La copertura della vaccinazione sarà di 12 mesi. Dal 5 luglio i pazienti Covid potranno essere ospitati nei quattro ospedali regionali. Ci si chiede che cosa succederà con l'influenza, che quest'anno non c'è stata. Chiudono i check point
BELLINZONA - Aggiornamento sulla situazione pandemica da parte di Raffaele De Rosa, Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità, Giorgio Merlani, Medico cantonale eMattia Lepori, Vice Capo Area medica Ente ospedaliero cantonale.
De Rosa: "Situazione favorevole ma pensiamo comunque all'autunno"
"C'è una netta diminuzione di contagi, decessi e ricoverati".
"Il virus è ancora presente nel mondo come in Ticino. Per esempio abbiamo detto la nostra a Berna in merito all'allentamento delle restrizioni, con regole che devono essere chiari, e sulle norme per entrare in Svizzera, soprattutto da paesi con varianti".
"Bisogna limitare i rischi, testare e farsi testare al minimo sintomo, proteggere sé stessi e gli altri, vaccinarsi. Questo quarto pilastro sta andando a ottimo ritmo, con l'obiettivo di vaccinare il prima possibile tutti coloro che lo desiderano. Abbiamo inviato un messaggio agli iscritti a Giubiasco, dove l'attesa è lunga, per chiedere di scegliere Biasca, un migliaio di persone lo hanno fatto".
"Il virus non va in vacanza e noi monitoriamo tutto in vista dell'autunno. Stiamo già riflettendo e se sarà necessario ci faremo trovare prima. Lavoriamo anche sull'assetto ospedaliero per l'autunno, vorremmo portare il tema in Consiglio di Stato il prima possibile".
"La situazione attuale richiede un adeguamento del dispositivo dei test. I check point vengono ora chiusi. La capacità di test rimane garantita, grazie ai medici e alle farmacie".
"Ricordiamo che siamo ancora in pandemia, le varianti in altri paesi ci sono"
Merlani: "Le varianti e le loro nuove sigle"
"L'ultimo aggiornamento risale a un mese fa, questo dimostra che la situazione è sotto controllo. Il tasso di replicazione è costantemente sotto a 1, a un certo punto, quando saremo a cifre molto basse, non potrà diminuire ancora, anzi se ci saranno un paio di casi in più sembrerà che salga. Stiamo ancora testando molto bene, alcune centinaia al giorno, con la percentuale di quelli positivi sotto il 2%. Non è che non vediamo casi perché non si testa. Per quanto concerne le ospedalizzazioni e i ricoveri in terapie intensive, i dati sono sotto gli occhi di tutti e da tre settimane non abbiamo decessi".
"In un quadro positivo a livello europeo, siamo il Cantone con l'incidenza più bassa".
"Quel che non dà motivo per gioire è la presenza delle varianti. Ce ne sono un paio preoccupanti, ma ora hanno cambiato nome. La variante attuale, ora chiamata alfa, era quella inglese: è quella dominante che ha spodestato la variante naturale, che arrivava da Wuhan. Abbiamo la variante beta, quella sudrafricana. In Ticino ci sono stati a dicembre, ma comunque molti pochi. La variante gamma è quella brasiliana, settimana scorsa abbiamo rilevato due casi, con un legame tra i due, partiti da un soggiorno in Brasile. La variante delta, ovvero indiana, ha fatto registrare tre casi, la diffusione è ancora contenuta. I tre casi erano comunque legati tra loro".
"I numeri sono molto piccoli, stiamo comunque sequenziando tutti i casi sufficientemente positivi per poter essere sequenziati. La nota positiva, nonostante le varianti, è quella sulla vaccinazione. Un ticinese su tre è interamente vaccinato. Un cittadino al mondo su cinque ha ricevuto almeno una dose. Usciremo dalla crisi comunque quando uscirà anche il resto del mondo. A livello locale, in Svizzera, sono usati solo vaccini rmna, che stanno mostrando ottimi risultati, addirittura migliori di quelli di laboratorio. Ma per essere così, bisogna ricevere due dosi".
"Il 23 giugno la durata legale della copertura sarà di 12 mesi. I dati sono solidi. Non sarà così per le guarigioni, pensiamo che esse resteranno per sei mesi".
"Da domani non verranno più dati i numeri di sabato e domenica, anche se qualcuno li controllerà. Le cifre del lunedì saranno dunque più grandi perché comprenderanno i tre giorni".
"Non evitiamo però di vaccinarci, la situazione continuerà ad andar bene se ci vaccineremo. Non aspettiamo che siano gli altri a fare per noi, facciamo noi qualcosa per noi stessi. Sicuramente in autunno il Covid tornerà ma moltissime persone sono vaccinate, altre sono guarite, per cui potrebbero esserci meno conseguenze: la situazione è diversa rispetto a un anno fa".
Lepori: "Il mese decisivo sarà settembre. Ci sarà l'influenza?"
"Andiamo verso una nuova normalità. Questi mesi ci hanno aiutato a capire come si dovrà andare avanti. Indispensabile è la garanzia della sicurezza, con le procedure di accesso e di entrata differenziata per chi si pensa possa avere il Covid. Il 5 luglio cesseremo di centralizzare i pazienti Covid in una sola struttura, verranno accolti nelle quattro sedi principali, mantenendo la collaborazione con chi ci ha accompagnato in questi mesi. Perché questo cambiamento? A inizio crisi è stato necessario centralizzare, ci pareva l'unica soluzione quando non avevamo informazioni scientifiche molto precise, dato che la Regione Insubrica è stata la prima colpita dopo la Cina. All'inizio non potevamo nemmeno fare la diagnosi in Ticino, adesso possiamo farla quasi in casa, grazie ai kit in farmacia. Stiamo preparando il cambiamento da circa 2 mesi. Si manterrà comunque il grado di prontezza. Sappiamo che per i pazienti non è stato facile essere ricoverati nell'unico ospedale Covid se non sono della regione, in più si sono dovuti trasferire dei macchinari".
"Abbiamo recuperato tutti i trattamenti medici che erano stati rinviati. Ospitando i pazienti in tutte le quattro sedi ci permetterà di essere più flessibili".
"Il banco di prova sarà settembre. Dovremo capire cosa succederà se ci sarà l'influenza, dato che quest'anno non ci sono stati casi, grazie alla mascherina e alle vaccinazioni. Non sappiamo se il Covid ha sostituito l'influenza o no".