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Le previsioni di Credit Suisse: "Anche nel 2017 l'economia non tornerà a velocità di crociera. La crescita ha bisogno dell'immigrazione. E l'apprezzamento del franco si sentirà sui salari"
Studio dell'istituto di credito: "Se le conseguenze dirette della Brexit per l'economia elvetica saranno verosimilmente limitate, si puntualizza che con ogni probabilità la piazza finanziaria svizzera trarrà meno vantaggi del previsto da un'uscita del Regno Unito dall'Unione europea"
© Ti-Press / Carlo Reguzzi

ZURIGO - Gli economisti di Credit Suisse lasciano invariate all’1,5% le previsioni di crescita dell'economia svizzera per il 2017, mentre correggono le previsioni per il 2016 dall'1 all'1,5%. Nonostante questa revisione, la crescita continuerà a essere più debole rispetto ai livelli raggiunti prima dello shock del franco. In particolare, secondo gli economisti di Credit Suisse, nel 2017 si registrerà uno sviluppo modesto dei consumi privati.


Se finora l'apprezzamento del franco pesava soprattutto sugli utili d'impresa, nel frattempo se ne riscontrano gli effetti anche sulla crescita salariale, che al netto del rincaro subirà addirittura una battuta d'arresto. Allo stesso tempo si sta indebolendo il flusso migratorio. Alcune modellazioni evidenziano che un aumento della partecipazione al mercato del lavoro da parte di donne e lavoratori più anziani riuscirebbe difficilmente a compensare la riduzione del tasso di immigrazione. Anche per questo motivo, sembra improbabile un ritorno ai livelli di crescita precedenti alla crisi finanziaria

 

Anche nel 2017 l'economia svizzera non raggiungerà la velocità di crociera. Manca lo slancio per alcuni importanti fattori trainanti della crescita, in particolare l'immigrazione. Questa la conclusione cui sono giunti gli economisti di Credit Suisse nell'ultima edizione dello studio «Monitor Svizzera». 

 

"Negli ultimi sette anni - affermano i ricercatori dell'istituto di credito - la crescita dei consumi si è basata per più di un quarto sull'immigrazione. Per il prossimo anno è prevista una maggiore domanda dovuta all'immigrazione, che dovrebbe tuttavia ammontare a quasi un quinto in meno rispetto all'anno precedente. Al tempo stesso il clima di fiducia dei consumatori continua a risentire delle notizie negative provenienti dalla Svizzera e dall'estero. L'indice di incertezza, basato sul conteggio delle occorrenze dell'espressione «incertezza politica» nei media, ha raggiunto ad esempio un nuovo livello record in concomitanza con il voto sulla Brexit. Se le conseguenze dirette della Brexit per l'economia elvetica saranno verosimilmente limitate, si puntualizza che con ogni probabilità la piazza finanziaria svizzera trarrà meno vantaggi del previsto da un'uscita del Regno Unito dall'Unione europea". 

 

Nessun grande cambiamento in vista sul fronte degli investimenti

 

Stando alle attuali previsioni di Credit Suisse, neppure gli investimenti daranno un nuovo slancio alla crescita economica nel prossimo anno. Se da un lato gli sforzi di razionalizzazione, i bassi tassi d'interesse e le valutazioni elevate delle azioni favoriscono gli investimenti in attrezzature e macchinari, dall'altro la difficile situazione dei ricavi e l'incertezza tuttora elevata sul fronte politico, ad esempio in relazione ai rapporti tra Svizzera e UE, hanno un effetto inibitore. «La Svizzera deve garantire la presenza di condizioni quadro favorevoli per la piazza economica», spiega Thomas Gottstein, CEO di Swiss Universal Bank presso Credit Suisse. «Alcune grandi aziende lamentano il fatto che la Svizzera stia perdendo terreno, mentre le PMI temono un deterioramento delle condizioni quadro». 

 

"Nessun incremento della quota di disoccupati, ma anche assenza di crescita dei salari reali"

 

Le decisioni a livello di consumi dipendono innanzitutto dalla situazione del mercato del lavoro. Gli economisti di Credit Suisse prevedono per il prossimo anno un tasso di disoccupazione invariato del 3,3%. «Considerato lo sfruttamento sostanzialmente robusto delle capacità, le imprese, ove possibile, mantengono invariati i loro organici», spiega Oliver Adler, responsabile di Economic Research di Credit Suisse, «in ragione della flessione dei margini e degli utili, le aziende cercano tuttavia di ridurre i costi salariali». Da un lato ricorrono dunque maggiormente al lavoro a tempo parziale e, dall'altro, limitano le retribuzioni. Questo si tradurrà in un aumento minimo dei salari nel 2017: stando alle previsioni di Credit Suisse, la crescita nominale sarà pari allo 0,5%. Poiché per la prima volta dopo cinque anni il rincaro dovrebbe tornare in territorio positivo (0,5%), non vi sarà tuttavia un incremento reale della capacità d'acquisto. 

 

Crescita limitata degli investimenti nell'edilizia

 

Secondo gli economisti di Credit Suisse, l'accelerazione prevista a breve termine per gli investimenti edilizi è dovuta principalmente all'edilizia abitativa, favorita dallo scenario di tassi bassi. Credit Suisse prevede tuttavia una contrazione della domanda di appartamenti destinati a locazione e di edifici adibiti a uffici, nonché un aumento delle superfici sfitte, per via dell'indebolimento della crescita della popolazione e della minore crescita occupazionale. Questo dovrebbe frenare la crescita degli investimenti nell'edilizia il prossimo anno, anche se, secondo gli economisti di Credit Suisse, la Banca nazionale svizzera (BNS) confermerà la propria politica di tassi negativi almeno fino alla fine del 2017. 

 

Dovrebbero continuare ad aumentare i volumi reali delle esportazioni

 

Secondo gli economisti di Credit Suisse, dovrebbe distendersi ulteriormente la situazione per gli esportatori. Grazie alla combinazione di interessi negativi e acquisti di valute estere da parte della Banca nazionale svizzera, e presupponendo l'assenza di significative distorsioni sui mercati finanziari internazionali, il franco dovrebbe svalutarsi leggermente nel corso dell'anno. Nel contempo, il barometro delle esportazioni di Credit Suisse, che fornisce una valutazione approssimativa della domanda estera di merci elvetiche, indica che la crescita delle esportazioni dovrebbe proseguire nei prossimi mesi, pur con significative differenze a livello settoriale, come evidenzia la sezione dello studio dedicata ai settori. 

 

"La crescita ha bisogno dell'immigrazione"

 

"Per tornare a tassi di crescita maggiori – affermano ancora i ricercatori della banca - occorre un aumento più sostenuto della produttività o un aumento della popolazione attiva. Quest'ultimo fattore risentirà fortemente dell'attuazione dell'iniziativa contro l'immigrazione di massa, in quanto la migrazione contribuisce al momento per oltre l'80% alla crescita della popolazione". Per farsi un'idea dell'incidenza di una limitazione dell'immigrazione sulla popolazione attiva della Svizzera, gli economisti di Credit Suisse hanno elaborato delle modellizzazioni presupponendo diversi tipi di migrazione. Nei cinque scenari esaminati, nei prossimi anni la crescita della popolazione attiva rallenterà principalmente a causa di fattori demografici e giungerà a una battuta d'arresto già ipotizzando una limitazione non troppo restrittiva della migrazione nel 2020. Anche presupponendo che il saldo migratorio si stabilizzi, a partire dal 2030, a 40 000 persone all'anno, il che corrisponde alla media pluriennale degli ultimi 35 anni, al più tardi a partire da questo momento la popolazione attiva cesserà di crescere. Una ricetta evidente per impedire un rallentamento della crescita o addirittura una flessione della popolazione attiva consiste nell'incremento della partecipazione al mercato del lavoro, soprattutto tra donne e lavoratori più anziani. In base ai calcoli di Credit Suisse, il già elevato tasso di occupazione della popolazione elvetica dovrebbe aumentare notevolmente per potersi mantenere sul sentiero di crescita. Una compensazione del calo dell'immigrazione sembra poco realistica. 

 

Ed ecco una panoramica degli altri contenuti dell'ultimo studio "Monitor Svizzera" che potete leggere integralmente cliccando qui.

 

Bilancio della BNS e regolamentazione

 

L'attuale somma di bilancio della BNS di CHF 690 mia. non dovrebbe ridursi in tempi troppo brevi. Secondo gli economisti di Credit Suisse, a causa delle nuove regolamentazioni bancarie, la BNS e altre banche centrali avranno un bilancio patrimoniale notevolmente superiore rispetto a prima della crisi finanziaria globale. 

 

Andamento divergente delle esportazioni

 

Gli economisti di Credit Suisse hanno messo a punto un nuovo indicatore per prevedere meglio quali settori acquistano o perdono slancio. L'attuale dinamica delle esportazioni nell'industria orologiera si presenta fortemente negativa. 

 

Brexit: per la Svizzera un salto nel buio

 

Per la Svizzera le conseguenze del voto sulla Brexit nel medio e lungo periodo restano incerte. Le trattative con l'UE dovrebbero persino risultare più difficili a breve termine. La popolazione svizzera intravede dei vantaggi per l'economia e la politica. 

 

Qualità della localizzazione: Basilea Città supererà il cantone Zurigo

 

Con la Riforma III dell'imposizione delle imprese (RI imprese III) si prospetta una ristrutturazione del sistema fiscale elvetico. In futuro l'attrattiva dei singoli cantoni verrà determinata sempre più dalle rispettive aliquote fiscali ordinarie sugli utili. Basilea Città, Vaud e Ginevra sono in forte recupero in termini di attrattiva. 

 

Permane la calma sui mercati della proprietà abitativa
 

La crescita dei prezzi nell'ambito della proprietà abitativa in Svizzera continua a registrare un tendenziale indebolimento. Emergono sempre più differenze tra gli appartamenti di proprietà e le case unifamiliari.

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