CRONACA
Si fa presto a dire "capannone"... Eventmore ha chiuso il 2017 con oltre 1'000 eventi, dalle feste private alle strutture del Festival del film. E Antonio Silvestro rilancia il tema della sicurezza. Ecco le regole da rispettare
Il manager di Eventmore: "Finalmente sta iniziando in Ticino, a partire da settembre, l’apprendistato per tecnico di eventi e palcoscenico. Una formazione della durata di 4 anni, al termine della quale si ottiene un certificato federale. In Ticino questo tipo di profilo professionale non esiste ancora, ma io credo che avrà un futuro”
CASTIONE - Il Ticino è sempre più terra di eventi. E sempre più spesso si tratta di eventi all’aperto. Le città, ma anche i piccoli comuni, hanno capito che devono fare marketing territoriale, sia per offrire ai turisti un valore aggiunto che vada al di là di quanto il Ticino già offre, sia per stimolare la popolazione a uscire di casa, a fare comunità, creando così anche un importante indotto economico.

Ogni regione ha le proprie peculiarità, la propria storia, le proprie esperienze e anche target diversi ed è giusto che ognuna sviluppi i propri concetti di intrattenimento. Anche se a volte si notano sovrapposizioni e scarso coordinamento, soprattutto tra la primavera e l’estate.

In questo quadro in costante evoluzione si inseriscono i servizi di Eventmore, un’azienda che in questi anni è cresciuta forse oltre le attese dei suoi promotori.

“Accompagniamo ogni evento dalla A alla Z, a 360 gradi, dalle tensostrutture alle pavimentazioni, dagli arredamenti ai contenuti tecnologici: audio illuminazione e video – spiega Antonio Silvestro, Managing Director di Eventmore (nella foto TiPress) -. L’anno scorso abbiamo chiuso con un bilancio di un migliaio di eventi, 1'060 per la precisione, dalle feste private al Festival del film di Locarno. L’importante, per noi, è essere flessibili, in grado di adattare il servizio ai bisogni e al budget dei singoli organizzatori”.

L’azienda che ha sede a Castione conta oggi 40 collaboratori, 30 veicoli e 5'000 metri quadri di magazzino. Ma non basta installare un capannone e costruire un pavimento inchiodando quattro assi per garantire un servizio professionale e sicuro.

“Esatto. Uno dei temi che ci sta più a cuore è proprio la sicurezza – dice Silvestro -. Sensibilizziamo sempre gli organizzatori sull’obbligo di allestire le strutture rispettando i parametri indicati dal Dipartimento del territorio. In primo luogo, che per eventi che coinvolgono più di 200 persone va elaborato un certificato di conformità antincendio. Un certificato che costa solo 500 franchi e garantisce tutti i materiali utilizzati: pavimenti, tendaggi, moquette”.

Ancora troppo spesso, aggiunge, “si sottovaluta la pericolosità che questi materiali hanno se non sono debitamente trattati, e chi organizza eventi pubblici deve sapere che ha porta una precisa responsabilità giuridica nei confronti dei partecipanti. Dico quindi, senza fare del terrorismo psicologico, che i rischi che eventi del genere comportano vanno gestiti affidandosi a professionisti. Mi piace fare il paragone con le gomme invernali: uno può anche non montarle, pensando che servano solo in caso di neve. Ma sappiamo tutti a quali rischi ci si espone, e si espongono gli altri utenti della strada, viaggiando in inverno con le gomme estive”.

Luci d’emergenza, pavimenti ignifughi e antiscivolo, moquette, tendaggi, tessuti, pvc, scenografie certificati, in modo che in caso di incendio non sviluppino fumi tossici… Queste sono le regole che andrebbero sempre rispettate. E i comuni dovrebbero vigilare affinché lo siano.

Non è tutto: “Occorre anche che siano precisi i calcoli della portata strutturale dei capannoni – aggiunge Silvestro -. Ne abbiamo visti diversi in questi anni crollare sotto il vento o la neve. Ma finalmente sta iniziando in Ticino, a partire da settembre, l’apprendistato per tecnico di eventi e palcoscenico. Una formazione della durata di 4 anni, al termine della quale si ottiene un certificato federale. In Ticino questo tipo di profilo professionale non esiste ancora, ma io credo che avrà un futuro”.

emmebi

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