CRONACA
Locarno e la sua ‘desolazione mondiale’, Scherrer: “Polemiche sterili. Quando il maxischermo c’era, la Piazza Grande era vuota”
Il capodicastero sicurezza respinge le critiche per il mancato “villaggio Mondiale” locarnese: “La spinta deve partire dai privati e per la Piazza non abbiamo ricevuto richieste. La Rotonda era una possibilità, ma abbiamo preferito tutelare i ristoratori"

LOCARNO – Impazza la polemica contro Locarno e la sua “gestione silenziosa” di questo Mondiale. Nessun maxischermo in città e per i bar una serie di limitazioni che avevano fatto gridare allo scandalo i Giovani Liberali Radicali non appena pubblicate l’11 giugno scorso (vedi allegato). Intanto la Nazionale si aggiudica gli ottavi e il malcontento dei locarnesi dilaga: virale ormai il fotomontaggio che mostra le piazze di Lugano e Bellinzona (ndr. la foto è di quattro anni fa) gremite di gente accostate alla desertica Piazza Grande.

Abbiamo quindi contattato il capo dicastero sicurezza Alain Scherrer, che proprio oggi, sul Corriere del Ticino, respingendo le critiche per la mancanza di un “villaggio Mondiale” locarnese, ha dichiarato: “Come amministrazione pubblica non abbiamo mai parlato della possibilità di organizzare direttamente qualcosa del genere, anche perché credo che generalmente queste iniziative debbano essere opera di privati, tutt’al più della collaborazione tra pubblico e privato”.

Scherrer, veniamo subito al punto e partiamo proprio da questa dichiarazione: avete aspettato, quindi, l’arrivo di una proposta privata, che non c’è stato. A Lugano invece, dove il villaggio mondiale c’è, la questione è stata affrontata diversamente, il dicastero eventi ha organizzato il tutto e ha coinvolto poi i privati. Insomma, il paragone dimostra che la collaborazione è bene ci sia e funziona, ma quando è l’ente pubblico a prender in mano le redini. Perché a Locarno non è stato fatto?

“Ripeto, in generale credo che in tutte le manifestazioni e gli eventi ricreativi la spinta debba partire dal privato e poi il Comune, se gradisce il progetto, deve dare le facilitazioni e l’aiuto del caso. Lugano ha deciso di operare diversamente, ma anche a Giubiasco il maxischermo è stato organizzato da privati. Hanno fatto quello che avrei voluto si fosse reso possibile anche a Locarno, seguendo l’iniziativa dei privati”.

Le proposte da parte dei privati, e penso soprattutto alla Rotonda, però ci sono state.

“Per la Piazza Grande non ne abbiamo ricevute. Per la Rotonda sì, ci sono state presentate due richieste per installare un maxischermo. Abbiamo però deciso, principalmente per non creare concorrenza ai gerenti che avrebbero così visto i propri clienti indirizzarsi in altri posti, di non concedere questa autorizzazione in centro ma di darla a un luogo più decentrato, che è quello di Riazzino, dove appunto la città ha autorizzato il Mundial Village. Ma vorrei aggiungere che c’è anche stata una terza proposta da parte di un privato che aveva richiesto la possibilità di installare un maxi schermo sul lungolago. Purtroppo però per farlo si sarebbe dovuto deviare il traffico su una zona 30, ciò, sommato ai lavori in corso nell'area, avrebbe creato troppi problemi e abbiamo dovuto negare l’autorizzazione. E di questo son dispiaciuto, perché era una bella idea”

Bene, Riazzino c’è, ma l’effetto che si crea in città è poi quello di una Locarno desolatamente vuota. Insomma, si tratta di un evento particolare, che si ripete solo ogni quattro anni. Attendere l’arrivo di un privato con l’idea giusta o decentrare ‘la movida’, non pensate abbia portato la città a perdere un’occasione, anche di introiti oltre che d’immagine?

“Sinceramente, trovo che su tutta questa questione si stia montando sul nulla una polemica ad arte. Anzi, a mia memoria, la prima volta che è stato organizzato qualcosa in città in occasione dei Mondiali era negli anni ’80. Dopo non ricordo altri maxischermi se non quello dell’UBS Arena per gli ultimi mondiali e francamente non mi sembra proprio di poter dire sia stato un grande successo di presenze, al contrario! Dov’erano allora quelli che adesso si lamentano? Le alternative, in ogni caso, ci sono e i posti per vedere le partite comunque non mancano. La Rotonda poteva esser in quest’ottica una soluzione interessante ma, ripeto, noi abbiamo preferito ragionare a tutela dei ristoratori”.

Proprio sul tema gerenti e ristoratori, altra grande lamentela riguarda il fatto che comunque le regole sono ‘strettine’, mancano ad esempio deroghe per aperture straordinarie.

“Non è vero, la deroga è permessa, basta chiederla. Per le partite dopo la mezzanotte ovviamente è limitata all’interno dei locali, per le altre si può sfruttare anche gli esterni, chiaro, senza tenere il volume al massimo dopo le 23”.

Il suo punto è chiaro: la polemica non sussiste. La questione però va comunque a toccare un ‘tasto dolente’: Locarno si propone come una città turistica, ma poi le scelte fatte (come le limitazioni sugli orari e, ora, la decentralizzazione della ‘movida mundial’) finiscono col creare l’impressione di una città vuota e senza vita. Impressione turisticamente poco attrattiva direi.

“Ponga la domanda al direttore dell’ente turistico. Dal canto mio non trovo sia così e sono stufo di queste polemiche montate ad arte”.

ibi

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