GINEVRA/LUGANO – Sempre più giovani tra i 16 e i 18 anni frequentano le prostitute. Questa la tendenza fotografata da una inchiesta de Le Matin Dimanche e confermata anche da uno specialista degli Ospedali universitari ginevrini (HUG).I “baby” clienti sono spesso giovani di buona famiglia e si presentano in particolare nei weekend e durante le vacanze. Una decina a settimana, in media, il loro numero. E per alcuni postriboli stanno diventando una considerevole fetta del proprio giro d’affari, anche fino al 25%, come ha dichiarato il proprietario di una casa chiusa ginevrina. Un trend di cui molte prostitute non sono entusiaste e che porta alcune di loro a respingere i minorenni. I ragazzi sono spesso ubriachi e, raccontano le lucciole, molto insistenti. “Fanno molte più richieste rispetto agli uomini più anziani. Vengono con le loro ossessioni e spesso dobbiamo dire loro che non tutto ciò che immaginano è realizzabile”.L’indagine riguardava in particolare Ginevra, ma quanto emerso non è estraneo anche ad altri luoghi: come commentava confermando la tendenza il medico specializzato in sessuologia presso gli HUG Francesco Bianchi-Demicelli, “si tratta di un fenomeno nascosto e difficile da quantificare”.Per la sessuologa Kathya Bonatti le cause di questo trend in aumento sono molteplici. “Fra di loro ci sono anche ragazzi dalla condizione socioeconomica medio alta e con una buona istruzione”. Non è quindi un fenomeno legato a una marginalità o all’impossibilità di creare una connessione con le coetanee. Proprio “connessione”, in altro senso, è una delle parole chiave in questo discorso. “I ragazzi sono sempre più incapaci a strutturare la propria personalità preparandola ad affrontare relazioni reali, e non virtuali”.E in una relazione reale, bisogna anche saper accettare il rifiuto. “C’è una sempre maggiore difficoltà ad confrontarsi con un ‘no’ come risposta. Per evitarlo, si sceglie la via più semplice e facile: quella di andare con le prostitute”, spiega Bonatti.Altra causa scatenante è poi il confronto. Confronto, da una lato, con i coetanei: “Non si sentono rassicurati sulle loro dimensione e prestazioni e per non essere giudicati preferiscono affrontare le prime esperienze con delle prostitute. Le ragazze oggi parlano molto di più fra amiche del sesso, confrontando le relazioni sessuali avute e questo può far paura a un giovane che teme di essere deriso dal paragone”.Paragone che è poi alimentato da una sempre maggiore esibizione della sessualità secondo certi canoni a cui i giovani sono esposti. Il confronto è perciò, d’altro lato, con le prestazioni esibite dalla pornografia, prosegue Bonatti, “con la paura quindi di non essere all’altezza di quell’immaginario, distorto, proposto dai media”. Un’ultima motivazione è nella preferenza di alcuni al comprare. “L’acquisto è, anche in questo caso, legato a un contratto: si vuole una prestazione e si paga per averla, slegandola così completamente da una dimensione emotiva troppo impegnativa per chi non ha, e non è stato educato ad avere, una maturità affettiva”. In altre parole, la prostituta permette di scindere tra atto meccanico ed emotivo, tra sesso e sessualità: “Il primo è un piacere legato alla sola sfera della genitalità, il secondo, invece, è un piacere legato a dimensioni più ampie e profonde in cui rientrano i sentimenti, le emozioni, le relazioni amorose… Per chi non ha voglia di impegnarsi o le capacità per comprendere questa dimensione emotiva è semplicemente più facile comprare”. D’altro canto, aggiunge la sessuologa, “i ragazzi sono sempre più fruitori della masturbazione pornografica. Pensano quindi che questa sia la sessualità e così soddisfano le loro fantasie erotiche attraverso qualcuno che sono sicuri dirà loro di sì”.L’aumento di questo fenomeno non è qualcosa a cui guardare come una semplice goliardata. Tutto dipende dalle motivazioni che portano questi ragazzi a ricorrere sempre più al sesso a pagamento e dall’assiduità. Ma l’aver conosciuto il sesso in questo modo può poi lasciare conseguenze nell’adulto. “Noi siamo come animali – commenta Bonatti –, il nostro imprinting è legato alle prime esperienze che viviamo, così anche nel sesso. In questo senso, aver avuto la possibilità di accedere a una sessualità “senza limiti”, può poi porre delle problematiche nella relazione quotidiana con il proprio compagno di vita”.La pornografia propone infatti modelli ben lontani dalla realtà, soprattutto femminile: i tempi e le modalità di eccitazione e attivazione del desiderio sono ben diversi. “Danno una visione totalmente distorta di quello che può essere il piacere e la curva del desiderio femminile, soprattutto di una ragazza giovane. Essere abituati a vivere la pornografia, da soli o con le prostitute, può tradursi, nella realtà di coppia, in relazioni insoddisfacenti. Con la frustrazione di entrambe: di lei, che non è disponibile a essere oggettivata, come avviene nei porno, e di lui che non trova nell’altra persona la disponibilità a soddisfare le modalità da film hard, non gradite al mondo femminile”.La conseguenza è quindi un divario tra la sessualità vissuta da soli e quella nel quotidiano con la propria partner. Un divario “che dà luogo all’insoddisfazione e alla ricerca di sempre maggiori stimoli diversi, prolungando il desiderio di qualcosa di più facile ed immediatamente appagante”. La sessualità, ricorda Bonatti, si ravviva infatti con la novità e il mistero. “Cambiando sempre partner e prostitute lo stimolo c’è, ma da questa ‘recita’ a seconda del desiderio del momento si ricava un piacere ben diverso, più effimero, di quello dato da una relazione in cui si vive una crescita reciproca”.Per questo, sottolinea Bonatti, è importante educare i giovani anche nella scuola alla sessualità e all’affettività e ancora più importante è che a farlo siano dei professionisti e non gli insegnanti. “Serve qualcuno che abbia una formazione specifica e quindi in grado di spiegare e affrontare bene questi temi. L’educazione al rispetto dell’individuo, alle relazioni, alle peculiarità di uomo e donna e cosa li soddisfa: sempre di più, in una società che esibisce un certo tipo di sessualità, è necessario dare ai giovani questo tipo di aiuto per far capire loro che il mondo della pornografia e della prostituzione non è quello reale. Altrimenti il divario tra il mondo maschile e quello femminile sarà crescente. I due mondi devono conoscersi per sapere come soddisfare l’altro in modo pratico ed emotivo e per trovare un punto d’accordo”. ibi