CRONACA
Festa delle donna, l’appello di Alessandra Zumthor: “Donne, abbiate il coraggio di denunciare violenze e abusi. Non trascurate anni di battaglie per i nostri diritti"
Intervista alla direttrice del Giornale del Popolo, che si rivolge anche alle nuove generazioni: “Studiate ragazze, formatevi, seguite con impegno qualsiasi inclinazione per cui vi sentiate portate: createvi una vostra posizione, una vostra strada professionale”
© Keystone / Ti-Press / Carlo Reguzzi
MASSAGNO - Che negli ultimi anni la Giornata internazionale della donna abbia smarrito alcuni dei suoi iniziali valori è opinabile. Se da un lato c’è chi sfrutta l’8 marzo per concedersi un’uscita in compagnia di amiche, dall’altra parte troviamo chi ancora crede negli ideali per la quale è stata istituita.

 

In quest’ultima categoria rientra senz’ombra di dubbio la direttrice del Giornale del Popolo, Alessandra Zumthor che, ai microfoni di Liberatv, si esprime sui temi del femminicidio e degli abusi e delle molestie, lanciando un appello forte e chiaro alle nuove generazioni.

 

I casi di femminicidio in Ticino non mancano: dall’omicidio di una 38enne ad Ascona freddata da un colpo di pistola dal marito, al caso ancora da chiarire di Bellinzona, dove una 24enne eritrea ha perso la vita dopo essere stata spinta dal quinto piano di una palazzina dal convivente, fino ad arrivare al delitto di Nadia Arcuri, uccisa dal cognato e ritrovata esanime nel bosco di Rodero.

 

“Non so dire con certezza se i casi che si sono verificati dalle nostre parti nell’ultimo periodo abbiano contribuito a incrementare il dato statistico sul femminicidio – esordisce Zumthor -, ma non ne farei una questione di numeri. Purtroppo, è un fenomeno sempre presente e che esiste da tempo. Non prestiamo attenzione alle statistiche: già un solo caso è di troppo”.

 

La prima donna a capo del quotidiano cattolico ritiene che gli strumenti di comunicazione siano un buon ‘rifugio’ per le donne vittime di abusi e violenze. “Quello di cui siamo a conoscenza è purtroppo solo la punta dell’iceberg di un sottobosco di maltrattamenti e situazioni insostenibili. Contrariamente a molti anni fa, però, al giorno d’oggi se ne parla di più e tante donne trovano il coraggio e la forza di denunciare violenze, ricatti e abusi sessuali subiti. I mass media, in qualche modo, aiutano le donne che purtroppo, oggi come ieri, sono intrappolate in queste spiacevoli situazioni”.

 

È proprio il coraggio di denunciare un abuso o un maltrattamento il primo mezzo per contrastare questo fenomeno? “Sì, il coraggio e l’aiuto – aggiunge Zumthor -. Fortunatamente, viviamo in una società che non abbandona le donne in difficoltà. La sottovalutazione di un abuso o di una richiesta d’aiuto è un grande pericolo. Le donne picchiate o violentate non hanno solo bisogno di un primo soccorso, bensì di un supporto continuo. Inoltre, hanno bisogno di una protezione adeguata anche per i figli, in quanto simili situazioni possono sfociare in ricatti ai propri cari”.

 

Il movimento contro le molestie sessuali #MeToo “ha contribuito a smuovere un po’ le acque, anche se stiamo parlando di una campagna nata nel mondo dorato delle star di Hollywood - commenta Zumthor -. Ha suscitato delle reazioni anche nel nostro piccolo mondo, ma la mia perplessità è che possa rimanere percepito come qualcosa di lontano dalla realtà”.

 

La direttrice del GdP lancia un appello a tutte le adolescenti e alle rispettive famiglie. “Studiate ragazze, formatevi, seguite con impegno qualsiasi inclinazione per cui vi sentiate portate: createvi una vostra posizione, una vostra strada professionale. Dal percorso universitario a un forte interesse per una professione pratica, tutte le strade sono buone, purché fra gli obiettivi si consideri anche l’indipendenza economica”.

 

E aggiunge: “Una donna che dipende totalmente da un’altra persona si mette in una situazione di potenziale pericolo. Per combattere alla radice questo rischio, e per acquisire sempre più rispetto nel rapporto tra i sessi, è fondamentale che le donne lavorino, che siano realizzate e che fin dalla tenera età si rendano pian piano conto che è bene avere i piedi ben saldi per terra per poi potersi dire: se anche le cose dovessero andare male, riesco a badare a me stessa”.

 

Di altrettanta importanza il messaggio che la direttrice del Giornale del Popolo intende trasmettere alle nuove generazioni. “Occorre rendersi conto che in passato le donne hanno lottato parecchio per i loro diritti e per la parità dei sessi. Sono conquiste positive arrivate dopo anni e anni di battaglie, non devono passare per aspetti scontati. Questi valori devono essere traghettati nel futuro dalle nuove generazioni. Non è perché sono nate in un’era privilegiata che le giovani donne devono disinteressassi di quanto è stato fatto in passato”.

 

E a proposito di parità fra i sessi, c’è l’aspetto salariale: “In Svizzera, sulla carta, la parità è sancita, il problema consiste nell’applicazione pratica: anche nel nostro Paese, in molti ambiti le donne sono innegabilmente pagate meno degli uomini”.

 

E per quanto riguarda le opportunità di carriera? “Qui si innescano meccanismi particolari-osserva Zumthor –Per esempio, in molte aziende succede che dopo il lavoro i colleghi uomini si ritrovino al bar per un aperitivo, o in palestra, o allo stadio per vedere una partita, o al servizio militare. Sia chiaro, non dico che è sbagliato, ci mancherebbe. Ma tutte queste abitudini creano forti legami relazionali fra gli uomini, in cui una donna può far fatica ad addentrarsi. E queste reti spesso risultano determinanti quando si tratta di trovare il successore a qualcuno in una determinata posizione”.

 

Alessandra Zumthor prova infine a suggerire una contromisura alle lavoratrici. “Invito le donne stesse a crearsi forti legami tra di loro, che pian piano possa fare da “contrappeso” a queste reti tutte al maschile.In ogni caso, alla fine non è una questione di farsi la guerra, ma piuttosto di collaborare al meglio fra i due sessi. L’ambiente di lavoro migliore secondo me è quello misto, come qui al GdP. Una miscela di uomini e donne, diverse personalità e atteggiamenti: solo con il confronto creativo di idee alla fine si trovano le soluzioni migliori”.


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