Dal 5 novembre e per una settimana il patron Bruno D'Addazio propone piatti tipici piemontesi generosamente "grattati"
LOCARNO - L’etimologia è chiara: tartufo deriva da due antiche parole, una latina e una italica, e significa “tubero della terra”. Se invece parliamo di tartufo bianco, il nome scientifico è tuber magnatum, che si potrebbe tradurre in “tubero dei ricchi signori”, proprio per il fatto di essere un boccone pregiato, e quindi costoso.
Se poi parliamo in modo specifico del tartufo d’Alba, allora c’è un modo di dire che sicuramente piace di più al Baffo, al secolo Bruno D’Addazio, patron del ristorante Lungolago di Locarno: “trifola”. Nelle Langhe, il tartufo lo chiamano così.
Da questa sera, giovedì 5 novembre, e per una settimana, al “Lungo” il motto è “Noi lo grattiamo”. È la settimana del tartufo bianco.
“Anche all’Arrosticceria non ce lo facciamo mancare – dice D’Addazio, ricordando che il ‘Lungo’ si è trasferito provvisoriamente nella vicina struttura del tennis -. Proponiamo menù tipici piemontesi: taglierini fatti in casa, risottini, uova, formaggio fuso, piatti di carne con il contorno giusto… Tutti ricoperti da una generosa grattata di tartufo bianco. Abbiamo un prezzo fisso, quindi non facciamo pagare in base al peso. Il mio motto è che di tartufo ne mangi più da noi che ad Alba”.
Provare per credere. La prenotazione è gradita, conclude il Baffo, perché i posti sono limitati.