Tutti (a sinistra) col Tra. "Un anno fa con Bello Figo si ascoltarono le minacce neonaziste, ora…". "Episodi simili possono portare alla chiusura di un locale"
15 agenti hanno effettuato un controllo al locale, durato oltre due ore, era presente anche una donna incinta che non si sentiva bene. La sorella del gerente, "ne ho viste di cose ma così mai". La Polizia parla del primo di una serie di controlli mirati, GISO, PS e POP insorgono
LUGANO – 15 agenti che effettuano un controllo in un locale luganese, dove si stavano svolgendo in contemporanea la riunione di un comitato di donne per decidere se aderire o meno a uno sciopero nazionale, un incontro per organizzare la trasferta a Berna per la Manifestazione contro il razzismo del 16 giugno e c’era gente che si godeva la serata. Qualcuno ha portato fuori delle sedie.
Il locale è il Biblio Café Tra l’altro, e il tutto, durato un paio d’ore, ha scatenato un putiferio. “Che un locale a Lugano debba ricevere la visita di decine di poliziotti con 10 volanti, debba vedersi ritirare i documenti di tutti gli avventori, aspettare che questi documenti vengano portati in centrale (!) per accertamenti, debba vedere una donna incinta vomitare in bagno e non poter uscire...e dover aspettare più di 2 ore per potersene andare...ne ho viste di cose, ma così mai”, ha scritto su Facebook la sorella del gerente, chiedendosi come mai altri bar non ricevono lo stesso trattamento.
La Polizia in giornata ha fatto sapere che questo è il primo di una serie di controlli mirati, per colpire fra l’altro l’uso di sostanze stupefacenti (a quanto pare, è stata trovata della marijuana dietro un cespuglio). Alla signora in dolce attesa sarebbe stato proposto di uscire ma non ha voluto. Insomma, getta benzina sul fuoco, ma la sinistra è furibonda.
Si sono fatti sentire un po’ tutti i movimenti, si potrebbe dire. La GISO è stata durissima, ricordando quanto accaduto un anno fa coi volantini contro Bello Figo: “Quasi un anno fa il concerto annunciato un anno fa del rapper Bello Figo aveva suscitato critiche e minacce da parte di sedicenti gruppi nazifacisti, spingendo la polizia ad annullare l’evento in quanto non era possibile “garantire la sicurezza”. Lugano si piega alle minacce neonaziste, mentre mostra i muscoli ai comuni cittadini e cittadine che si organizzano o semplicemente si bevono una birra di giovedì sera? Quello che ufficialmente si presenta come un regolare controllo dei documenti, suggerisce invece un’azione volta a disincentivare attività politiche profilate a sinistra e con partecipazione proveniente dal basso, dalla società civile. Una grave messa in dubbia della liberta d’espressione e d’organizzazione”.
La Polizia ha smentito, affermando di non sapere che fosse in corso la riunione.
Alcuni consiglieri comunali socialisti (Tessa Prati, Carlo Zoppi, Simona Buri, Nina Pusterla e l’indipendente Jacques Ducry) ne hanno voluto sapere di più e si sono rivolti al Municipio.
“1. Quali sono i motivi che hanno spinto la Polizia ad effettuare questi controlli? C’è stata una segnalazione ben precisa? C’era il sospetto concreto di una situazione di illegalità tale da giustificare l’impiego di un così grande numero di agenti? 2. Quanti e quali risultati sono stati ottenuti con l’intervento in questione? 3. Il Municipio ritiene l’intervento adeguato e proporzionato? Se sì per quale motivo? 4. Era necessario trattenere tutti gli utenti all’interno del locale per più di un’ora per effettuare il controllo documenti? Gli agenti hanno spiegato agli utenti i motivi del controllo e perché gli si sono stati richiesti i documenti? In caso siano presenti minori come si comporta la Polizia? 5. Visto il comunicato stampa della Polizia dove annuncia il "primo di un'operazione di controlli preventivi degli esercizi pubblici", ha intenzione di controllare le centinaia di locali pubblici sul suo territorio o procedere a campione? Se a campione quali criteri per la scelta?"
Nella nota, la Polizia parlava di segnalazioni da parte dei vicini. Il PS è comunque preoccupato: ”L’utilizzo così ampio di mezzi e risorse messo in campo sembra sia servito a scoprire alcune sedie di troppo rispetto al dichiarato e qualche infrazione di tipo amministrativo. Inoltre, l’impressione generata è che la modalità di intervento non è in linea con il principio di proporzionalità che la Polizia deve seguire. Episodi simili possono compromettere, l’economia del locale e portarlo anche alla chiusura. Anche altri locali e luoghi di aggregazione sono stati oggetto di interventi di polizia (es. Spazio Morel). Sembra quindi lecito domandarsi se il Municipio e la Polizia Comunale abbiano intenzione di dichiarare guerra alla movida Luganese a suon di controlli, retate e sanzioni”.
Anche il Partito Popolare Operaio, che non ha mezzi per farsi sentire ufficialmente, ha rivolto in un comunicato delle domande al Capodiscastero Michele Bertini: “Come giustifica un così grande dispiegamento di forze? Perché questo fermo è stato effettuato in concomitanza di riunioni di collettivi? Come giustifica il fermo durato più di due ore, il fatto che tutti i documenti siano stati portati in centrale e il trattamento disumano riservato ad una donna incinta che non ha potuto abbandonare il locale nonostante abbia manifestato un malessere? Quali informazioni sono state registrate riguardo alle persone presenti alla serata? Quale trattamento è riservato ai dati raccolti? Quanto è costato ai contribuenti l'intervento che ha mobilitato decine di agenti?”. Le risposte della Polizia infatti non convincono e l’intervento viene ritenuto esagerato.
Intanto, diversa gente sui social si è data appuntamento proprio al Bar Tra, per solidarizzare. Le forze dell’ordine hanno fatto sapere che ci sono delle violazioni di norme, in molti parlano delle sedie in più, che sarebbero state portate fuori dagli avventori. L’idea di chi si è recato era di cercare di procurare un incasso che aiutasse a pagare la probabile multa.