Renzo Galfetti scatenato sulla Polizia: "È anacronistico avere un potenziale di 1'100 agenti, dei quali 700 in forza alla Cantonale, e 400 alle Comunali, con dozzine di capi e comandanti, e una palese mancanza di coordinamento. Basta coi campanilismi"
L'avvocato Galfetti a 60 Minuti: "Sfide come il terrorismo islamico o le infiltrazioni mafiose impongono un ripensamento radicale dell’organizzazione, se vogliamo conservare efficacia ed efficienza”
COMANO – L’avvocato Renzo Galfetti durante l’ultima puntata di 60 Minuti, sulla RSI, ha tenuto una vera e propria arringa in favore della riorganizzazione della Polizia, sostenendo che l’attuale ripartizione tra Cantonale e Comunali è antistorica. In studio insieme al noto penalista di Chiasso c’erano il ministro Norman Gobbi, il presidente dell’Ordine degli avvocati Renato Cabrini, il deputato ed ex magistrato Jacques Ducry, il deputato ed ex commissario Giorgio Galusero e Stefano Piazza, presidente dell’Associazione degli Amici delle forze di polizia.
Il tema era la riforma della legge sulla polizia varata dal Dipartimento di Gobbi, che intende dare maggiori poteri inquirenti alle forze dell’ordine. Ma Galfetti ha insistito molto sulla riorganizzazione dei rapporti tra Cantonale e Comunali, questione che comunque Gobbi sta portando avanti e che sarà al centro di
in agenda settimana prossima.
“La polizia – ha detto l’avvocato - non può essere qualcosa di statico ma deve continuamente adattarsi alle nuove minacce che si profilano sul territorio. È assolutamente anacronistico e fuori dal tempo avere un potenziale di 1'100 agenti, per la gran parte preparatissimi, dei quali 700 sono in forza alla Cantonale, e 400 a varie polizie comunali, con dozzine di capi e comandanti, con una palese mancanza di coordinamento. Sfide come il terrorismo islamico o le infiltrazioni mafiose impongono un ripensamento radicale dell’organizzazione, se vogliamo conservare efficacia ed efficienza”.
Gobbi ha spiegato che dei 700 agenti della Cantonale metà sono attribuiti alla gendarmeria, 200 alla polizia giudiziaria e un centinaio lavorano in servizi di supporto. “Siamo un Paese di 350’000 abitanti, ma ogni giorno oltre 60'000 frontalieri varcano il confine e durante la bella stagione arrivano diverse decine di migliaia di turisti, quindi siamo poco distanti dal mezzo milione di persone. La presenza di polizia sul territorio in questi anni è stata raggiunta grazie ad aumento dell’organico della Cantonale, a un adeguamento degli effettivi delle Comunali e alla collaborazione con le Guardie di confine. Nel 2011 è stato fatto un passo importante nella riorganizzazione delle polizie comunali, il passo successivo sarà regionalizzarle, diminuendo il numero dei corpi”.
E ha aggiunto: “Ci sono competenze che le Comunali avrebbero ma non esercitano il che crea un sovraccarico di lavoro per la Cantonale. Penso che con polizie comunali più grandi sarà più facile attribuire loro maggiori competenze rispetto ad oggi in modo da garantire alla cantonale più risorse per lavorare sui ‘macro temi’ e sul presidio del territorio. Dobbiamo liberare risorse per aumentare le attività di controllo su attività poco chiare”.
Poi Galfetti è tornato alla carica: “Sappiamo che uno dei mali terribili che affliggono il Ticino è il campanilismo. Credo che la popolazione sia pronta oggi a superare questo campanilismo per affrontare insieme le nuove minacce. In questo senso è necessario e urgente che tutte le forze di polizia vengano riorganizzate in modo moderno. Non dobbiamo aspettare che succeda qualcosa. Dobbiamo avere uomini ben formati e coordinati, con una struttura pronta a intervenire anche a livello preventivo: individuando le zone di pericolo potenziale, che in Ticino sono Locarno, per alcuni mesi all’anno, Bellinzona, in quanto sede del Governo, e Lugano come agglomerato. Ma la più importante zona rossa è Chiasso, perché è lì che si può svolgere un’azione di polizia preventiva a beneficio del Ticino e anche della Confederazione”.