di relativizzare e combattere la misura. La libera circolazione è rispettata e uno Stato sovrano deve tutelare la propria sicurezza interna”.

Anche La Lega dei Ticinesi “prende atto con soddisfazione della decisione della Commissione delle istituzioni politiche a favore delle iniziative cantonali ticinesi. Questa prassi, introdotta in Ticino per volontà del Consigliere di Stato leghista Norman Gobbi nell’aprile 2015, ha dimostrato la propria efficacia, come confermano le cifre trasmesse dal governo cantonale alla commissione.

Non c’è dunque alcun motivo per abbandonarla, ma va anzi estesa a livello nazionale: nel senso che tutti i Cantoni devono avere facoltà di introdurre la richiesta sistematica. L’autocertificazione dei richiedenti il premesso B o G sui propri precedenti penali si è infatti a più riprese dimostrata insufficiente ed inefficace. Ciò che era ampiamente prevedibile.

Per la Lega dei Ticinesi è in ogni caso evidente che la richiesta sistematica del casellario giudiziale da parte delle autorità ticinesi deve continuare ad oltranza. Ora anche a livello di Camere federali si consolida una maggioranza che dà ragione alla Lega e al Ticino: anche perché la richiesta del casellario è una questione di manifesto buonsenso.

Per l’approvazione nella Commissione delle iniziative cantonali ticinesi pro-casellario è stato determinante il voto dei due esponenti ticinesi Roberta Pantani (Lega) e Marco Romano (PPD): onore al merito. La Lega dei Ticinesi deplora invece che contro il casellario – e quindi contro la sicurezza del nostro Cantone – si sia schierata in blocco non solo la sinistra (la cui opposizione era scontata) ma anche il PLR. Malgrado il capogruppo PLR alle camere federali sia il ticinese Ignazio Cassis.  Dopo la deplorevole prestazione del tandem PSS-PLR in materia di affossamento del 9 febbraio, adesso i due partiti fanno il bis. Evidentemente anche per il PLR, come per il PSS, in Svizzera “devono entrare tutti”, delinquenti compresi”.

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