San Carlo non fa il miracolo... Continuano le gabole nella casa per anziani di Locarno. Il sindacalista Pellegrini: "Il clima di lavoro resta teso. Non per colpa della direzione, ma di quadri inferiori"
Il sindacalista: “Dai collaboratori ci è stato riferito chiaramente che non vi è stato alcun miglioramento, anzi. Il disagio permane, sono frequenti le assenze per malattia e regna ancora un clima teso"
Foto: TiPress/Samuel Golay
LOCARNO - Sarebbero tutt’altro che risolte, secondo il Giornale del Popolo, le gabole emerse nel novembre 2015 nella gestione della casa per anziani San Carlo di Locarno. Allora una ventina di collaboratori denunciò un clima di lavoro insostenibile a causa ‘dall’attitudine di alcuni quadri’ dell’istituto.
Il Municipio istituì un gruppo di lavoro, con la direzione, i sindacati e una delegazione dei dipendenti. Poi l’audit commissionato alla società iQ-center di Lugano evidenziò che il degrado del clima di lavoro era legato anche all’impostazione organizzativa. Il Municipio prese il toro per le corna e cambiò la direzione, affidandola a interim prima a Doriano Fabbri, ‘prestato’ dalla casa Belsoggiorno di Ascona, e poi a Gianluigi Rossi, ex direttore dell’ospedale La Carità. Negli scorsi giorni è stato nominato il nuovo direttore, Stefano Hefti, ma il suo compito si preannuncia non facile.
Marco Pellegrini, sindacalista dell’OCST, ha dichiarato al Giornale del Popolo: “Dai collaboratori ci è stato riferito chiaramente che non vi è stato alcun miglioramento, anzi. Il disagio permane, sono frequenti le assenze per malattia e regna ancora un clima teso, che viene imputato non alla direzione, che, anzi, stando alle nostre verifiche ha fatto il possibile per riorganizzare il lavoro e appianare le divergenze, ma ad alcune figure facenti parte dei quadri inferiori, che non sono state coinvolte dalla ristrutturazione, a differenza dei quadri superiori”.
Insomma, la gabola non è del tutto risolta…