CORONAVIRUS
L'hockey al tempo del Coronavirus, Duca: "L'incertezza resta anche con gli aiuti di Berna. Ma l’Ambrì ha voglia di tornare sul ghiaccio"
Intervista al direttore sportivo dell’Ambrì Piotta: “Da Berna un segnale di sostegno e supporto importante che, però, non risolve il problema degli eventuali mancati incassi”
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AMBRÌ – L’hockey svizzero, così come il calcio, può tirare un sospiro di sollievo dopo la decisione del Consiglio Federale di mettere a disposizione, sotto forma di prestiti, 350 milioni di franchi in totale a favore dei club professionistici (vedi articoli suggeriti).


“Un ‘salvagente’ – commenta il Direttore sportivo dell’Ambrì Piotta Paolo Duca a Liberatv – che non toglie, però, dubbi e incertezze riguardo al futuro. Siamo ancora in un periodo delicato ricco di punti interrogativi. Dal punto di vista sportivo, per esempio, stiamo procedendo ad adattarci a quelle che sono le pratiche di allenamento ai tempi del coronavirus”.


Duca ci parla delle difficoltà con cui un club di hockey di NLA come l’Ambrì Piotta è confrontato. “Tutta la dirigenza sta lavorando duramente per poter guardare al futuro con ottimismo. Non è però facile pianificare le conseguenze di questa crisi. E soprattutto è difficile dire per quanto si protrarrà. Far quadrare il budget a disposizione non è semplice. Mi spiego, la maggior parte delle spese per la prossima stagione sono già fissate. Rimane, però, l’incognita delle entrate e tutti i dubbi legate ad esse. Si giocherà a porte chiuse? Se sì, per quanto tempo? Come reagirà il nostro pubblico? Tutte domande alle quali, ovviamente, è difficile dare una risposta di questo periodo”.

“È logico - prosegue - che noi, così come tutti, non ci auguriamo di tornare a giocare senza i tifosi. È però una scelta che non si prenderà in base ai desideri dei club ma, giustamente, monitorando con attenzione la situazione sanitaria”.


Il direttore sportivo dei leventinesi torna sull’aiuto di Berna in soccorso dello sport elvetico. “È un segnale di sostegno e supporto importante. Bisogna dire, però, che non risolve il problema degli eventuali mancati incassi. È un ‘salvagente’ che toglie pressione immediata ai club, ma poi bisognerà capire in che termini rimborsare eventuali crediti. Le conseguenze legate all’emergenza coronavirus per lo sport professionistico sono ancora incerte”.


Qualche giorno fa, la Lega Nazionale di Hockey ha deciso alcune misure in vista della prossima stagione per permettere ai club di tornare sul ghiaccio senza troppi rischi. I vertici hanno quindi approvato una mini rivoluzione delle regole che consiste nell’introduzione dei pre playoff e che non ci saranno retrocessioni nella stagione 2020-2021. Ma può essere questa una mossa per incentivare i club con minor budget a investire nei giovani?

“Si tratta – risponde Duca – di un primo passo a corto termine. La maggior parte dei roster per la prossima stagione sono già fatti. Non c’è margine per modificare strategia. Anche questa è una misura per togliere pressione sportiva che poi si tradurrebbe in conseguenze finanziarie. La mia speranza è che questo difficile periodo possa far ripensare un nuovo concetto di hockey, perlomeno in Svizzera, a medio-lungo termine e gettare le basi per il futuro e non più ragionare di anno in anno”.


L'ultima domanda per Paolo Duca chiedendogli è: che Ambrì vedremo al ritorno in pista. “Sarà un Ambrì - risponde - che continuerà a portare avanti i valori e i pilastri su cui abbiamo fondato il cambiamento degli ultimi anni. C’è tanta voglia di tornare sul ghiaccio a lottare”.

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