L'uomo, attivo nell’ambito delle politiche giovanili, respinge con fermezza ogni addebito e non è stato fermato dalla Procura per i reati contestatigli
Lo rivela la RSI che fornisce nuovi elementi sulla vicenda che vede coinvolto l’uomo, sulla sessantina, che il Consiglio di Stato ha sospeso dall’attività lavorativa a seguito dell’apertura dell’indagine. Contestualmente il Governo ha anche ordinato un’inchiesta amministrativa.
A subire la violenza carnale, riferisce sempre la radiotelevisione pubblica, sarebbe stata la donna che ha sporto denuncia, innescando il procedimento. Il funzionario e l’accusatrice, all’epoca dei fatti minorenne (siamo nella prima metà degli anni Duemila), ebbero una relazione di circa due anni. In quel contesto sarebbero avvenuti i soprusi. La violenza carnale, e soprattutto (per il numero di casi) la coazione sessuale. La ragazza si sarebbe cioè sentita obbligata ad avere rapporti intimi. E questo sia in ragione della differenza di età, sia del carisma che l’imputato esercitava su di lei.
Per quanto invece riguarda la seconda presunta vittima, pure lei minorenne all’epoca dei fatti, gli addebiti nei confronti del funzionario sarebbero meno pesati. La donna, infatti, al momento non si è costituita come accusatrice privata.
Ricordiamo infine che il dipendente del DSS, attivo nell’ambito delle politica giovanili, respinge con fermezza ogni addebito e non è stato fermato dalla Procura per i reati contestatigli. L’uomo è difeso dall’avvocato Niccolò Giovanettina.