CORONAVIRUS
Quarta dose contro il Covid, la responsabilità scaricata sui medici. Certificato e consenso informato
Mentre il presidente dei direttori cantonali della sanità chiede a Berna di autorizzarla, in Ticino arriva il certificato: “Non abbiamo dati sull’efficacia e sulla sicurezza di un simile schema vaccinale”

di Marco Bazzi

BELLINZONA – Ci risiamo. Il virus continua a dettare tempi, decisioni e raccomandazioni delle autorità plitiche e sanitarie. E si ricomincia con la cacofonia degli esperti. Se già nelle prime settimane di questa estate il Covid nelle sue varie mutazioni sta contagiando decine di migliaia di persone in Europa, dopo le baldorie vacanziere i numeri si moltiplicheranno senza alcun dubbio in modo esponenziale.

Però bisogna smetterla con gli allarmismi: dopo due anni di pandemia la gente non ne può davvero più di raccomandazioni, spesso contraddittorie, lanciate da questo o quell’esperto e amplificate dai media. Col Covid dobbiamo abituarci a convivere. Suona dunque malissimo l’uscita del presidente della Conferenza dei direttori cantonali della sanità, Lukas Engelberger. In un’intervista pubblicata dalla “Basler Zeitung”, il basilese afferma che si dovrebbe al più presto raccomandare una seconda dose di richiamo (booster). Engelberger ricorda che la protezione contro il virus diminuisce con il passare del tempo, cosa che sappiamo da almeno un anno. E proprio per questo, secondo lui, é importante che la quarta vaccinazione possa essere offerta molto rapidamente: “A Basilea aspettiamo solo la raccomandazione della Confederazione per iniziare il prima possibile con le inoculazioni”.

Engelberger ricorda anche che Il Covid-19 “è una malattia contagiosa che può essere molto pericolosa per alcune persone”, e che il numero di casi in Svizzera è aumentato significativamente nelle ultime settimane. La seconda dose di richiamo, però, non è stata finora né approvata ufficialmente da Swissmedic, l'autorità di regolamentazione degli agenti terapeutici, né raccomandata dalla Commissione federale per le vaccinazioni.

E a questo proposito, va segnalato il fatto che l’Ufficio del medico cantonale ha inviato ai medici ticinesi un certificato da firmare nel caso in cui decidessero di prescrivere la quarta dose ai loro pazienti. “Sono consapevole – si legge nel testo - che attualmente una quarta dose di vaccino contro il Covid-19 (o secondo booster) non è raccomandata in Svizzera per le persone immunocompetenti che hanno già completato un ciclo vaccinale (immunizzazione di base + una dose di richiamo o booster). Io medico sottoscritto confermo di aver discusso con il paziente summenzionato su rischi e benefici di una somministrazione off-label di una dose supplementare di un vaccino omologato in Svizzera. In particolare, confermo di aver informato il mio paziente che allo stato attuale non abbiamo dati sull’efficacia e sulla sicurezza di un simile schema vaccinale. Dopo discussione col paziente e appurato il suo consenso, chiedo la somministrazione di…” (vaccino Moderna o Pfizer). Insomma, il messaggio pare chiaro, ed è senza dubbio un cambiamento di paradigma nella politica sanitaria: se il medico prescrive il secondo booster se ne assume la responsabilità, con tutti gli annessi e connessi.

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