Le parole pesanti come macigni della ragazza che racconta come la madre fosse da tempo vessata dal 54enne che l'ha uccisa: su di lui anche un ingiunzione per non avvicinarsi alla donna. "Non parlo per me, io una madre non l’ho più, ma per gli altri. Non voglio che qualcuno perda i propri cari perché nessuno è stato capace di proteggere chi è vittima di minacce"
C’è di più: sull’uomo - che dopo aver sparato alla moglie si è sparato alla testa senza tuttavia riuscire a suicidarsi - pendeva un’ingiunzione che lo obbligava a mantenersi ad una distanza di 300 metri dalla moglie, proprio a cause delle ripetute minacce.
L’assassino, tre mesi fa, avrebbe inoltre minacciato con un coltello moglie, le sue due figlie e un familiare amico della coppia: “Dopo questo fatto ci siamo rivolti alla polizia”, racconta sempre la ragazza. “Accusava mia madre di avere un amante”.
Ma purtroppo gli allarmi non sono serviti a salvare la donna. Ed è per questo che la figlia ha deciso di parlare pubblicamente.
"Questa intervista non è per me, io una madre non l’ho più - racconta la ragazza - ma per gli altri. Spero che la legge cambierà: non voglio che qualcuno perda i propri cari perché nessuno è stato capace di proteggere chi è vittima di minacce".
“La colpa - ha tenuto a sottolineare la ragazza - non è della polizia che ha le mani legate. Ma non è possibile che non si possano fare più controlli nei confronti di chi è stato denunciato”.