BELLINZONA - Un duro scontro fra scienziati. Una sorta di guerra delle molecole. Da una parte Carlo Croce, direttore del Cancer center di Columbus. Dall'altra il cofondatore dell'IRB di Bellinzona Antonio Lanzavecchia. Il Caffé dedica questa mattina ampio spazio alla polemica fra i due scienziati. Una polemica lanciata da Croce con pesantissime accuse al collega.Il centro nevralgico della diatriba, spiega il domenicale, è la Nerviano medical center, "centro di ricerca sui farmaci contro il cancro della regione Lombardia con quasi 500 dipendenti, che sta affondando sotto il peso di quasi 200 milioni di euro di debiti, dopo averne inghiottiti 128 dal 2012 al 2014". Antonio Lanzavecchia è presidente della Fondazione regionale (lombarda) della ricerca biomedica proprietaria di Nerviano, di cui Croce era vicepresidente. Ebbene, dalle Colonne del Corriere della Sera, Croce ha attaccato Lanzavecchia per la nomina alla presidenza dell'ente, definita "un'assurdità", proprio a causa del dissesto finanziario di Nerviano. "Certo non materialmente ma nella sua veste di dirigente", ha detto Croce, il fondatore dell'IRB sarebbe da ritenersi in qualche modo responsabile.La vicenda è assai intricata perché qui spunta un terzo soggetto: l'Istituto dermopatico dell'Immacolata (Idi), di Roma "ai tempi proprietario di Nerviano". E proprio in quegli anni, secondo il racconto di Croce, "si sono poste le basi per la bancarotta di Nerviano".A questo punto ascoltiamo "la difesa di Lanzavecchia", raccolta dal Caffé: "Io ero direttore scientifico dell'Idi, mi occupavo solo di ricerca. Il fatto che poi la proprietà dell'Idi abbia comprato Nerviano non riguarda assolutamente la mia funzione. Che c'entro io con i conti?". Una difesa insufficiente secondo Croci che, sempre al domenicale, incalza dagli Stati Uniti: "L'Idi è finito nei guai anni fa e il suo ex consigliere delegato è stato arrestato con l'accusa di aver sottratto milioni. Si deve o no tenere conto di fatti come questi quando si procede a una nomina? Se si è ai vertici di un istituto di ricerca non si può dire che con i conti non si ha nulla a che fare. Io a Nerviano ho indirizzato le ricerche sulle molecole, che una volta vendute hanno portato soldi. Quella di Lanzavecchia mi pare una contraddizione e anche un conflitto di interesse perché la sua Fondazione è di fatto proprietaria di Nerviano". Contro replica di Lanzavecchia: "Non capisco questa accusa di conflitto di interessi. Io sono presidente della Fondazione, ente no profit. E nel mio ruolo mi occupo unicamente di ricerca scientifica, non ho pertanto alcuna competenza nella gestione del Nerviano medical center. È vero, la Fondazione è azionista unico di Nerviano, ma gestione e strategia industriale dipendono completamente dalla Regione Lombardia". E ancora: "Non mi sono mai occupato e d'altronde non ne avrei avuto formalmente le competetenze della sua gestione. La Fondazione che presiedo deve riorganizzare la ricerca in Lombardia su criteri trasparenti e di merito. Ha un consiglio d'amministrazione composto da me e dal professor Emilio Baietta, entrambi non percepiamo alcuna remunerazione, poi c'è il direttore generale Aldo Tagliabue, immunologo, che invece è pagato".E proprio sul nome di Tagliabue, dal Corriere della Sera, Croce lancia un'alto siluro. Secondo lo scienziato americano Lanzavecchia avrebbe venduto a Tagliabue, che ha una piccola società di biotecnologie, l'Alta srl, una molecola scoperta all'Irb di Bellinzona. E Tagliabue l'avrebbe poi rivenduta a Novartis. "Croce evidentemente - ribatte il fondatore dell'IRB - fa confusione. Tagliabue non c'entra proprio nulla. Forse avrà letto della vicenda della ex ricercatrice che ci aveva fatto causa".