Il suo appello sui social: "Fatelo per le persone che vi stanno attorno. In terapia intensiva mi chiedevo come stessero mia sorella, la mia amica che avevo visto prima del ricovero. Non avere risposte era quasi peggio che avere il Covid"
BELLINZONA - Scaricare o no l'App SwissCovid, quella che permette di ricevere la segnalazione se ci si trova nei pressi di qualcuno che ha contratto il Coronavirus? Da oggi è disponibile, per molti i dubbi riguardano eventuali problemi di privacy e di tracciamento dati, malgrado le rassicurazioni del Consiglio Federale.
A lanciare un appello a favore dell'applicazione è M.M., la più giovane intubata a Moncucco a causa del virus.
Per lei non c'è stata la minima incertezza: SwissCovid va scaricata.
"Trovo che chi non vuole scaricare l'app con la scusa che non vuole sentirsi controllato sbaglia alla grande, perché l'App non chiede minimamente dati personali o registrazioni. Ho installato l'applicazione, non solo per me, ma specialmente per le persone che mi sono attorno, perché io so cosa vuol dire stare in un letto d'ospedale a farsi problemi chiedendosi se le persone con cui si è venuti a contatti anche solo casualmente stanno bene o meno", ha scritto su Facebook.
"Perché so cosa vuol dire essere consapevoli di essere stati forse la causa di nuovi contagi", racconta, rivivendo i momenti passati in ospedale interrogandosi sulla salute dei suoi cari e delle persone con cui era stata in contatto. "Come sta mia sorella? Come sta la mia amica che ho aiutato, o quella che é venuta a cena da me la settimana prima dei sintomi? Come sta il ragazzo che mi ha portato la pizza? Come sta il ragazzo col cane che ho incrociato lungo la strada? Come stanno i miei vicini?".
"Queste sono le domande che mi sono fatta ripetutamente in ospedale, e fidatevi che farsi domande senza avere risposte perchè chiusi in terapia intensiva è quasi peggio di sapere di avere il Covid. Consiglio a tutti di scaricarla. Se non per se stessi, almeno per gli altri", è il suo appello.