CRONACA
Il "giallo" dell'incidente di Ronco sopra Ascona che ha coinvolto un agente della Cantonale. Gli inquirenti stanno ricostruendo i tasselli del mosaico e c'è anche la testimonianza del deputato Gabriele Pinoja: "Alle 5,45 di quella mattina mi hanno suonato
L’incidente è successo tra le 5 e un quarto e le 5 e mezza di mattina. Ma su come sono andate successivamente le cose, le versioni dei due protagonisti non sembrano coincidere esattamente, anche perché pare che, a causa del trauma, il titolare dell’auto abbia subito un ‘black out’ di memoria
RONCO SOPRA ASCONA - Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire il più fedelmente possibile i dettagli dell’incidente accaduto all’alba del 22 febbraio scorso. L’incidente che ha coinvolto un agente della polizia cantonale, ora accusato di infrazione alla legge sulla circolazione stradale, elusione dei provvedimenti per accertare l’idoneità alla guida, inosservanza dei doveri di aiuto e omissione di soccorso
.

È accertato che il poliziotto era al volante della BMW dell’amico – privo di patente – che stava riaccompagnando a casa, in via Livurcio, sulla strada alta che collega Arcegno a Ronco sopra Ascona.

I due avevano trascorso una serata a Milano. Nell’affrontare una curva l’agente ha perso il controllo dell’auto che, dopo aver divelto la ringhiera di protezione, è precipitata nel vuoto per alcuni metri. Il passeggero ha riportato serie ferite al volto e una commozione cerebrale.

L’incidente è successo tra le 5 e un quarto e le 5 e mezza di mattina. Ma su come sono andate successivamente le cose, le versioni dei due protagonisti non sembrano coincidere esattamente, anche perché pare che, a causa del trauma, il titolare dell’auto abbia subito un ‘black out’ di memoria.

In base alle indiscrezioni raccolte da liberatv, l’uomo ricorderebbe soltanto di essersi trovato di fronte alla porta di casa, che dista un centinaio di metri dal luogo dell’incidente. E solo quando è entrato nel suo appartamento si sarebbe reso conto di avere il volto insanguinato.

Ma come ci è arrivato, in quelle condizioni, davanti a casa? La tesi più probabile è che sia stato accompagnato dall’amico poliziotto. I due hanno probabilmente raggiunto via Livurcio risalendo dalla stradina sottostante la scarpata, stradina che porta a una villetta. A quel punto l’agente ha ripreso la sua auto, che aveva lasciato la sera prima a casa dell’amico, ed è rincasato anziché portarlo in ospedale. Da qui, il reato di omissione di soccorso, che gli contesta il procuratore pubblico Arturo Garzoni.

A conferma di questa ipotesi c’è anche la testimonianza del capogruppo dell’UDC Gabriele Pinoja, vicino di casa dell’uomo ferito. Il deputato racconta a liberatv di aver sentito suonare il suo campanello verso le 5,45 di quel giovedì mattina.

“Il cane ha iniziato ad abbaiare - dice -, mi sono affacciato alla finestra e ho chiesto ‘chi è’, ma nessuno ha risposto, quindi sono tornato a dormire pensando a uno scherzo”.

Ma poi, circa un quarto d’ora dopo, Pinoja ha sentito altri rumori e, affacciatosi nuovamente alla finestra, ha visto l’auto del poliziotto che partiva.

Non è chiaro chi abbia poi avvertito la polizia, ma è certo che una pattuglia è arrivata sul posto più o meno un’ora dopo, attorno alle 7. Sono stati gli agenti ad accompagnare l’uomo ferito al pronto soccorso, e Pinoja li ha visti partire mentre stava uscendo per recarsi al lavoro.

Poco prima delle 8 un carro attrezzi stava già recuperando l’auto finita nella scarpata, che ora si trova sotto sequestro. Probabilmente, a chiarire i dettagli necessari a ricostruire con esattezza l’accaduto, oltre alle verifiche tecniche e al confronto tra le versioni dei due protagonisti, contribuirà anche l’analisi dei contenuti dei loro cellulari.

emmebi

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