Prega in burqa al Fox Town, Giorgio Ghiringhelli non usa giri di parole: "Quanto accaduto a Mendrisio è uno schifo, un'indecenza inaccettabile. In molti Paesi islamici se un cristiano si mette a pregare così viene linciato"
"I fanatici islamisti provano sempre a infrangere le nostre leggi, le nostre regole, i nostri usi e costumi, appellandosi alla libertà di religione. Loro ci provano per vedere se vi sono reazioni. Se non ci sono, o sono blande, allora il fenomeno si estende e diventa la regola"
MENDRISIO – Sta facendo parecchio discutere il caso delle due donne, verosimilmente madre e figlia, immortalate da un nostro lettore nel parcheggio del Fox Town mentre snocciolavano la "ṣalāt al-maghrib" – la preghiera del tramonto – una delle quali indossa il burqa.
Dopo la presa di posizione del consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri e del consigliere comunale Massimiliano Robbiani, il quale ha presentato un’interrogazione al Municipio, e del candidato a Sindaco Marco Romano, non poteva mancare il parere di Giorgio Ghiringhelli, promotore dell'iniziativa popolare anti-burqa.
Il fondatore del "Il Guastafeste" manifesta il suo pensiero senza usare mezzi termini, definendo il caso come "uno schifo, un'indecenza inaccettabile". "La donna – dice il "Ghiro" a Liberatv –, non solo se ne va in giro in burqa in un Paese in cui da quasi due anni vige il divieto di coprire il volto in pubblico, ma si mette pure a pregare ostentatamente in un posteggio pubblico. In molti Paesi islamici se un cristiano si mette a pregare in modo così plateale viene linciato o imprigionato. Perché noi dovremmo accettarlo?".
Giorgio Ghiringhelli rincara la dose: "L’ho già detto in svariate occasioni, ma l'unica possibilità che abbiamo per liberarci da questa ideologia totalitaria e violenta, che presto o tardi causerà delle guerre civili in Europa, è quella di vietare questa pseudo religione almeno fino a quando essa non verrà profondamente riformata e adeguata ai nostri tempi".
Ghiringhelli ritiene che "dopo due anni dall'introduzione del divieto di dissimulare il volto, il periodo di tolleranza è ormai alle spalle". E aggiunge: "Sarebbe il caso di modificare la legge. A essere multati non devono essere solo i trasgressori, ma anche albergatori, esercenti e commercianti che tollerano la presenza di donne in burqa nei loro esercizi anziché chiamare la polizia e accompagnarle alla porta".
"I fanatici islamisti – continua – provano sempre a infrangere le nostre leggi, le nostre regole, i nostri usi e costumi, appellandosi alla libertà di religione. Loro ci provano per vedere se vi sono reazioni. Se non ci sono, o sono blande, allora il fenomeno si estende e diventa la regola. Se, invece, la reazione è ferma, allora anche gli islamisti si adeguano. Onestamente, credo che quando il divieto verrà introdotto anche a livello nazionale sarà più facile far rispettare la legge anche in Ticino".
Chiediamo a Ghiringhelli come si sarebbe comportato lui al posto del nostro lettore che ci ha inviato la foto in questione. "Avrei chiamato la polizia invece di rivolgermi al marito della donna. Con certa gente fanatica non si sa mai quali possono essere le reazioni. Avrei portato queste persone in polizia, tanto per far loro capire che non vale la pena venire a fare propaganda islamica in Svizzera".