CRONACA
NoBillag, il PPD lancia un messaggio alla Direzione della RSI: "Sopprimete da subito, senza attendere la revisione del contratto collettivo, o altre scappatoie pretestuose, il pagamento del canone dei dipendenti da parte dell’azienda. Un gesto di responsa
Il PPD preoccupato del sondaggio che dà in vantaggio 'NoBillag': "Come si può chiedere a tutta la popolazione di fare uno sforzo finanziario per sostenere la nostra Televisione, se i primi a non compiere questo sforzo sono i dipendenti della SSR?"
foto: TiPress/Pablo Gianinazzi
BELLINZONA - Il PPD chiede che in vista della votazione ‘NoBillag’
. La direzione del Partito lo scrive in una nota stampa nella quale spiega di aver “preso atto con preoccupazione dei risultati dell’ultimo sondaggio relativo all’iniziativa popolare NoBillag. Il netto sostegno all’iniziativa è un indice che va tenuto in debita considerazione e che non può essere banalizzato. L’approvazione di NoBillag metterebbe in seria discussione l’esistenza della SSR e, in ogni caso, pregiudicherebbe drasticamente la voce della Svizzera italiana nel panorama mediatico-culturale svizzero”.

Nei prossimi mesi il PPD non si tirerà indietro e farà la sua parte, prosegue la nota, “con la convinzione che un ente radiotelevisivo pubblico sia indispensabile per il corretto funzionamento della nostra democrazia e per assicurare la pluralità culturale alla base del nostro Paese. Per essere efficaci e riuscire a convincere la popolazione, tutti però devono fare altrettanto, compresa la SSR (e quindi la RSI), che deve evitare di fornire su un piatto d’argento argomenti ai sostenitori dell’iniziativa. È per esempio totalmente anacronistico, e finanche provocatorio, che la maggioranza dei dipendenti della SSR (in Ticino della RSI) non paghino il canone radiotelevisivo. È come dire che i dipendenti pubblici possono beneficiare di uno sconto sulle imposte o che ricevano un sussidio dello Stato per pagarle; nessuno accetterebbe e mai si sognerebbe di fare una simile proposta.

La SSR è un ente pubblico e dal 2019 il canone diventerà di fatto un’imposta universale e in quanto tale va pagata da tutti. È quindi un problema di credibilità e di esempio: come si può chiedere a tutta la popolazione di fare uno sforzo finanziario per sostenere la nostra Televisione, se i primi a non compiere questo sforzo sono i dipendenti della SSR?

Il PPD Ticino si appella quindi alla RSI e alla sua Direzione affinché, da subito, senza attendere la revisione del CCL o altre scappatoie pretestuose, sia soppresso il pagamento del canone dei dipendenti da parte dell’azienda. Un gesto di responsabilità indispensabile, in un momento in cui la sopravvivenza di questo importante Ente radiotelevisivo risulta seriamente messa discussione, così come la pubblicazione del sondaggio sta a dimostrare”.

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