Intervista al pilota ticinese tra Blancpain GT Series, CTCC, una parentesi in Corea e "il sogno Indycar". "Un evento come la F.E riempirebbe gli hotel da Mendrisio a Locarno, ma la Città..."
LUGANO – Stagione intensa e soddisfacente quella che sta concludendosi per Alex Fontana, protagonista in ben quattro campionati: il Blancpain GT Series, il CTCC (Cina), l’ELMS e il CJ Superace Championship, campionato di matrice coreana.
Tra una gara e l’altra siamo riusciti a incontrare lo “stakanovista del volante” per fare un bilancio della stagione, ma non solo. Con il driver ticinese classe 1992 abbiamo parlato anche del binomio Lugano e Formula E, di vita privata, del suo “lavoro” in qualità di commentatore alla RSI per la Formula 1 e molto altro ancora.
Alex, un’annata divisa tra Europa e Asia. Che voto dai finora alla tua stagione?
“È sempre difficile fare autocritica, però paragonandola alle stagioni precedenti posso darmi un voto positivo: direi otto su dieci. Durante questa stagione mi sono divertito tantissimo. A volte, quello del divertimento, è un aspetto che si trascura. Ho la fortuna di fare quello che mi piace come lavoro e questo sicuramente incide sul voto".
Hai qualche rimpianto?
“Sicuramente qualche risultato positivo lo abbiamo lasciato per strada. Mi riferisco alla gara di Silverstone, dove nel Blancpain era una vittoria di categoria assicurata, ma a causa di un errore al pit-stop abbiamo perso una gomma. Il mio obiettivo personale, però, era quello di guidare da professionista e cercare di portare il numero di gare stagionali a quindici”.
Obiettivo che raggiungerai alla fine dell’anno con le due tappe in Cina CTCC…
“Sì, con le ultime due gare dell’anno raggiungerò l’obiettivo prefissato, anche se non è esclusa ancora qualche partecipazione ad altri campionati da qui alla fine della stagione. Si tratta sicuramente di un risultato ambizioso, visto che nelle ultime stagioni non ho corso così tanto”.
Recentemente hai gareggiato anche in Corea. Quanto è gratificante per un pilota europeo essere ingaggiato in campionati al di fuori del “Vecchio continente”?
“Fa sicuramente piacere, soprattutto perché non avendo un manager sono occasioni che mi sono creato da solo con il lavoro in pista e fuori. Sarebbe bello poter gareggiare per 15-20 gare nello stesso campionato, ma non avendo ancora questa possibilità ho dovuto sapermi adattare a diversi stili di guida”.
Tornando in Europa, cosa puoi dirci del Blancpain GT Series?
“Il Blancpain GT Series è attualmente il campionato qualitativamente più importante al mondo per quanto riguarda il Gran Turismo. A livello di piloti, scuderie e circuiti è sicuramente un punto di riferimento nel mondo dell’automobilismo. Bisogna però riconoscere che è un campionato che non perdona. Con più di cinquanta vetture al via è facile e rimanere in mezzo alla mischia e restare totalmente inosservato”.
In calendario c’è anche la 24 Ore di Spa, una delle tappe più suggestive nel mondo delle corse. Come ci si prepara?
“È la gara più impegnativa della stagione. Il circuito è abbastanza complesso: ci sono rettilinei con qualche curva in mezzo ed essendo in mezzo al bosco, quando cala la notte diventa davvero buio. Ci si prepara chiaramente in anticipo. Bisogna cercare di aumentare la resistenza cardio, di allenarsi durante la notte e abituarsi all’alta temperatura. Arrivare preparati fisicamente è fondamentale perché se si è già stanchi dopo le prime tre/quattro ore di guida poi diventa difficile seriamente...”.
Nel tuo passato ci sono diverse esperienze al volante di una monoposto. Ti piacerebbe tornarle a guidare un giorno?
“Sicuramente a livello di guida pura è sempre bellissimo, anche se a come competizioni e gare preferisco il Gran Turismo perché si guida di più, ci sono più sorpassi. Mi piacerebbe, siccome una Formula 1 ho avuto la possibilità di guidarla (la Renault R30 della Lotus F1 nel 2013 ndr), poter tornare in Formula E o eventualmente avere una possibilità nell’Indycar americana".
Formula E, appunto, e Lugano. È un binomio possibile?
“Secondo me sì, però sembra quasi che la Città di Lugano stia aspettando in maniera troppo passiva che gli organizzatori dell’ePrix svizzero portino in riva al Ceresio la corsa. A mio avviso è un ragionamento sbagliato. Lavorando come commentatore alla corsa di Zurigo ho visto coi miei occhi l’interesse dei cittadini e turisti verso questa competizione. Lugano ha di nuovo la possibilità di rientrare a fare parte della Formula E ed elevarsi a città come New York, Parigi, Berlino, Roma. Un evento del genere gioverebbe all’intero settore del turismo cantonale: sarebbe capace di riempire gli hotel da Mendrisio a Locarno".
A partire dallo scorso anno commenti le gare di Formula 1 alla RSI. Ti piacerebbe seguire la strada da commentatore una volta appeso il casco al chiodo?
“Mi piace poter dare il mio input sia ai telespettatori più affezionati alla Formula 1 che a quelli “occasionali”. La F1 è diventata una categoria molto complessa e da fuori non sempre si riesce a vedere tutto. A me piace arricchire il commento con aneddoti su persone, team, piste che conosco, aggiungendo poi tutta la parte tecnica sul perché è successa una cosa piuttosto che un’altra. In un futuro le possibilità sono molteplici. La cosa interessante della collaborazione con la RSI è che lavoro nel weekend e di conseguenza è una professione che potrei fare in aggiunta a qualcosa d’altro. Dovessi appendere il casco al chiodo non c’è da dimenticare l’attività di famiglia (la Fontana Print ndr) e sarebbe giusto dare una continuità dopo mio padre e mio zio...”.