Vedrete il lago Maggiore, le Centovalli, la Verzasca, la Vallemaggia, le valli del Luinese, il golfo di Locarno, Bellinzona, Lugano, le sue valli e il suo lago, e sullo sfondo le vette più maestose delle Alpi: il Rosa e il Cervino…
Non è una passeggiata. È un trekking. E anche abbastanza impegnativo per chi non è alpinista o fa corsa in montagna. Dire esattamente quanto sali e quanto scendi non è facile, perché la traversata Lema-Tamaro, o Tamaro-Lema, è tutta un sali-scendi sulla cresta che separa il Ceresio dal Verbano, a una quota media di 1'500 metri. Io ho calcolato circa 750 metri di dislivello positivo, ma su qualche sito si parla di oltre 800.
Boh, ma poco importa. La difficoltà sta nella lunghezza del percorso. C’è chi parla di 13, chi di 15 chilometri… Anche qui, le versioni variano.
Come i tempi di percorrenza, del resto. Le 5 ore indicate dai cartelli gialli sono molto ipotetiche, perché se fai qualche sosta, se ti fermi spesso a guardare i panorama fantastici che ti si aprono davanti, se ogni tanto ti prende il fiatone, se non cammini come un mulo con i paraocchi, e soprattutto se sali sulle due cime, Monte Gradiccioli (1'936 metri) e Monte Tamaro (1'962 metri), il tempo giusto è di circa sei ore e mezza. Soste comprese. Take it easy. Cani ammessi, come testimoniano le foto, anche se alla fine saranno un po' provati anche loro...
Quindi, per chi parte dal Lema (salendo con la funivia da Miglieglia), occhio che l’ultima corsa delle ovovie che scendono dal Tamaro (alpe Foppa) verso Rivera, è ancora alle 17 (più avanti sarà alle 18).
La mitica traversata Tamaro-Lema, una delle più belle vie alte del Ticino, è aperta da pochi giorni - il sentiero è ormai sgombro da neve - e gli orari sono ancora quelli della bassa stagione.
La versione che preferisco è prendere il mini bus che parte da Rivera alle 9 (stazione dell’ovovia), ti porta a Miglieglia, nel Malcantone, dove con la funicolare raggiungi il Lema. Per ora solo nel week end, in piena stagione tutti i giorni. Perchè la salita dall'Alpe Foppa al Tamaro è su una strada sterrata, che è meglio fare in discesa.
I rododendri lungo il percorso non sono ancora in fiore, i costoni portano ancora i segni dell’inverno, ma ci sono le genziane che regalano qualche macchia di colore viola intenso lungo il cammino. E adesso, che non fa ancora caldissimo, è il momento giusto per affrontare la traversata.
Altra cosa da considerare: riempitevi il sacco di acqua o di liquidi senza speculare sul peso, perché non avrete molte possibilità di dissetarvi durante la traversata, e il sole picchia forte a quelle quote. Con l’ombra praticamente assente.
Qualche passaggio è un po’ esposto (ma sempre ben protetto) e se soffrite di vertigini e volete vincere il timore, questa è esattamente l’escursione che fa per voi. Del resto, stiamo parlando di un percorso in cresta. Quindi qualche strapiombo ogni tanto ci sta.
Comunque, se decidete di fare questa escursione, fatela fino in fondo: prendetevi il tempo e il fiato per salire sulle vette del Gradiccioli e del Tamaro, raggiungendo le due croci, anche se guardandole da sotto vi verrà da dire “ma chi me lo fa fare”.
Già, perché l’alternativa è aggirare le cime seguendo il sentiero ‘basso’, ma così vi perderete la vista dalle cime, che è una meraviglia. Vedrete il lago Maggiore, le Centovalli, la Verzasca, la Vallemaggia, le valli del Luinese, il golfo di Locarno, Bellinzona, Lugano, le sue valli e il suo lago, e sullo sfondo le vette più maestose delle Alpi: il Rosa e il Cervino…