CRONACA
Sotto il Vulcano, la breve latitanza di Pasquale e Mirko Ignorato in corso Resina a Ercolano, nel quartiere dove regna la Camorra. Un carabiniere: "Ci sono parsi gelidi e implacabili"
Una fuga durata 89 ore, quella dei killer di Angelo Falconi, che ha potuto contare sull'appoggio di parenti, forse ignari di quanto accaduto

ERCOLANO - In una corrispondenza dalla Campania, il Caffè racconta oggi la breve latitanza di Pasquale e Mirko Ignorato, padre e figlio accusati di aver massacrato, venerdì 27 novembre, il 73enne Angelo Falconi. I due, 51 e 23 anni, sono stati arrestati martedì scorso a Ercolano, cittadina alle porte di Napoli, ai piedi del Vesuvio, celebre con Pompei per essere stata distrutta dalla devastante eruzione del 79 dopo Cristo.

Una fuga durata 89 ore, quella dei killer di Falconi, che ha potuto contare sull'appoggio di parenti, forse ignari di quanto accaduto, scrive il corrispondente del Caffè, testi che confermerebbe le parole della nipote di Pasquale, intervistata martedì verso mezzogiorno da liberatv, poco prima che i due venissero arrestati (leggi qui). “Almeno così la pensano i carabinieri, i primi ad aver parlato, brevemente, con padre e figlio, quando li hanno prelevati e fermati nella casa di uno zio paterno, in un vecchio palazzetto del corso Resina di Ercolano, in quell'area che resta ancora uno dei fortini della camorra, la roccaforte del clan Ascione. Vicoli stretti e panni al vento, strade che negli ultimi dieci anni hanno visto scorrere una lunga scia di sangue, con 18 omicidi. Rese dei conti, agguati, esecuzioni fra gli Ascione e gli avversarti dell'agguerrito clan Birra”.

Il Caffè cita ancora gli inquirenti: "Sono stati sempre insieme", hanno spiegato i carabinieri del Comando provinciale di Napoli guidati dal generale Antonio De Vita, con i quali i due hanno scambiato poche parole, quasi per formalità, senza aprire fascicoli o scrivere atti. Complici, i due, sino alla fine. "Ci sono apparse persone implacabili. Gelide", si limita a dire un ufficiale che ha partecipato all'operazione per scovare Pasquale e Mirko Ignorato. 

Dopo il delitto, padre e figlio hanno lasciato Chiasso a bordo di una FIAT e hanno fatto tappa a Besano, in provincia di Varese, dove abita un secondo figlio di Pasquale, il primogenito, che è stato interrogato dai carabinieri di Varese.

Bisognerà stabilire quanto tempo si sono fermati lì, visto che a Ercolano, a bordo della SEAT di proprietà del primogenito, Pasquale e Mirko sono arrivati soltanto dodici ore prima dell’arresto, quindi lunedì sera. "Ci sono indagini in corso", spiega al Caffè il comandante del Nucleo radiomobile dei carabinieri di Varese, il tenente Fabio Testa. È possibile comunque che a Besano siano rimasti almeno tutta la notte tra venerdì e sabato. Poi hanno abbandonato la FIAT nel paese dopo Besano, e cioè Arcisate, a pochi chilometri dallo svincolo autostradale di Varese. Qui hanno cambiato macchina e sono saliti sulla SEAT. Con tutta probabilità hanno poi imboccato l'autostrada verso sud, direzione Napoli e poi Ercolano. Il percorso compiuto dai due fuggitivi potrebbe essere ricostruito attraverso le celle telefoniche dei loro cellulari che una dopo l'altra  sono state agganciate lungo l'itinerario della fuga.

red

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