A fianco al ragazzo che è morto ieri sera a Canobbio c'era la giovane di cui era innamorato: "Ho sentito un forte rumore, non lui urlare, forse non si è accorto"
CANOBBIO – Una caduta nel vuoto che ora comincia ad avere risposte. Il giovane 20enne che è morto ieri sera a Canobbio, inghiottito dal buco formatosi sul tetto dove era salito, era in compagnia di una ragazza. Su quel tetto saliva spesso, quando cercava un rifugio.
Ieri sera ha deciso di portarci N. Tra loro c‘era una forte amicizia, stava forse nascendo qualcosa in più. Come racconta lei, ancora sconvolta, a La Regione, erano nati lo stesso giorno. Lui era innamorato di lei.
“Soffro di vertigini e lui mi ha detto 'ti do la mano così non scivoli'. Sono passati solo pochi secondi e ci siamo lasciati perché andava più veloce... in quel momento ho sentito un rumore e lui è volato dritto di sotto... ho cominciato a tremare”, ha spiegato lei. In qualche modo, anche ferendosi, è riuscita a scendere. Il panico, comprensibilmente, l’aveva invasa: il pensiero era di aiutare L.
“Non ero neppure a distanza di un metro da lui... poi quel forte colpo ma non capivo a quale altezza mi trovavo. Non l’ho sentito urlare, forse non si è accorto”. Nessuno si aspettasse che il tetto in eternit cedesse.
La ragazza ha chiamato i soccorsi, in lei c’erano la voglia di chiedere aiuto ma allo stesso tempo di non lasciare l’amico. Il Care Team e la Polizia la stanno aiutando, le sono stati a fianco anche mentre doveva dire alla mamma di L. cosa era successo. Un compito senza dubbio difficilissimo.
Dal passato del giovane emerge anche una malattia, nel racconto della ragazza. “Non si meritava anche questo con tutto quello che ha passato! Eppure era sempre protettivo nei confronti di tutti”, è il so sfogo. Un urlo senza risposta, un perché che non troverà mai risposta.