La squadra di Petkovic esce imbattuta dal girone di qualificazione con una vittoria e due pareggi. Due gol segnati e uno subito (su rigore). È una Nazionale con un'idea di gioco propositiva ma il modulo rischia di essere troppo dispendioso
di Andrea Leoni
Dopo aver conquistato la qualificazione agli ottavi di finale, si può stilare un primo bilancio sulla partecipazione della nazionale Svizzera a Euro 2016. I rossocrocitati escono imbattuti dal girone di qualificazione con una vittoria e due pareggi, seppure contro tre squadre che nel ranking Fifa sono tutte dietro alla nostra nazionale. Ma c'è da dire che la Francia, vincitrice del girone e davanti alla Svizzera nel ranking Uefa, oltre a giocare in casa, è considerata fra le favorite della competizione grazie a quel grappolo di talenti purissimi che Deschamps ha a disposizione dal centrocampo in su.
Le partite del girone
I numeri dicono che la Svizzera ha chiuso il girone con cinque punti, due gol segnati e uno subito, peraltro su calcio di rigore. Ma potevano essere di più sia le reti a favore che contro. I rossocrociati hanno disputato tre partite molto diverse tra loro. E la più preoccupante, al di là delle facili letture e degli illusori trionfalismi, è stata proprio quella di ieri sera contro la Francia. Perché il gioco, e il possesso palla in particolare, hanno senso e spessore soltanto se producono tiri in porta. Altrimenti sono esibizione del nulla, un progetto rimasto nelle intenzioni. Qualcosa di incompiuto, che comunque non è calcio. I francesi, dal punto di vista dell'iniziativa, sono stati inferiori ai rossocrociati ma non hanno vinto solo per sfortuna. La Svizzera avrebbe potuto giocare per altri tre giorni e comunque non avrebbe segnato. Tutto questo al netto di un clamoroso rigore non fischiato contro i padroni di casa al 90esimo. E se ci limitiamo agli episodi, che nel calcio sono tutto, si può ben dire che la Svizzera sia stata derubata.
La miglior partita è stata invece quella contro la Romania, dove la squadra di Petkovic ha esibito con continuità e concretezza (occasioni di gol) un gioco logico e convincente. Un match dominato dalla Svizzera e finito in parità solo per una serie di scellerati errori sotto porta. E per una colossale ingenuità di Liechsteiner che ha regalato un rigore agli avversari.
Errori sotto porta registrati in quantità anche contro l'Albania, in particolare da Seferovic. Nella partita d'esordio, che è sempre la più difficile, la compagine elvetica ha in ogni caso giocato male e la difesa ha rischiato grosso, salvandosi grazie alle prodezze del suo portiere.
La squadra: un'idea di gioco propositiva ma dispendiosa
Entrando nel dettaglio degli aspetti positivi e negativi, si può dire quanto segue. Da un punto di vista complessivo la squadra di Vladimir Petkovic convince perché è costruita su un'idea precisa. E questa idea produce sul campo delle trame di gioco spesso e volentieri non banali. Era da un po' che nelle competizioni internazionali non vedevamo una Svizzera propositiva, tanto da voler ricercare sempre il controllo della partita con una grande volontà offensiva. Un fattore possibile anche grazie alla personalità con cui i calciatori affrontano le partite. Altro dato nuovo rispetto al recente passato da ascrivere ai meriti dell'allenatore e della squadra.
Tuttavia il modulo proposto da Petkovic è assai dispendioso da un punto di vista fisico. La squadra gioca con tre "finti" trequartisti, una punta e un regista di qualità come Xhaka, che non ha nell'interdizione la sua principale caratteristica. Tatticamente la Svizzera copre abbastanza bene il campo finché ha fiato, resta concentrata e Behrami rimane lucido.
Tutto questo potrebbe essere giustificato se la Svizzera segnasse con continuità. Di fatto, nel calcio moderno, l'ampio sfruttamento della trequarti si giustifica soltanto se quei centrocampisti possono garantire un certo numero di gol. Sino ad ora, invece, la Nazionale ha segnato soltanto su calcio d'angolo (o sui suoi sviluppi) e uno soltanto dei giocatori offensivi è andato a segno. Questa evidenza finora non è costata cara, ma potrebbe presto arrivare la fattura. Inoltre, lo scarso apporto fino ad ora offerto dai terzini, fa venire il singhiozzo alla squadra. Fossimo in Petkovic dagli ottavi ci rifletteremmo molto seriamente.
Difesa: un bilancio in chiaroscuro
Veniamo ai singoli reparti. La difesa presenta un bilancio in chiaroscuro. Se guardiamo i gol incassati, uno soltanto e su rigore, si può essere soddisfatti. Ma se analizziamo le occasioni subite, possiamo fare due osservazioni di fondo. La prima è che gli avversari ci tirano in porta con troppa facilità, o perché si presentano a "tu per tu" con il portiere o perché hanno la traiettoria dello specchio molto libera (ieri lo si è visto bene). Questo è in parte dovuto al modulo e in parte ad errori di concentrazione dei singoli e alla scarsa forma dei terzini. Su cinque giocatori solo due, Schär e Sommer, hanno dato prova di piena affidabilità. Di conseguenza o cresce lo stato di forma degli altri tre (Djourou lo sta facendo), oppure la retroguardia avrà giocoforza bisogno di più protezione.
Centracampo: Valon insostituibile, Xhaka insufficiente
Il centrocampo ha in Valon Behrami l'equilibratore di tutta la squadra. È il nostro Khedira ed è uno dei pochi insostituibili. Per questo non va spremuto troppo con inutili fatiche tattiche. Granit Xhaka è un giocatore che divide. C'è chi lo loda e c'è chi lo critica. Dal nostro punto di vista, fino ad ora, ha disputato uno Europeo del tutto insufficiente. Le sue qualità tecniche sono fuori discussione ma per giocare in quella zona di campo bisogna avere ben altro spessore. Un vero regista davanti alla difesa deve imprimere alla partita il tempo e le idee. Lui non fa nell'una e nell'altra cosa. Raramente sbaglia un passaggio ma ancora più raramente ne fa uno che tutti gli altri giocatori non farebbero. Inoltre è troppo poco dinamico, fa fatica a smarcarsi e spesso finisce fuori dai radar della partita. Si piace troppo e si crede più di quel che è. Il suo gioco risulta di conseguenza banale, autocelebrativo, inutilmente estetico e mai illuminante. Un modo di giocare che pesa tantissimo sull'economia fisica della squadra senza portare risultati che giustifichino il sacrificio. Se lui è costato 40 milioni, Pirlo o Xavi ne sarebbero dovuti valere almeno 400. Speriamo che con il tempo si completi e che anche in questo Europeo possa incidere di più, come il suo talento gli consentirebbe di fare.
Attacco: il vero punto dolente
Ma è l'attacco il vero punto dolente della squadra. Dei "finti" trequartisti quello che ha convinto di più è Dzemaili. Dei tre è quello che ha il maggiore senso degli spazi e dei tempi di inserimento. Peccato che sia stato poco lucido sotto porta, anche a causa dei chilometri che ha dovuto fare in fase di non possesso. Mehmedi al contrario ha fatto gol, un gol molto difficile tra l'altro, ma fa fatica a dare un senso alle sue partite perché, esattamente all'opposto di Dzemaili, raramente trova la posizione giusta sul campo. E allora ti chiedi: che differenza ci sarebbe tra far giocare lui o un altro? Shaquiri è invece la delusione più evidente. Bisogna dargli atto di una grande generosità e di una grande opera di sacrificio in fase di copertura. Ma lui dovrebbe cambiare la marcia della squadra zona offensiva, saltare l'uomo, tirare in porta. Essere decisivo negli ultimi 30 metri. Invece fa solo una gran confusione e ogni sua azione si risolve in qualcosa di incompiuto. Un po' come Seferovic che, a fronte di un enorme mole di lavoro, non riesce a realizzare l'essenza per ogni centravanti: il gol.
Il discorso sull'attaccante spedito da Petkovic in panchina contro la Francia è complesso. La sua intelligenza tattica, i suoi movimenti, hanno permesso alla Svizzera nelle prime due partite di giocar meglio e di creare occasioni da rete. Ma poi lui le ha sbagliate e allora tutto è diventato vano.
L'equivoco-Seferovic è un gatto che si morde la coda perché, se da una parte, la sua assenza pesa tantissimo in termini di pericolosità offensiva, la sua presenza non garantisce gol. Tuttavia il suo sostituto di ieri sera Embolo non ha dato dimostrazione di essere pronto per sostituirlo nel ruolo di prima punta. Bisognerebbe vederli insieme, con il giocatore del Basilea schierato leggermente più indietro.