Per la prima volta nella storia la radiotelevisione pubblica non trasmetterà i derby tra Ambrì e Lugano: uno shock per il Ticino sportivo. Breve ricostruzione del caso. La cifra richiesta da UPC a RSI resta top secret. Ci saranno riflessi in ottica No Billag?
Immediatamente la notizia ha fatto il giro del Cantone e mandato in subbuglio i social network. La dura legge del mercato in tema di diritti televisivi nello sport, è insomma calata anche in Ticino suscitando smarrimento e qualche amarezza. Alle nostre latitudini, infatti, non eravamo abituati a queste logiche, che invece sono consolidate da anni negli altri paesi. D’altra parte UPC ha sganciato fior di milioni per accaparrarsi l’esclusiva. Soldi che andranno innanzitutto a beneficio delle società e di conseguenza dello spettacolo del campionato.
Fin qui, dunque, nulla di strano: se non la scoperta che non siamo più un’oasi felice e fortunata dove, con il semplice pagamento del canone della tv pubblica, potevamo usufruire di eventi sportivi che altrove sono tutti o quasi a pagamento. E da un pezzo. Il Mondo va in questa direzione e tocca adeguarsi. E poi, si è detto, allo stadio o in televisione la partita non è comunque negata ai ticinesi, per chi vuole o può permettersela.
Poi però alcuni hanno cominciato a scriverci che loro sarebbero stati ben contenti di sottoscrivere l’abbonamento a UPC, ma che nel loro paese la rete via cavo non c’è. Anche pagando, dunque, gli è impossibile godersi le partite.
Così, di buon mattino, come un qualsiasi tifoso in cerca di soluzioni, abbiamo telefonato al servizio clienti della Cablecom, chiedendo se ci fossero alternative alla via cavo per potersi abbonare al servizio. Magari, ci siamo detti, esiste un app per i tablet o qualche altra opzione. La gentile signorina, dopo aver consultato anche un collega, ci ha risposto che no: o il cavo o il buio. E questo in effetti può essere letto come un disservizio per una parte del pubblico ticinese.
A questo punto ci siamo rivolti all’ufficio stampa di UPC. Scontata la domanda: quanti in Ticino non sono raggiunti dalla vostra rete? Risposta: “Non abbiamo un numero chiaro dei ticinesi esclusi dal nostro servizio”.
A Cablecom abbiamo chiesto un commento anche sul fallimento delle trattative con la RSI. Ecco la risposta, inviataci per iscritto: “Dall’ultima assegnazione dei diritti di trasmissione delle leghe svizzere di hockey su ghiaccio a luglio 2016, UPC è titolare esclusiva dei diritti dei derby ticinesi durante la Regular Season dalla stagione 2017-18. La RSI si è rivolta a noi poco prima dell’inizio della stagione chiedendoci di modificare il contratto per poter trasmettere i derby ticinesi sulla propria rete. Durante le trattative con la RSI ci siamo resi conto che le attese reciproche erano alquanto distanti e non è stato possibile trovare un punto di incontro, ragion per cui la situazione resta invariata. I derby ticinesi verranno trasmessi per ora esclusivamente su MySports con telecronaca in lingua italiana”.
C’è un passaggio interessante, e forse sibillino, della risposta di UPC: “La RSI si è rivolta a noi poco prima dell’inizio della stagione”. Ieri Enrico Carpani, responsabile dello sport di Comano, attraverso i canali social della RSI, ha affermato che la “questione era da mesi sul tavolo. Con un UPC ci sono stati incontri, discussioni e l’ultima trattativa si è conclusa questa mattina (ieri, ndr.)”. Insomma: il tempo c’è stato o si è arrivati troppo tardi?
Probabilmente la risposta a questa domanda, quale che sia, è comunque inutile. La sensazione tra gli addetti ai lavori, infatti, è quella che Cablecom non aveva in ogni caso alcuna intenzione di cedere alla RSI i diritti dei derby. E anche per questo avrebbe sparato altissimo sul prezzo: un modo per farsi dire di no.
La cifra che gira effettivamente è molto alta. Ma non trova alcuna conferma, a microfoni accesi o spenti: gli interessati si trincerano dietro il riserbo della trattativa. Perciò è inutile sparare il prezzo. Limitiamoci a quanto detto ieri da Carpani che ha parlato di “una cifra assolutamente eccessiva e del tutto insostenibile”.
Inevitabilmente, come tutto ciò che riguarda la RSI di questi tempi, anche questa faccenda viene proiettata in chiave No Billag. Quali saranno (se ci saranno) i riflessi sull’attesissima votazione? C’è chi alla notizia si è schierato a difesa di Comano e contro UPC e chi, invece, ha affermato che il prezzo del canone, senza diritti sportivi, diventa ancora più immotivato. Di sicuro, quanto avvenuto con i derby di hockey, appare solo come una tappa di una strada già segnata in ambito di diritti sportivi, ne sono un esempio anche la Champions League e l’Europa League. Se ne riparlerà ancora.
AELLE