CRONACA
Scoppia la guerra in casa SSR. Il sindacato: “Piano sociale di lusso e prestazioni pensionistiche dorate per i quadri a discapito dei collaboratori”
Una situazione di imparità intollerabile per il Sindacato Svizzero dei Mass Media, le cui proposte, denuncia, sono state ignorate. “Si sarebbero potuti salvare trento posti di lavoro. È inaccettabile!”

LUGANO – Trattamento impari, privilegi concessi ai quadri a scapito dei posti di lavoro dei dipendenti e una consultazione con la parte sindacale che è stata solo di facciata. Queste, in sostanza, le critiche e accuse mosse dal SSM (Sindacato Svizzero dei Mass Media) all’Associazione dei quadri prima, e, ora, all’opinione pubblica con un comunicato stampa odierno.

“La SSR ha concluso con l’Associazione dei quadri (quindi con se stessa) un piano sociale che prevede per i quadri delle prestazioni più elevate in confronto al piano sociale negoziato per i collaboratori in CCL (per esempio indennità più alte in caso di licenziamento o di modifica della funzione)”, scrive il sindacato.

Un problema non da poco visto che, aggiunge, se si fosse rinunciato a queste condizioni privilegiate per i quadri si sarebbero potuti salvare una trentina di posti di lavoro.  “Questo per noi è inaccettabile! – incalza l’SSM – In una situazione difficile come quella attuale non è concepibile che la SSR privilegi una categoria già privilegiata”.

Oltre al piano sociale marcatamente migliore, spiega l’SSM, i quadri beneficiano di un’assicurazione complementare di vecchiaia, l’assicurazione Gemini, “che attualmente non si giustifica più, considerato che ora i quadri non hanno più l’obbligo di pensionamento a 62 anni”.

Venuto a conoscenza “di questa marcata e ingiustificata disparità di trattamento”, il sindacato è quindi intervenuto direttamente presso l’Associazione dei quadri per chiedere l’immediata rinuncia a queste condizioni di impiego privilegiate. “L’Associazione dei quadri si è tuttavia rifiutata di entrare nel merito della nostra richiesta dando una risposta stringatissima alla nostra lunga ed argomentata lettera. A fronte di questo rifiuto l’SSM rivolge quindi la medesima rivendicazione alla Direzione Generale e al Consiglio di amministrazione della SSR. Per quale motivo il personale in CCL dovrebbe fare maggiormente le spese della difficile situazione attuale? La SSR ci deve una giustificazione”.

Ciò che è ancora più inconcepibile, prosegue la nota, “è che nonostante sia i collaboratori sia l’SSM abbiano portato oltre 400 proposte alternative di risparmio con lo scopo di salvare posti di lavoro, la SSR abbia confermato lo stesso numero di impieghi da sopprimere annunciato prima della consultazione. Una consultazione che si è quindi rivelata un alibi”.

Questo, conclude il sindacato, “rafforza il sospetto che la soppressione di 250 posti di lavoro sia soprattutto una decisione motivata da ragioni politiche, più che finanziarie”.

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