Per Marco De Paolini, ricercatore universitario in Messico, si tratta di una "battaglia per la libertà". Il Comune risponde picche, ma consiglia il giovane su come poter continuare la sua lotta: "Puoi appellarti alla Corte di Giustizia europea"
MESSICO/MONZA – Sono un pastafariano e, nel rispetto del mio credo, voglio una foto con uno scolapasta in testa sulla carta d’identità. Una “battaglia per la libertà”, come la definisce lui stesso, quella intrapresa la Marco De Paolini, ricercatore universitario in Messico e seguace della religione-parodia Pastafari.
Diritto che però De Paolini si è visto negare dall’impiegata dell’ufficio dell’anagrafe di Monza. Ma la decisione non è certo stata presa a cuor leggero dagli uffici comunali brianzoli che anzi hanno interpellato anche la prefettura a riguardo, scoprendo che già un cittadino di Cuneo si era visto negare la sua “libertà di credo”. Il comune ha così dovuto applicare le direttive del Ministero dell’Interno, consigliando però il giovane ricercatore su come continuare la sua battaglia religiosa. A questo punto quindi a De Paolini non resta che interpellare a sua volta la Prefettura o spingersi oltre e rivolgersi direttamente alla Corte di Giustizia europea.
Il Pastafarianesimo nasce circa otto anni fa nell’ambiente accademico del Kansas. Si tratta di un’ironica protesta contro la decisione di insegnare obbligatoriamente nelle scuole dello stato la teoria creazionista assieme a quella evoluzionistica. Bobby Henderson, fondatore del movimento, inviò una lettera aperta al Kansas State Board of Education in cui parodiò il concetto di disegno intelligente dichiarando di credere in un creatore sovrannaturale molto simile a degli spaghetti con le polpette. Rivendicò pure uguali ore di insegnamento per la teoria della creazione Pastafariana insieme a quelle del “disegno intelligente” e dell’evoluzione. Infatti, per Henderson, dato che il movimento a favore del disegno intelligente utilizza riferimenti ambigui a un non meglio precisato “Progettista Intelligente”, ogni entità concepibile può assolvere a questo ruolo, compreso quindi anche il “Prodigioso Spaghetto Volante”, di cui lo scolapasta è simbolo.
Il primo a vincere la battaglia per la libertà fu, nel 2011, Niko Alm: al cittadino austriaco l’ufficio dei trasporti di Vienna riconobbe il diritto di esprimere il suo pastafariano credo accordandogli di inserire nella patente di guida una sua foto con lo scolapasta in testa. Mentre nel luglio di quest’anno a Brno, in repubblica Ceca, Lukáš Nový ha ottenuto il permesso di utilizzare una foto con indosso il simbolo del “Prodigioso Spaghetto volante” per la propria carta d’identità (vedi foto). Permesso concessogli in accordo alle leggi nazionali che permettono l’utilizzo di copricapi per motivi medici o religiosi a patto che non nascondano il volto.