CRONACA
Reati finanziari, la Polizia: “Un tipo di criminalità che non sente crisi, anzi…”
Fra i reati più denunciati la falsità in documenti, la truffa, l’appropriazione indebita e l’amministrazione infedele. Ma spesso emergono anche truffe a danno delle assicurazioni sociali e il dubbio di fallimenti fraudolenti

BELLINZONA – Un 2013 che si è rivelato impegnativo per la Sezione reati economico finanziari (REF), perché, come sottolineano nel comunicato diramato oggi, “questo tipo di criminalità non risente la crisi”, anzi.

Lo scorso anno, spiega la REF, la sezione ha lavorato a 207 inchieste, di cui 145 portate a termine. Il 53% degli imputati è di nazionalità italiana, il 31% svizzero e il 17% di altre nazionalità. I reati maggiormente denunciati sono stati la falsità in documenti, la truffa, l’appropriazione indebita e l’amministrazione infedele. Spesso emergono però anche altri tipi di reato, quali l’omissione della contabilità, la bancarotta fraudolenta, la frode fiscale e i reati contro le assicurazioni sociali.

Proprio su quest’ultimo punto, scrive la REF, “le truffe a danno delle assicurazioni sociali (disoccupazione, infortuni, invalidità, malattia) sono certamente sempre esistite, ma il fenomeno è estremamente radicato anche in Ticino. probabilmente a causa del continuo aumento dei premi delle casse malati, oggi si assiste a un gran numero di persone comuni che, presentando fatture false, si fanno rimborsare dalle casse malati l’acquisto di prodotti di bellezza e cure di bellezza o estetiche. Il fenomeno è così radicato che dalle inchieste condotte è emerso che per taluni operatori del settore proporre ai loro clienti la messa a adisposizione di fatture false è un autentico argomento di marketing per accrescere e fidelizzare la clientela”.

Anche nel settore assicurativo aumentano “i casi di persone che fanno della truffa una vera e propria professione”. Generalmente, spiegano nel comunicato, si parte dall’acquisto di una società dormiente e priva di capitale dalla quale farsi assumere con contratti a salari elevati, allargando poi l’assunzione, negli stessi termini, a parenti e conoscenti. Da questo momento vengono messe in atto tutte le misure per ottenere denaro: falsi infortuni o malattie per ottenere le relative indennità, richieste di invalidità, licenziamenti al fine di ottenere le indennità di disoccupazione, fino all’annuncio alle assicurazione di danni a oggetti o cose inesistenti.

“Chi opera in questo settore – aggiungono – commette nel frattempo altri illeciti, ad esempio denunciando all’estero il furto di auto di valore prese in leasing, che in realtà vengono rivendute a organizzazioni criminali internazionali dedite al commercio di auto d’occasione, oppure facendo acquisti  di apparecchiature elettroniche a nome della società e che non verranno mai pagati”.

Per quanto riguarda i fallimenti aziendali, anche la REF mette l’accento sull’ ‘ondata’ registrata in Ticino: “Lo studio pubblicato ad ottobre dalla Società internazionale di informazioni economiche Bisnode, relativa ai fallimenti aziendali per insolvenza nel 2013, indica il Ticino in netta controtendenza rispetto al resto della Svizzera con un +28% rispetto all’1% nazionale. In controtendenza è pure il dator elativo alle nuove iscrizioni a Registro di commercio (in Ticino +13%, +3% nel reso del Paese). In questi dati vi è il fondato timore che vi siano non pochi fallimenti provocati ad arte e quindi dei reati penali. Ma anche sulle nuove iscrizioni bisogna essere prudenti perché troppo spesso si rilevano nuove società in realtà non capitalizzate, il che può costituire il reato di conseguimento fraudolento di una falsa attestazione”.

Infine, sempre presenti, illeciti anche nel settore finanziario e parabancario (“dove si constata la presenza di broker, prevalentemente legati al mondo finanziario italiano) e in quello fiduciario, “dove non mancano inchieste relative a fiduciarie che si sono appropriate illecitamente del denaro dei loro clienti, o che non l’hanno amministrato secondo gli accordi”.

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