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30.04.2024 - 10:370

Fassino-gate, sei testimoni per il furto del profumo e due precedenti

Dipendenti del duty-free raccontano di altri due tentativi non riusciti. Ai vigilantes che l’hanno fermato, l’eurodeputato avrebbe detto: “Lei non sa chi sono”

ROMA - Nuovi sviluppi sul caso Fassino, denunciato per il furto di una boccetta di profumo all’aeroporto di Roma la settimana scorsa. I fatti emersi di recente complicano ulteriormente la posizione dell’europarlamentare del Pd. Vi sarebbero infatti sei testimoni per il furto dello Chanel e almeno due precedenti tentativi, sempre al duty-free del Terminal 1.

Tramite il suo legale Nicola Gianaria, Fassino continua a professarsi innocente, vittima di un equivoco, e a insistere sulla questione del cellulare. Intanto, la Polaria ha consegnato il dossier - con tanto di filmato che smentisce la versione del deputato ed ex sindaco di Torino - alla procura di Civitavecchia. A causa della prassi del gestore del circuito di sorveglianza Aelia Lagardére, che prevede che i filmati vengano cancellati periodicamente, mancano però i video dei due precedenti tentativi di furto.

I sei testimoni che smentirebbero (e inguaierebbero) Fassino sono dei dipendenti del duty-free: guardie giurate, addetti al control-room e commesse. Secondo costoro, non solo il furto del profumo Chance di Chanel (del prezzo di 130 euro, scontato) sarebbe effettivamente avvenuto, ma i sei hanno anche confermato i due tentativi precedenti non riusciti, tutti nell’ultimo mese: una volta, sempre durante l’attesa del volo per Strasburgo, l’onorevole avrebbe oltrepassato la cassa senza pagare; fermato dagli addetti alla vigilanza avrebbe tirato fuori il portafogli per saldare il conto. Dunque, colto in flagranza. Pochi giorni dopo, stesso negozio, stessa scena: stavolta il duty-free è gremito di clienti e l’onorevole riesce ad allontanarsi senza pagare. Viene notato, ma la vigilanza decide di chiudere un occhio. Di questi episodi, come detto, manca il filmato. E, va ricordato, che nel duty-free manca il sistema anti taccheggio.

Infine, il fatidico 15 aprile: nel video si vede il deputato che fa scivolare la confezione in tasca, guardandosi intorno con aria furtiva; le mani libere, non sembrano tenere in mano un cellulare, come invece l’ex sindaco di Torino sostiene. Come riporta il Corriere della Sera, questa volta all’intervento dei vigilantes Fassino risponde: “Lei non sa chi sono”. E i proprietari del negozio decidono di sporgere denuncia.

A sua difesa, l’avvocato Gianaria rileva: “Un tentativo di furto non sarebbe così goffo. E soprattutto nessuno sarebbe così stupido da effettuarlo in favore di telecamera. Soprattutto se ci sono stati dei precedenti”.

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