CRONACA
Il traffico, gli incidenti, i cellulari al volante, gli ingorghi... Il comandante della Cantonale Matteo Cocchi analizza, tra prevenzione e repressione, "un problema che sarà sempre più grave". E rivela il piano d'azione "Strade Libere" che la Polizia ado
Cocchi: "In collaborazione con l’Ufficio federale delle strade, adotteremo un nuovo concetto di intervento che prevede, nelle ore di punta, la presenza di alcune pattuglie direttamente sui tratti autostradali più critici. Prudenza e buon senso devono comunque essere i nostri compagni di viaggio"
foto: TiPress/Gabriele Putzu
di Marco Bazzi

L’anno sono ci sono stati in Ticino 3'990 incidenti stradali con 13 morti e 204 feriti gravi… La prima domanda che abbiamo rivolto al comandante della Polizia cantonale, Matteo Cocchi, è:
dobbiamo preoccuparci o siamo nella norma?

Il numero totale di incidenti è in costante decrescita dal 2010, come pure quello degli incidenti con ferimento grave. Infatti, rispetto al 2010 siamo passati da 1'170 incidenti (di cui 312 con ferimento grave dei protagonisti) ai 716 incidenti del 2016 (di cui 204 con feriti gravi). È vero comunque che non si può abbassare la guardia e occorre continuare nel lavoro di prevenzione e di controllo che mettiamo in atto costantemente.

Un fattore critico è rappresentato dall’uso del cellulare alla guida - ma anche da parte di ciclisti e pedoni – che è causa di circa un quarto degli incidenti stradali… Tant’è che il Dipartimento ha promosso la campagna ‘Distratti mai’…

Il Dipartimento delle Istituzioni è da sempre molto attento e sensibile alla prevenzione, in particolare nell’ambito della circolazione stradale. E quella degli smarphone alla guida è un problema che necessità di un’attenzione particolare. È infatti necessario “educare” l’utenza verso un corretto comportamento alla guida, indipendentemente dal mezzo che utilizza, in rapporto alle nuove tecnologie. Una distrazione può costare cara e pertanto quando siamo al volante non possiamo permettercela! Bisogna pur dire che, accanto alle campagne di prevenzione è necessaria anche la repressione che è parte integrante e incisiva dell’attività degli agenti di Polizia in questo specifico ambito.

Nelle ultime settimane ci sono stati diversi mortali o incidenti gravi in autostrada. Da una parte l’imprudenza di chi si è avventurato a piedi o ha tentato di attraversare l’A2, c’è stato l’anziano in contromano, il pirata di Sigirino, così come il frontale nella galleria del Gottardo… Come arginare o prevenire questi fenomeni?

La prima cosa è non abbassare la guardia. Prevenzione e ahinoi, repressione, restano punti cardini della nostra strategia in ambito di circolazione stradale. Evidentemente con questi strumenti non si possono azzerare le tragedie che si verificano sulle strade, ma si possono, come dimostrano le cifre, ridurre in modo considerevole gli incidenti a beneficio di tutti. Prudenza e buon senso devono accompagnarci in ogni momento e sulla strada devono essere i nostri compagni di viaggio. Parallelamente e in supporto all’attività di Polizia la tecnologia automobilistica, in continuo sviluppo, permette oggi di evitare molti incidenti rispetto al passato.

L’autostrada è comunque costantemente teatro di incidenti che paralizzano il traffico, soprattutto nelle ore di punta… Troppe auto e camion? Stile di guida all’italiana, come disse qualche anno fa il capo della “Stradale” Marco Guscio? O che altro?

I fattori che influenzano questa situazione sono molteplici, e per la maggior parte non facilmente controllabili. Infatti, la portata delle nostra rete stradale ha raggiunto, e forse superato, il limite massimo e su questo fronte la Polizia cantonale può fare ben poco. In Ticino circolano oggi decine di migliaia di veicoli, numeri che solo dieci anni fa non erano ipotizzabili o perlomeno prevedibili. Nonostante lo scarso margine di miglioramento della viabilità, dovuto all’attuale configurazione delle strade, grazie a strategie comuni nell’ambito della gestione del traffico si possono però mettere alcuni cerotti a questa ferita aperta. 

Molto spesso i tempi di intervento sono lunghi, e il traffico rimane paralizzato per ore, com’è avvenuto recentemente in occasione dell’incidente di Maroggia, che era un semplice tamponamento…

Anche se si tratta di un semplice tamponamento, l’afflusso massiccio di veicoli nelle ore di punta, non permette e anzi spesso ostacola l’arrivo dei soccorsi. Questo è anche dovuto al fatto che il comportamento dei conducenti non rispecchia sempre ciò che viene insegnato nelle lezioni di scuola guida. Il fatto per esempio che in caso di incidente, in autostrada gli automobilisti non lascino tra le corsie un corridoio centrale che permetta il passaggio dei mezzi di soccorso, ritarda ulteriormente i tempi di intervento, e quindi di attesa, allungano le colonne che tanto fanno discutere.

In che cosa consiste il progetto che state portando avanti come Polizia cantonale con l’USTRA?

Per prima cosa vorrei dire che la collaborazione tra gli Enti “a luci blu” funziona e si basa su una stretta collaborazione che non si limita all’intervento, ma si allarga alle formazioni comuni e agli esercizi congiunti. Base, questa della formazione, che rende poi l’intervento più efficace ed efficiente. Non da ultimo, proprio nell’ambito dello sgombero dei veicoli il Dipartimento delle istituzioni sta concludendo un adattamento delle attività che vedono coinvolti gli operatori del soccorso stradale. Poter discutere insieme ha portato gli attori coinvolti a identificarsi nel concetto “Strada libera”.

Cioé?

In questo ambito, proprio basandosi sulla filosofia del “liberare gli assi al più presto” nel corso della prossima primavera sarà messa in campo, in collaborazione con l’Ufficio federale delle strade, un nuovo concetto di intervento che prevede, nelle ore di punta, la presenza di alcune pattuglie direttamente sui tratti autostradali più critici e sollecitati. Questa presenza permetterà in primis, anche per l’effetto dissuasivo, di rendere più attenti i conducenti e, in caso di problemi, di permettere una maggiore tempestività di intervento. Non si risolverà sicuramente la questione traffico alla radice, ma questa é una delle misure che, a 360 gradi e in ambiti differenti, possono e devono essere messe in campo. Il progetto avrà la durata di un anno e ci permetterà poi di valutarne l’efficacia e di adattarlo eventualmente in base all’esperienza. Questa iniziativa da parte nostra vuole essere un incentivo verso tutti gli altri attori con l’obiettivo di trovare possibili soluzioni a un problema che senza dubbio si aggraverà ulteriormente nei prossimi anni.  

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