Cartoline dalla Mangialonga. Un momento di condivisione di parole, di abbracci, di sguardi e di sorrisi. E queste cose aiutano a creare il senso di comunità che nella nostra epoca si va perdendo
Il senso della Mangialonga non è solo gustare vini e prodotti del territorio. È soprattutto stare insieme, incontrarsi, ritrovarsi, camminare tra i vigneti, da nucleo a nucleo, scoprire scorci e paesaggi del Mendrisiotto. GUARDA LE FOTO
foto: TiPress/Davide Agosta e liberatv
MENDRISIO - Gestire duemila persone che si muovono a piedi come un serpentone umano su un percorso di undici chilometri, e dar loro da bere e da mangiare, evitando che si creino ingorghi, non è facile. Anche se le partenze avvengono a scaglioni. Il motore della macchina organizzativa dev’essere ben oliato e ben registrato per evitare che si ingolfi.
Dopo undici anni, l’esperienza aiuta, certo, ma l’ansia che qualcosa vada storto accompagna gli organizzatori dalla prima mattina al far della sera.
È andato tutto bene, questo Primo Maggio, il clima era perfetto, la temuta pioggia è arrivata solo col buio, e le soste non hanno deluso le attese, anche se si può sempre migliorare. Ma il senso della Mangialonga non è solo gustare vini e prodotti del territorio. È soprattutto stare insieme, incontrarsi, ritrovarsi, camminare tra i vigneti, da nucleo a nucleo, scoprire scorci e paesaggi del Mendrisiotto.
Dietro questo evento c’è tanto lavoro e tanta passione, e c’è soprattutto la voglia di far trascorrere una giornata serena a chi partecipa. È un momento di condivisione di parole, di abbracci, di sguardi e di sorrisi. E queste cose aiutano a creare il senso di comunità che in questa epoca si va perdendo.