Il leggendario campione austriaco, direttore della Squadra Mercedes, è stato ospite del Casinò di Mendrisio. "La sorpresa di quest'anno? Ferrari"
MENDRISIO - “Senza i grandi circuiti storici, da Monza a Hockenheim, la Formula 1 sarebbe finita. Di sicuro non sopravvivrà correndo solo ad Abu Dhabi o in Bahrain”.
“Il nuovo sistema che regola le qualificazioni? È stupido. Ma nessuno ha ancora capito cosa succederà il 20 marzo, quando riprenderanno le corse: se verrà adottato oppure no”.
“Tornare alla Ferrari come dirigente sportivo? Ora lavoro per la Mercedes”.
“La Formula E? Per me è nulla… non vedo futuro per auto che devono essere sostituite a metà corsa perché la batteria si esaurisce. Sta suscitando una certa curiosità, come tutte le cose che iniziano. Ma fra cinque anni?”.
È una sintesi del Lauda-pensiero. Il leggendario campione austriaco, vincitore di tre Campionati mondiali –nel 1975 e ’77 con la Ferrari e nell’84 con la McLaren – è stato ospite ieri sera, venerdì, del Casinò Admiral di Mendrisio.
Il suo nome richiama alla mente gli anni ruggenti della Formula 1 e grandi campioni come Emerson Fittipaldi, Jacky Ickx, Alain Prost – che Lauda ha definito causticamente “un francese” – e il suo grande rivale, James Hunt. Alla sfida tra i due il regista Ron Howard ha dedicato il film “Rush”.
La casa da gioco, che fa parte del Gruppo Novomatic, sponsor di Niki Lauda, ha ricreato nei giorni scorsi l’atmosfera di un vero campionato di Formula 1 con tanto di auto, bandiere a scacchi e classifiche. Per ben 5 giorni si sono susseguite sfide di velocità a bordo di una perfetta replica di una monoposto da corsa, alle quali hanno preso parte ben 600 persone. Ieri sera i 12 migliori “piloti” si sono sfidati e Lauda ha premiato il vincitore. Ma prima si è concesso alla stampa. Simpatico e disponibile, ha raccontato il suo pensiero in pillole, senza peli sulla lingua.
E Lauda ha parlato naturalmente di Clay Regazzoni, di cui ricorre quest’anno il decimo anniversario della morte. Il pilota ticinese fu suo compagno nel ‘73 alla BRM, e favorì l’anno dopo il suo passaggio alla Ferrari.
“Clay era un amico, una persona affidabile e molto simpatica, un giusto. E un pilota molto forte. Alla fine ero più veloce di lui, ma non sempre. Quando ho iniziato alla Ferrari, nel ’74 ero un giovane senza testa. Ho perso tre corse per stupidità. Quell’anno vinse Fittipaldi, con la McLaren, che andava fortissimo, L’anno dopo vinsi io”.
Poi, nel ’76, il drammatico incidente al Gran Premio di Germania: “Mi è costato un orecchio e il campionato mondiale. Ma mi sono considerato fortunato perché sono sopravvissuto e ho potuto tornare a correre e a vincere ancora”.
Alla domanda chi è stato il più grande campione di tutti i tempi, Lauda non ha risposto. “È impossibile dirlo. Ai miei tempi le macchine e i circuiti erano un’altra cosa. Non si possono paragonare a quelli di oggi. Per me, però, Airton Senna è stato un grandissimo pilota. E anche Michael Schumacher, che ha vinto sette Mondiali”.
Già, i tempi sono cambiati: macchine e circuiti oggi sono molto sicuri. E Lauda ammette che la riduzione dei rischi ha fatto un po’ scemare l’interesse per la Formula 1. “Dobbiamo fare in modo di avere delle auto sicure ma difficili da guidare. Solo così potremo avere ancora dei grandi campioni”.
E quest'anno chi ci soprenderà? "Secondo me la Ferrari. Ma spero la Mercedes..."
emmebi