CRONACA
Massimiliano Minnocci, "Er brasiliano" che spopola sui social: "Sono l'ottavo re di Roma. A casa mia ci penso io, non lo Stato. E i tatuaggi di Hitler e Mussolini..."
L'ultras della Roma, ex cocainomane e condannato a cinque mesi, a 'La Zanzara': "Ai rom taglierei tutte e due le mani. In Italia manca qualcuno che fa un po' di pulizia..."

ROMA – A Roma lo conoscono tutti, tanto che "quando passo io la gente si mette sull'attenti. Io sono l'ottavo re di Roma". Massimiliano Minnocci, soprannominato "Er brasiliano" per via delle spiccate qualità a giocare a calcio, è un ultras della squadra giallorossa e sta diventando il nuovo fenomeno dei social (quasi 100mila followers).

"Er brasiliano", ex cocainomane condannato a 5 mesi, è intervenuto ai microfoni de 'La Zanzara' su Radio 24. Lo ha fatto a modo suo, parlando del suo passato ma anche di temi d'attualità nella capitale, come i rom, i migranti e la morte di Desirèe, la ragazzina di 14anni violentata e uccisa da un gruppo di extracomunitari.

"Cosa farei ai rom? A quelli che rubano taglierei tutte e due le mani. E gli immigrati? Dalle mie parti si stavano comportando male 'sti zozzoni. Non servono le guardie, perché qui la legge la faccio io. Questa è casa mia. Ci penso io, non lo Stato. Io posso sbagliare perché sono italiano, loro no perché sono ospiti in questo paese".

Minnocci parla anche dei numerosi tatuaggi che ha sul corpo. "Ho Hitler sul quadricipite, Hitler e Mussolini sulla balconata di Piazza Venezia. In Italia ci vuole un po' d'orine. Manca zio Adolfo che fa pulizia. Questi sono tatuaggi che rispecchiano la mia infanzia. Voi dite che è incompatibile con la cocaina e col casino allo stadio? È vero, ma Hitler prendeva gli allucinogeni...".

Poi torna sulla morte di Desirèe: "Quelli che l'hanno ammazzata dovrebbero metterli in mezzo ai comuni. Perché in carcere ci stanno i comuni. Non vanno messi nel braccio protetto, vanno messi in mezzo ai comuni. E fargli rompere il c**o come l'hanno rotto a quella poveraccia".

"Er brasiliano" a "La Zanzara" è un fiume in piena e non nasconde il suo passato. "La cocaina? È da un po' che non prendo niente, ma ho pippato l'ira di Dio, i grattacieli proprio. Ma non torno a pippare. Questa è un'altra vita. Ai ragazzini consiglio di non prendere sostanze stupefacenti".

E ancora: "Se mi attacchi sui social non sto zitto. Vengo a citofonarti sotto casa. Questo la gente lo deve capire. Ho preso cinque mesi di pena sospesa, ma quelli per me è come togliermi una coccola".

Colpito dal daspo fino al 2023, l'ultras della Roma parla del mondo del tifo organizzato riferendosi ai fatti avvenuti fuori da San Siro in occasione di Inter-Napoli la sera di Santo Stefano. "Chi parla con le guardie è un infame. Con loro non bisogna parlare, ma siamo matti. Questo è l'abc del mondo ultrà".

"Perché ce l'ho con le guardie? Mi hanno bevuto tutta la famiglia, è tutta la vita che perseguitano la mia famiglia. E non parliamo di giustizia. La giustizia ce la facciamo da soli...". 

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