CORONAVIRUS
Scuola in modalità Covid... Aveva senso riaprire? Le riflessioni e i consigli di un ex docente delle Medie
Francesco Rinaldi: "L’osservanza delle norme di sicurezza obbliga gli insegnati a giocare sempre più il ruolo del poliziotto, a scapito della loro reale missione: insegnare!"

di Francesco Rinaldi *

 

Vorrei qui riassumere una serie di riflessioni personali a proposito della riapertura delle scuole medie avvenuta due settimane fa, proponendo anche alcune alternative, per fare in modo che il discorso non si riduca ad una lista di critiche, ma sia soprattutto una fonte di suggerimenti. A livello politico la riapertura è stata utilizzata come strumento di sciacallaggio (vedasi le richieste di dimissioni del responsabile del DECS), piuttosto che come argomento per una seria riflessione riguardo alla sua utilità.

 

Sull’utilità delle singole proposte lascio che sia ogni lettore a decidere.

 

A)    Il rientro è avvenuto in un ambiente radicalmente diverso da quello di inizio anno scolastico. Il nuovo ambiente prevede classi dimezzate, giorni ridotti di presenza e misure igieniche restrittive.

 

B)    L’osservanza delle norme di sicurezza obbliga gli insegnati a giocare sempre più il ruolo del poliziotto, a scapito della loro reale missione: insegnare!

 

C)    La riapertura richiede agli allievi di adattarsi ad una nuova modalità di lavoro, dopo aver investito tante energie per imparare a gestire nuovi programmi informatici in brevissimo tempo. Una richiesta che rischia di compromettere la continuità didattica per la seconda volta. Avrei considerato più ragionevole continuare con la didattica a distanza, visto che la fine dell’anno scolastico è vicina.

 

D)    Una valutazione di questa didattica a distanza sarebbe utile, onde poterne prevedere un suo uso futuro, con magari qualche correttivo suggerito dall’esperienza.

 

E)     Il rispetto delle norme igieniche e della distanza sociale potrebbe essere vissuto dagli allievi come una moda passeggera: dopo lo spavento iniziale, e dopo la prolungata isolazione, la tendenza a ricadere nei comportamenti spontanei ed usuali diventerebbe troppo alta per essere arginata. Seguendo gli eventi degli ultimi giorni in Svizzera, anche chi è più adulto dei quindicenni fatica a rispettare le nuove norme di distanziamento sociale! Vedasi i recentissimi assembramenti lungo la foce di Lugano-Cassarate, che hanno portato il Sindaco a ventilare un’eventuale chiusura.

 

F)     Quanto educativo è richiedere dagli allievi un uso differente delle mascherine, con un obbligo di metterla sui mezzi di trasporto pubblici ed una più flessibile scelta in classe? In entrambi i casi si tratta pur sempre di luoghi in cui le distanze sociali sono ridotte. La proposta di usare sempre le mascherine a scuola mi pare più coerente.

 

G)    Dopo la scuola media, gli allievi che affronteranno il liceo si troveranno in difficoltà a causa della discontinuità didattica. Inoltre, in base alla mia passata esperienza come docente, è molto probabile che la mancanza di posti di apprendistato porti ad un aumento di richieste di accesso a questo ordine scolastico. Quelli che cercheranno un apprendistato soffriranno per i posti scarseggianti a causa della crisi economica. Anche loro richiedono attenzione. Infine, gli allievi che seguono la differenziazione curricolare avrebbero bisogno di un accompagnamento deciso onde evitare in futuro l’abbandono scolastico.

 

Quindi, come fare per aiutare tutti questi allievi che terminano la scuola dell’obbligo?

La speranza è che le autorità, i docenti, gli educatori e gli orientatori si rendano conto di tutte queste problematiche, dovute all’eccezionalità dell’attuale situazione, e che riescano a dare una risposta concreta alla popolazione.

* ex docente di Scuola media

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