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Natale vuol dire... film in famiglia. "Ci fanno essere più allineati con la vita"
Un psicologa spiega come mai, immancabilmente, ogni anno si sceglie di rivedere pellicole come 'Una poltrona per due' o 'Mamma ho perso l'aereo'. "Spesso le scorpacciate sono iniziate da bambini, quando si credeva nella magia e nella speranza"
Un frame di 'Una poltrona per due'

NEW YORK - Alzi la mano chi non ha mai passato una delle serate del periodo delle feste guardando in famiglia 'Una poltrona per due'. Nella maggior parte dei casi, la tradizione è iniziata da bambini, con i propri genitori e l'albero di Natale illuminato, poi è proseguita durante la giovinezza e ancora poi con la propria famiglia e i propri figli, in una sorta di ossequio alle tradizioni. Ma non solo: le pellicole sono spesso le stesse, e nonostante i molti film che escono ogni anno, sui canali televisivi in questi giorni abbondano i titoli noti e stranoti, da quelli con tema prettamente natalizio a quelli d'amore più famosi, sino alle commedie per bambini.

E chi durante l'anno è alla ricerca costante di novità, attendendo con ansia la prossima stagione della propria serie tv o di scoprirne di nuove, si adagia a rivedere pellicole che ormai conosce a memoria. Chi non saprebbe ripercorrere senza copione le battute di 'Mamma ho perso l'aereo'? Poco importa quale è il proprio genere preferito, la scorpacciata di film a Natale accomuna tutti.

Anche chi non ama le trame tutto sommato banali e i finali zuccherosi, si lascia incantare dall'ennesima commedia dove una persona oberata di lavoro e tutto sommato infelice finisce per caso in un villaggio sperduto e addobbato per Natale e cambia vita innamorandosi di una persona locale, del tutto diversa. Una psicologa e psicoterapeuta ha provato a spiegare i motivi per cui nel periodo natalizio cambiano le abitudini davanti al piccolo schermo.

“Rispetto al passato, oggi viviamo più che mai in un periodo storico instabile, un mondo che va sempre più a rotoli, con crisi economica e dei valori. Guardare un film con il lieto fine dà un senso di certezza e assicura tranquillità”, spiega infatti, riferendosi non solo al Natale, la dottoressa Carmen Di Muro. 

“Dagli studi scientifici di frontiera emerge che quando si passa da uno stato di perturbazione interna, in cui c’è sempre un sistema di allerta per reagire alle situazioni stressanti di tutti i giorni, a uno stato di tranquillità, emozioni e pensieri si placano e si ha una visione positiva della vita. Sono processi fisiologici che rasserenano. Tutto ciò che è routinario e ripetitivo accende meccanismi ontologici e fisiologici connessi indelebilmente con le emozioni”, prosegue. 

“Chi fa scorpacciate di questi film lo faceva già da bambino, quando la percezione era diversa, quando ancora si riusciva a credere nella magia e nella speranza”, aggiunge, citando la sensazione di calore e di famiglia che queste pellicole portano, oltre al fatto che danno vita a delle emozioni che "orchestrano il salto corpo-psiche e viceversa, innescando anche dinamiche di guarigione”, delle endorfine. Anche la ripetitività, dunque il scegliere sempre gli stessi film, "fa sì che ognuno ritrovi il proprio centro e risulti più allineato con se stesso e con la vita”. 

È evidente, in pochi credono davvero alle vicende che vedono sullo schermo, ma dopotutto, per poche ore e pochi giorni all'anno, che cosa importa? La magia del Natale è anche quella. 

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