CRONACA
Ex Macello, botta e risposta tra i molinari e il Municipio. Borradori: “Se tirano al corda, andremo dritti per la nostra strada”
L’assemblea dell’autogestione si diceva pronta all’incontro ma a due condizioni: che avvenga dopo le elezioni e senza Quadri

LUGANO – Botta e risposta a suon di lettere e dichiarazioni tra l’assemblea del Centro Sociale Autogestito (CSOA) il Molino e la municipalità di Lugano. L’invito all’incontro per valutare il futuro dello stabile e dell’autogestione è stato infatti accettato dai molinari (“Come sempre in 18 anni”, scrivono), ma con alcuni distinguo.

CSOA: “Incontro sì, ma dopo le elezioni e senza Quadri”

Gli otto punti della missiva ripercorrono i temi salienti di questi ultimi anni di occupazione: i costi, la bagarre emersa sulle fatture, la salvaguardia del luogo grazie all’autogestione con attività a favore, contrariamente alle critiche emerse, della popolazione. “Cosa si intende quando si parla “di ridare il macello alla popolazione”? Non considerate forse “popolazione” le varie centinaia di ragazz*, giovani e meno giovani, famiglie, studenti, operai, contadini, migranti, punk, sans papier, ultras, venditori di rose che settimanalmente frequentano lo spazio? O non rientrano nel vostro concetto di “popolazione”?"

Lo stile graffiante di sempre emerge quando si arriva al presente e al “ricatto ‘o accettate un posto nuovo o vi sgomberiamo”, frutto, secondo i molinari, “delle libidini pre-elettorali di giovani inesperti”, ossia del municipale Michele Bertini, che negli scorsi giorni aveva proposto lo sgombero nel caso in cui non si riuscisse a dialogare. Insomma, per CSOA, il nuovo diktat giunto è frutto della ricerca di protagonismo pre elettorale e per questo accettano sì l’incontro ma propongono “di lasciar trascorrere il tempo a voi caro delle elezioni, così da evitare manipolazioni e tornaconti personali sulle spalle del Molino”.

I molinari mettono poi sul piatto un’altra ‘condizione di incontro’: l’assenza del municipale Lorenzo Quadri. “Da ultimo, visti i tempi bui, ci permettiamo di ricordare che il Molino, da sempre, combatte i comportamenti fascisti, razzisti e omofobi, per cui il biondino con la coda che siede in Municipio preferiremmo se ne restasse in altra sede a farneticare su immigrati, musulmani e frontalieri”.

Borradori: “Se tirano al corda, andremo dritti per la nostra strada”

Condizioni e toni che non trovano d’accordo il sindaco Marco Borradori, che dalle colonne del Corriere del Ticino, intervistato a riguardo, risponde risoluto: “Niente condizioni. Noi continuiamo a lavorare seriamente anche quando ci sono le elezioni”. La speranza rimane quella di inserire in agenda l’incontro il prima possibile, ma, complici vacanze e assenze, almeno sulla richiesta del ‘dopo 19 aprile’ i molinari si vedranno, per questioni di forza maggiore, accontentati.

L’incontro, in cui il Municipio chiarirà i suoi progetti per l’ex Macello e le nuove sedi immaginate per il futuro dell’autogestione, non sarà comunque facile: “Se tirano la corda, andremo dritti per la nostra strada”, commenta ancora Borradori al CdT, aggiungendo che i toni usati, vedi anche il riferimento a Quadri, per quanto prevedibili, “non mi piacciono affatto e non sono la premessa migliore per un incontro. Non che mi aspettassi qualcosa di diverso. Vediamo se la disponibilità al dialogo c’è veramente”.

 

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