Agente indagato per aver fatto guidare la sua ragazza sedicenne, Michele Bertini: “Da chi è chiamato a far rispettare le leggi ci attendiamo un comportamento esemplare. Senza se e senza ma. Anche nella vita privata. Chi non rispetta questi principi non la
Il vicesindaco di Lugano: “Mi chiedo cosa da si possa fare di più per promuovere la deontologia professionale. Apparentemente la selezione per aspiranti agenti di polizia sembra sempre più severa, ma episodi come questo indicano che vi sono ancora falle nel sistema”
foto: TiPress/Gabriele Putzu
LUGANO – “Da chi è chiamato a far rispettare le leggi e le regole ci attendiamo un comportamento esemplare, sempre, senza se e senza ma, nell'adempiere le proprie mansioni professionali e nella vita di tutti i giorni… Sì, anche in quella privata, è l'onere di chi ha scelto attraverso la sua professione e funzione di rappresentare lo Stato”.
Così il vicesindaco di Lugano, Michele Bertini, responsabile del Dicastero polizia, commenta
della Comunale cittadina finito nei guai per aver fatto guidare la sua auto a una sedicenne, che per giunta è la sua ragazza.
“Per poter esigere dai cittadini – aggiunge Bertini - bisogna essere intransigenti con se stessi e rispettare la disciplina che regola ogni corpo di polizia. Chi non rispetta questi principi non lavora da noi! Abbiamo già dato più di una volta chiari segnali in questo senso e anche in questo caso non ci discosteremo da questi principi”.
Nello specifico, spiega il vicesindaco, “finché non il caso non sarà chiuso dal profilo penale, nel rispetto del principio in dubio pro reo, l’agente rimane sospeso dalle sue funzioni e assegnato provvisoriamente a un altro settore dell’Amministrazione”.
E con una punta di amarezza conclude: “Mi chiedo cosa da si possa fare di più per promuovere la deontologia professionale. Apparentemente la selezione per aspiranti agenti di polizia sembra sempre più severa, ma episodi come questo indicano che vi sono ancora falle nel sistema”.