E lui ha risposto: “Nelle audizioni davanti ai gruppi parlamentari credo di aver chiarito, ovviamente dal mio punto di vista, alcuni aspetti di questi test attitudinali. I periti della Zhaw hanno formulato nero su bianco commenti molto lusinghieri nei miei confronti: hanno scritto di uno spiccato senso della giustizia, di grande attaccamento al lavoro, di un’elevata sopportazione dello stress. Ciò che per contro secondo loro io non ho sono le doti del leader. Ma ciò a mio modo di vedere è sbagliato. Ci vuole un leader al Ministero pubblico? Per me no. Perché ogni magistrato dell’ufficio è autonomo nella trattazione dell’inchiesta di cui è titolare. Il procuratore generale non può oggi, salvo errori manifesti, imporre una decisione diversa da quella che prenderebbe, con scienza e coscienza, il procuratore pubblico che si sta occupando di quell’incarto. Il pg è un leader se gli vengono riconosciute le sue competenze. E non perché fa bella figura in televisione o grida mettendo a tacere tutti”.