"Nessun voto assembleare sul documento che sta facendo discutere. L'autonomia editoriale della RSI sarà garantita come finora.
Luigi Pedrazzini, il documento allegato al rapporto della CORSI, che propone di attribuire maggiori competenze alla Cooperativa sul fronte di nomine e programmi (leggi qui) sta facendo discutere dentro e fuori l’azienda. La prima domanda è: ma quel documento sarà in discussione all’assemblea di sabato?
La documentazione trasmessa ai soci consta di un documento programmatico vero e proprio e di due allegati. Questi ultimi riflettono, con trasparenza e senza commentarle, tesi e domande emerse nel corso di due seminari organizzati con il Consiglio regionale e il Consiglio del pubblico per discutere il futuro della Cooperativa. Solo il documento programmatico è stato discusso e votato dall’attuale Consiglio regionale e non credo contenga affermazioni tali da far gridare allo scandalo… In ogni caso non è previsto un voto assembleare al termine della discussione che avrà lo scopo di raccogliere ulteriori elementi di riflessione. Spetterà in particolare al futuro Consiglio regionale il compito di continuare la discussione, d’intesa con le altre società regionali, con il Consiglio di Amministrazione (in quanto Comitato dell’associazione SSR) e con un forte coinvolgimento della direzione generale SSR e della direzione della RSI. Abbiamo fra l’altro presentato alla stampa questo documento già lo scorso 13 maggio. Non è quindi in atto una manovra sotterranea per reintegrare nella CORSI competenze che appartengono al passato, ma una riflessione seria sul futuro impegno della CORSI, assolutamente rispettoso, per quanto mi concerne, dell’autonomia editoriale dell’azienda, per altro garantita dalla concessione.
L’accusa che viene mossa ai vertici della Cooperativa che lei presiede è quella di voler ingerire nelle nomine e nei programmi. E si sa che gli organismi della CORSI vengono eletti su proposta dei partiti…
Si sa che da sempre una parte dei membri del Consiglio regionale e del Consiglio del Pubblico sono proposti in assemblea dai Partiti. È una procedura che può non piacere, ma non è di per sé scandalosa: con tutti i loro difetti i partiti sono espressione della società e del territorio. Diventerebbe problematica qualora i rappresentanti dei partiti dovessero agire negli organismi della CORSI con una logica lottizzatrice. Così non è stato il caso negli anni recenti e sfido chiunque a dimostrare il contrario! Non c’è stata ingerenza nelle nomine, non c’è ingerenza nei programmi. Così sarà anche nel futuro: io stesso sarei contrario a rivendicare per le società regionali maggiori competenze in materia di nomine, rispettivamente il diritto di influenzare preventivamente le scelte dei contenuti dei programmi.
Lei respinge quindi le accuse serpeggianti e rassicura chi teme il futuro…
Io dico che non è ingerenza esercitare correttamente – badando alla qualità professionale dei candidati! - il ruolo attribuito al Comitato del Consiglio regionale nel preavvisare al Consiglio di Amministrazione la scelta del direttore RSI e dei 4 responsabili dei dipartimenti programmatici; non è ingerenza esprimere un giudizio critico sui programmi come ha fatto il Consiglio del pubblico, seguendo sempre una linea costruttiva e collaborativa nel rispetto di un ruolo riconosciuto esplicitamente dalla concessione, dagli statuti della SSR e della CORSI. Mi sembra un po’ troppo facile liquidare i numerosi rapporti del Consiglio del pubblico, puntualmente portati con trasparenza a conoscenza del pubblico, dicendo che non valgono niente perché sono scritti da persone scelte dai partiti…
In vista dell’assemblea c’è agitazione nei partiti e secondo fonti bene informate sabato potrebbe esserci un tentativo di “golpe” per disarcionarla dalla presidenza della CORSI… Teme questa eventualità?
In questi ultimi 8 anni l’attività di presidente CORSI, e quella connessa di membro del CdA della SSR, sono state di gran lunga l’impegno cui ho dedicato maggiore energia e tempo, investendo la mia esperienza e rinunciando, proprio per cercare di essere “super partes” al ogni altro impegno politico e soprattutto partitico. Sicuramente potevo fare meglio, non penso che avrei potuto fare di più. Mi rimetterò serenamente al giudizio dell’assemblea e del futuro Consiglio regionale, con l’auspicio di poter lavorare ancora quattro anni, che sarebbero comunque gli ultimi dal momento la durata massima del mandato è di 12 anni.
Anche Amalia Mirante (leggi qui), ritiene che quel documento sia una indebita ingerenza politica… Lei che politica, di fatto, è, essendo stata in lista per il Governo…
Con tutto il rispetto dovuto alla professoressa Mirante, non condivido il suo giudizio sul documento e ripeto: non è in atto una manovra per recuperare a beneficio della CORSI competenze perdute o per consegnare la RSI ai partiti. È invece in atto una riflessione, anche a livello nazionale, per fare in modo che tutte le società regionali e i loro soci (la CORSI ne ha più di 3'000) possano contribuire efficacemente al rafforzamento del servizio pubblico radiotelevisivo.
Mirante si spinge oltre e dice che la CORSI andrebbe radicalmente riformata, se non ‘chiusa’, e sostituita con una nuova formula di controllo sul servizio pubblico. Lei che ne pensa?
Pronto a parlarne, senza problemi e preconcetti. Sono riflessioni che si stanno svolgendo anche all’interno delle società regionali.
Non pensa che un milione e 300'000 franchi all’anno per la gestione della CORSI siano un costo eccessivo, considerato anche il fatto che quei soldi provengono dal canone?
In questa sede mi limito a rispondere che l’attività della CORSI non si riduce agli aspetti messi in luce dagli articoli di questi ultimi giorni. C’è molto di più e molto è riassunto ogni anno nel rapporto annuale trasmesso ai soci.