CRONACA
Follia criminale a Trieste: un 29enne dominicano spara all'impazzata dentro e fuori la Questura e uccide due agenti
“Sembrava di essere a Beirut, non so quanti colpi sono stati esplosi, una infinità. Quell’uomo sparava a vista”, ha raccontato una poliziotta- Foto e video

TRIESTE - Tragedia ieri pomeriggio alla Questura di Trieste. Un 29enne dominicano ha ucciso du agenti di polizia. Tutto è iniziato con una telefonata: Carlysle Stephan Meran, 32 anni, dominicano con regolare permesso di soggiorno, chiama la centrale operativa e dice “lo scooter è qui con mio fratello, venitelo a prendere”. Suo fratello, Alejandro Augusto, 29 anni, aveva rubato quel motorino ieri mattina presto a una turista straniera che poi era andata a denunciare il furto.

 

Partono due volanti, a bordo anche i due agenti che poco dopo verranno uccisi: Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, 31 e 34 anni.

Gli agenti arrivano a casa dei due fratelli, li caricano sulle auto e li portano in Questura. Manca poco alle cinque del pomeriggio. Prima di arrivare Carlysle si sente in dovere di dire agli agenti “mio fratello è un po’ alterato”. Pare anche che fosse in cura in un centro di igiene mentale.

 

La volante si ferma davanti all’ingresso. I due fratelli non sembrano agitati, uno di loro si permette anche una battuta con una poliziotta in borghese che è lì davanti alla porta della Questura. Gli agenti li fanno entrare. Niente manette. Poi Alejandro Augusto chiede di andare in bagno. Rotta e Demenego lo seguono fino alla toilette di servizio. Lui entra e loro restano ad aspettarlo all’esterno.

 

Quando esce aggredisce i poliziotti e inizia una colluttazione. Quello che è successo poco dopo andrà ricostruito: non è chiaro se uno dei poliziotti abbia estratto la pisola e il dominicano gliel’abbia sfilata dalle mani oppure se sia stato lui stesso a prenderla dalla fondina che era un vecchio modello in cartone pressato e facile da staccare.

Non solo: nessuno dei due agenti aveva la cinghia di sicurezza estensibile che lega l’arma al cinturone.

In ogni caso: Alejandro Augusto si è impossessato dell’arma, ha minacciato l’altro agente pretendendo anche la sua pistola e ha iniziato a sparare, scaricando un intero caricatore, prima contro i due agenti e poi dove gli capitava per aprirsi la via di fuga. Uno dei poliziotti uccisi è stato colpito da due colpi di pistola al lato sinistro del petto e all'addome, mentre il suo collega è stato colpito 3 volte: alla clavicola sinistra, al fianco sinistro e alla schiena.

 

Vetri in frantumi, calcinacci, poliziotti che si riparano e rispondono al fuoco.

 

“Sembrava di essere a Beirut, non so quanti colpi sono stati esplosi, una infinità. Quell’uomo sparava a vista”, ha raccontato una poliziotta. Nel conflitto a fuoco uno degli agenti che inseguiva il killer viene ferito a una mano. L’assassino riesce comunque a uscire dalla Questura e apre il fuoco su una Fiat Panda della Squadra Mobile sparando alla testa degli agenti. Loro si buttano a terra appena in tempo per non essere colpiti e rispondono al fuoco, ma il giovane dominicato riesce a premere il grilletto altre 11 volte prima di essere colpito e cadere a terra.

 

Nel frattempo suo fratello si è rifugiato nel sotterraneo della Questura, dove viene fermato.

 

Ora, quello che si dovrà accertare è se siano state rispettate le procedure di sicurezza previste per casi del genere. E capire se, come sembra, Alejandro avesse cominciato a dare segnali di squilibrio psichico già ieri mattina. Qualcuno sostiene che proprio per le sue condizioni di instabilità mentale sia stato chiesto un intervento al 118.

Ieri sera sono proseguite all'esterno della Questura di Trieste i rilievi della polizia scientifica, che opera con torce e altri strumenti per raccogliere prove utili all'indagine, lungo il marciapiede e la strada adiacente all'edificio. Diversi gli agenti presenti, così come i militari dei carabinieri. Il sindaco ha proclamato un giorno di lutto cittadino.

 

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