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15.05.2024 - 11:260
Aggiornamento: 12:32
 

Un amore finito, il crollo, la cocaina... Samuele: "Ecco perché ho deciso di raccontare la mia storia"

Il giovane del Luganese autore di "Scacco alla dama bianca": "Lei c’era sempre ed era diventata l’unica amica su cui contare"

“Scacco alla regina bianca” (Fontana Edizioni) è la storia vera di un giovane del Luganese, che ha firmato il libro con lo pseudonimo di Samuele C. Racconta come si è trovato intrappolato in una dipendenza da cocaina che minacciava di consumare la sua vita - "lei c’era sempre ed era diventata l’unica amica su cui contare" -. È un racconto diretto, senza filtri, in cui l’autore narra la sua storia così come l’ha vissuta. Ma non solo. Oltre la narrazione personale, Samuele apre una discussione sulla dipendenza, portando alla luce una realtà claustrofobica e segreta che troppo spesso preferiamo evitare. Perché la dipendenza non ha un solo volto, ma molti. Ha tanti nomi e molte vite che si fermano a causa sua. Eppure, in mezzo alla disperazione, c’è spazio anche per la speranza. Come dimostra la storia di Samuele, che trova la forza per ripartire.

Gli abbiamo chiesto di raccontarci come è nato questo libro.

di Samuele C.

Ho deciso di scrivere questo libro anzitutto a scopo terapeutico, per elaborare il mio vissuto personale. In seguito, però, ho pensato che la mia storia potesse essere utile anche ad altre persone che, come me, hanno avuto problemi di tossicodipendenza e che sono determinate a dare una svolta positiva alla propria vita.

Per mia esperienza, ho riscontrato una carenza generale di informazioni quando si tratta di intraprendere un percorso terapeutico, su cosa esso comporta a livello psicologico; per questo ritengo che molte persone, com'è accaduto a me, abbiano paura di mettersi in gioco e iniziare seriamente a riprendere in mano la propria vita. Basta poco per trovare una scusa, e rimandare così di continuo il momento della propria svolta personale. È così che ho capito che raccontare e far leggere la mia storia potesse essere d’aiuto ad altri nella medesima condizione; non solo a coloro che vogliono o devono intraprendere un percorso di guarigione, ma anche ai loro familiari e alle persone che decidono di seguire un figlio o un amico lungo questo cammino lungo e doloroso. O, semplicemente, a chi è curioso di saperne di più su questo tema, sui risvolti oscuri del percorso terapeutico, su come si sente e cosa prova la persona che lo affronta, sui motivi che possono portare a cadere nel circolo vizioso della droga e quelli che portano poi ad uscirne.

Il libro parla della mia storia personale, è vero, e ogni persona ha una storia differente con diverse motivazioni, spesso contrastanti, che inducono a fare (o a non fare) determinate scelte. Tuttavia, nella storia personale di ognuno c’è un denominatore comune: la sofferenza. Uno o più motivi di sofferenza e di disagio, che non per forza devono essere portati in superficie, ma devono essere gestiti e domati per poter essere sereni, per avere piena coscienza di noi stessi, saper reagire in modo adeguato alle situazioni - belle o brutte - che la vita ci pone. Questo percorso terapeutico ha come base la scoperta degli angoli più reconditi di noi stessi, imparare ad affrontarli e poco alla volta distruggerli.

Dopo la fine della relazione con la mia ex compagna, la mia vita ha avuto un pesante crollo emotivo. Non riuscivo a ritrovare la mia stabilità. Ciò ha coinciso con un periodo alquanto stressante nello studio e nel lavoro, che mi ha condotto a un cedimento definitivo a livello mentale, alla perdita del controllo del mio stato psicofisico, già molto fragile. Ho provato a reagire con i mezzi a mia disposizione, ma più cercavo con tutto me stesso delle soluzioni, più ero insoddisfatto delle risposte che ottenevo. Fino al momento in cui, per motivi a me molto chiari, ho mollato tutto. Non riuscivo più a trovare la forza di rialzarmi e lottare.

Ed è così che sono caduto nel circolo vizioso della droga, con il risultato che la mia esistenza ha preso una piega ancora peggiore, con conseguente aumento dei miei sensi di colpa e incapacità di immaginare il mio futuro. È stato dopo il primo ricovero in ospedale che ho deciso riprendere in mano la mia vita. Ne ho parlato con la mia famiglia, e da quel momento è iniziato il mio percorso di rinascita. A partire dalla prima, difficile e radicale scelta di lasciare il Ticino…

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