CRONACA
Polizia, è ora di cambiare registro. Dopo le ultime 'gabole' il sindaco di Vernate lancia il sasso: "Siamo ancora nell'Ottocento. Basta con le polizie locali". Ecco i numeri delle comunali: 17 poli, con altrettanti comandanti e 20 ufficiali, e 470 agenti
Giovanni Cossi: “Da sindaco mi si consenta di dire che molti sono gli interrogativi in fatto di efficienza e di efficacia che constato nelle loro attività. Molte sono le perplessità relative ai rapporti tra questi gruppi di polizia locale e i loro Comuni di riferimento e per benevolenza ometto di elencare le criticità emerse in questi ultimi due anni. I danni di immagine e di credibilità che queste criticità hanno creato sono incalcolabili"
foto: TiPress/Davide Agosta
di Marco Bazzi

Il sasso nello stagno l’ha lanciato nei giorni scorsi il sindaco di Vernate, Giovanni Cossi, con una lettera pubblicata sul Corriere del Ticino. “È sotto gli occhi di tutti come questi gruppi di polizia locale siano, usando un eufemismo, problematici. Per carità di Patria non voglio fare l’elenco dei punti deboli che sistematicamente emergono nella gestione di questi corpi di polizia”…

Cossi ha probabilmente preso spunto delle dimissioni del comandante della Polizia di Collina d’Oro, Marco Urbani, il cui vice è da mesi fuori servizio, essendo sotto inchiesta per la vicenda della sedicenne amica dei poliziotti (fatti accaduti quando ancora era in forza alla Polizia di Lugano). Per non parlare delle “gabole” scoppiate nelle due polizie del Malcantone, Est e Ovest…

Al di là dei casi disciplinari sfociati nel penale emersi negli ultimi mesi su alcuni agenti (delle comunali e della Cantonale), il problema è se, alla luce dell’esperienza di questi anni – le cosiddette ‘polizie regionali’ – non sia venuto il momento di cambiare decisamente registro.

“Da sindaco – prosegue Cossi - mi si consenta di dire che molti sono gli interrogativi in fatto di efficienza e di efficacia che constato nelle loro attività. Molte sono le perplessità relative ai rapporti che intercorrono tra questi gruppi di polizia locale e i loro Comuni di riferimento e anche qui, per benevolenza, ometto di elencare le criticità emerse in questi ultimi due anni. I danni di immagine e di credibilità che queste criticità hanno creato sono incalcolabili.

Credibilità che va a scalfire l’attività della polizia cantonale e di quella delle guardie di confine che, a quanto mi risulta, collaborano con alta professionalità e non sotto pressioni di piccoli poteri locali. Siamo ancora nell’Ottocento”.

Il sindaco di Vernate, consapevole che l’idea di una polizia unica provocherebbe una sollevazione politica dei comuni, conclude con una proposta: “Portare a un minimo di 25 unità il numero degli agenti per costituire un corpo locale riconosciuto”.

Proviamo ora a tracciare il quadro attuale delle forze di polizia in Ticino.

Ecco quali sono attualmente le organizzazioni comunali. Due nel Mendrisiotto: Sud (che fa capo a Chiasso) e Nord (che fa capo a Mendrisio). Otto nel Luganese: Lugano, Vedeggio, Malcantone Est, Malcantone Ovest, Torre di Redde (Capriasca), Ceresio Nord, Ceresio Sud, e Collina d’Oro. Dopo l’aggregazione, nel Bellinzonese è rimasto un solo polo, che fa capo alla città. E siamo a 11 organizzazioni. Poi c’è il Locarnese, che ne ha 4: Locarno, Minusio-Muralto, Gordola, e Locarnese ovest (che fa capo ad Ascona e Losone).

Infine c’è il polo Riviera, Blenio e Leventina, dove il capoposto della Cantonale di Biasca gestisce anche gli agenti della Comunale di Biasca e Faido.

In tutto 16 organizzazioni regionali o locali. Con altrettanti comandanti (e parliamo di salari dai 120/130'000 franchi all’anno in su…) e oltre 20 ufficiali!

Tutti i poli devono garantire un servizio 24 ore su 24, ma gli agenti delle comunali hanno per legge competenze limitate e in molti casi devono far capo alla Cantonale.

Come metro di paragone diciamo che la Polizia cantonale conta una ventina di ufficiali, compreso il comandante, che gestiscono oltre 700 uomini, contro i circa 430 totali delle comunali. In tutto in Ticino ci sono 1'140 agenti (compresi quelli che svolgono mansioni amministrative) e oltre un terzo (circa 430) sono in forza alle polizie comunali.

Ragionando con la pura logica dei numeri (e non con quella della politica e del campanilismo) e con i criteri dell’efficienza organizzativa, è lampante che questa situazione comporta doppioni e sprechi di risorse umane e finanziarie (oltre ai salari, che ogni polo decide autonomamente, ci sono i costi delle centrali di comando, dell’amministrazione, dei mezzi in dotazione, eccetera). E rischia di compromettere l’efficacia della gestione del sistema di sicurezza cantonale.

In più, in questi anni, molti agenti hanno lasciato la Polizia cantonale per un posto ‘più tranquillo’ e magari anche meglio pagato, nelle comunali, ottenendo a volte posizioni di comando.

Qual è la soluzione? Sempre la logica ci dice che è giunto il momento di fare un ulteriore passo avanti, creando quattro o cinque poli al massimo di polizie regionali che facciano capo ai centri urbani.

Del resto, le statistiche pubblicate sul sito web della Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali sono chiare: insieme a Vaud, Argovia e Zurigo (dove però la Stadtpolizei ha competenze equiparate a quelle della Cantonale) il Ticino è rimasto l’unico cantone con una così netta sproporzione numerica tra agenti ‘locali’ e cantonali. La maggioranza dei cantoni ha una polizia unica, altri hanno agenti ‘locali’ in numero contenuto: 224 San Gallo, 200 il Vallese, 95 i Grigioni…

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