La decisione in vigore da domani. Per le altre misure ci sono due varianti. Si decide il 16 febbraio
BERNA - Nella sua seduta di oggi, 2 febbraio, il Consiglio federale ha deciso di revocare da domani, giovedì 3 febbraio, l’obbligo del telelavoro e la quarantena dei contatti. Ha inoltre posto in consultazione fino al 9 febbraio ampi allentamenti su cui deciderà il 16 febbraio, a seconda dall’evoluzione della situazione epidemiologica.
"Oggi é un grande giorno, l'inizio di una nuova fase", ha detto il presidente della Confederazione, Ignazio Cassis.
“Il Consiglio federale – si legge nella nota stampa odierna - constata un'evoluzione positiva della situazione negli ospedali. Malgrado il numero delle infezioni registri livelli record, non è subentrato un sovraccarico delle strutture e l'occupazione dei posti letto nelle unità di terapia intensiva è calata ulteriormente. Una delle ragioni di questa evoluzione è probabilmente l'elevato tasso di immunizzazione raggiunto dalla popolazione grazie alla vaccinazione o agli anticorpi prodotti dopo aver contratto la malattia. Con la variante Omicron si registrano inoltre meno decorsi gravi che con le varianti precedenti. Sempre più segnali sembrano indicare un'imminente fine della fase acuta della crisi e il conseguente passaggio alla fase endemica.
Il Consiglio federale ritiene che sia giunto il momento di ridurre nuovamente le restrizioni adottate per contrastare la diffusione del coronavirus e ha deciso di revocare con effetto immediato l'obbligo del telelavoro e la quarantena e di porre in consultazione altri importanti allentamenti. Occorre tuttavia continuare a restare vigili”.
Ecco le decisioni di oggi e le proposte in consultazione.
Revoca dell'obbligo del telelavoro e della quarantena dei contatti
L'obbligo del telelavoro viene tramutato in raccomandazione. I datori di lavoro continuano a essere tenuti a proteggere i loro dipendenti da un'infezione. Il telelavoro costituisce un provvedimento efficace in questo senso. È mantenuto l'obbligo della mascherina sul posto di lavoro.
La quarantena dei contatti è revocata per la prima volta dall'inizio della crisi. Il 12 gennaio scorso il Consiglio federale l'aveva già abbreviata e limitata alle persone che vivono nella stessa economia domestica. Con il forte aumento dei contagi questo provvedimento ha perso efficacia. In seguito a questa decisione sono abrogate anche le disposizioni dell'ordinanza COVID-19 perdita di guadagno sull'indennità di perdita di guadagno in caso di quarantena dei contatti.
Tuttavia, chi risulta positivo al test per il SARS-CoV-2 ed è quindi portatore di un'alta carica virale resta tenuto a mettersi in isolamento per evitare di contagiare altre persone.
I due provvedimenti erano stati oggetto di una precedente consultazione ed entrano in vigore giovedì 3 febbraio. Con la nuova ordinanza sono revocate con effetto immediato tutte le quarantene disposte dai Cantoni. Non è necessaria una revoca esplicita da parte dei Cantoni.
In consultazione due varianti per la revoca dei provvedimenti restanti
I Cantoni, le parti sociali, le commissioni parlamentari e le associazioni interessate hanno tempo fino al 9 febbraio per esprimersi sull'abrogazione degli altri provvedimenti. Il Consiglio federale propone due varianti a seconda di quando sarà raggiunto il picco dell'ondata epidemica e prenderà una decisione nella seduta del 16 febbraio.
Variante 1: revoca in blocco dei provvedimenti
L'ordinanza COVID-19 situazione particolare potrebbe essere revocata in blocco il 17 febbraio. Una riapertura totale comporta però rischi epidemiologici, poiché potrebbe accelerare nuovamente la circolazione del virus. Questa opzione entra in linea di conto soltanto se è stato superato il picco dell'ondata epidemica. Il tasso di immunizzazione della popolazione deve essere sufficiente e il numero di contagi e ricoveri in calo.
Sarebbero revocati tutti i provvedimenti di protezione, in particolare:
- l'obbligo del certificato nei ristoranti, alle manifestazioni e nelle strutture culturali e per il tempo libero;
- l'obbligo della mascherina sui trasporti pubblici, nei negozi e in tutti i luoghi chiusi accessibili al pubblico;
- le limitazioni per gli incontri privati;
- l'obbligo di autorizzazione per le grandi manifestazioni.
Il piano di protezione per l'organizzazione di grandi manifestazioni dovrà tuttavia rimanere in vigore, poiché non possono essere escluse nuove restrizioni. Anche l'obbligo d'isolamento per chi risulta positivo al test per il SARS-CoV-2 dovrà restare in vigore. Inoltre dovranno essere adottati provvedimenti supplementari per proteggere le persone particolarmente a rischio. Il Consiglio federale chiederà inoltre ai Cantoni se deve essere mantenuto l'obbligo della mascherina sui trasporti pubblici, nel commercio al dettaglio e nelle strutture sanitarie.
Variante 2: revoca dei provvedimenti in due fasi
Qualora il 16 febbraio la situazione epidemiologica fosse ancora troppo incerta, il Consiglio federale intende procedere per gradi, in modo da poter valutare la situazione dopo ogni allentamento.
In una prima fase, il Consiglio federale propone i seguenti allentamenti dal 17 febbraio:
- revoca dell'obbligo del certificato nei ristoranti, alle manifestazioni, nelle strutture cult urali e per il tempo libero; nei ristoranti continuerà a vigere l'obbligo di consumare stando seduti;
- revoca delle limitazioni per gli incontri privati;
- revoca dell'obbligo di autorizzazione per le grandi manifestazioni all'aperto; i Cantoni possono decidere se introdurre un tale obbligo, per esempio per le feste di carnevale;
- regola «2G» dove oggi vige la regola «2G+» (discoteche, piscine coperte, attività sportiva intensa, musica con strumenti a fiato).
In una seconda fase saranno revocati i provvedimenti di protezione restanti: l'obbligo della mascherina, la regola «2G» e l'obbligo di autorizzazione per le grandi manifestazioni al chiuso. Il passaggio alla seconda fase comporterà l'abrogazione dell'ordinanza COVID-19 situazione particolare.
Consultazione su ulteriori provvedimenti
Parallelamente alla revoca dei provvedimenti il Consiglio federale pone in consultazione ulteriori adeguamenti.
Per chi entra in Svizzera non si applicheranno più provvedimenti sanitari di confine; questo significa che potranno essere revocati l'obbligo del test per le persone non vaccinate o non guarite e la registrazione dei dati di contatto all'entrata in Svizzera.
Inoltre, dovranno essere revocati i cosiddetti certificati COVID svizzeri, per esempio i certificati per turisti o quelli rilasciati in seguito a un test anticorpale o antigenico rapido. Continueranno a essere emessi i certificati riconosciuti dall'Unione europea. Questi devono essere mantenuti per il traffico internazionale di viaggiatori fintantoché altri Stati applicano restrizioni all'entrata. È anche possibile che, per accedere a ristoranti o musei, in determinati Paesi continuerà a essere richiesto il certificato COVID.
Infine, il Consiglio federale pone in consultazione nuove prescrizioni per l'assunzione dei costi dei medicamenti per il trattamento ambulatoriale della COVID-19.