L'uomo, un 28enne italiano, avrebbe spiegato ai colleghi che "non avevo le mani sul volante perché stavo firmando la cedola". Le parole del fidanzato della vittima: "Non si può morire così"
MILANO – Una donna è morta in seguito al grave incidente di sabato mattina in viale Bezzi, a Milano, dove un filobus e un camion per la raccolta dei rifiuti si sono scontrati violentemente (vedi articoli suggeriti). La colpa è tutta dell'autista del filobus, colpevole di non aver rispettato la precedenza semaforica. Lo schianto è stato inevitabile, il bilancio è tragico una donna morta e altri 17 feriti. L'uomo è stato iscritto al registro degli indagati per omicidio colposo e lesioni colpose.
Ma gli inquirenti vogliono fare piena luce sulla vicenda. Motivo per cui hanno acquisito le immagini di due telecamere che hanno ripreso l'incidente da prospettive diverse. L'inchiesta mira a capire per quale motivo l'autista si sia distratto alla guida e abbia ignorato il semaforo rosso. Tra i dipendenti dell'Atm – riporta il Corriere della Sera – gira una voce che spiegherebbe, ma non giustificherebbe, il terribile incidente. Lo stesso autista avrebbe riportato ai colleghi che "stavo firmando la cedola e ho staccato le mani dal volante". La cedola è una sorta di "diario di bordo" che tutti gli autisti devono compilare entro la fine di ogni turno di lavoro. Ma in tal senso le regole dell'Atm sono piuttosto chiare: la cedola deve essere firmata prima di entrare in servizio.
All'uomo – un 28enne siciliano – è stato sequestrato il cellulare. Obiettivo: capire se lo smartphone abbia prodotto traffico (messaggi, mail, dati, ...) nei momenti precedenti all'impatto (le 8:08 di sabato 7 dicembre ndr).
Chi era Shirley Calangi Ortega
Shirley Calangi Ortega. Si chiamava così e aveva 49 anni la donna morta nel tragico incidente di viale Bezzi. La donna era fidanzata con un 45enne italiano, Christian Ghinaglia, che ai media italiani chiede "giustizia" e racconta che "al momento dell'incidente era appena salita sul mezzo". Shirley era in italia dal 2007, quando aveva lasciato le Filippine, il Paese di cui era originaria. "Amava stare con i bambini, di lavoro faceva la tata. Adesso chiedo che chi ha sbagliato paghi, non si può morire così...".