Il titolare del capannone dove sono stati ritrovati: "Niente da nascondere. Quel materiale mi è stato dato da un museo"
BOLOGNA – È mistero dalle sfumature macabre a Bologna. Un rigattiere della zona è stato chiamato dal titolare di una società di sgombero di locali. Il compito era quella di liberarsi del magazzino. E fin qui, tutto normale. Poi succede che il titolare chiede al ragazzo se può liberarsi anche di circa quaranta barili gialli e di "buttarli da qualche parte in campagna".
Il rigattiere accetta di trasportarli. Non prima, però, di aver controllato il contenuto. E qui arriva la prima sorpresa. All'interno di uno dei barilli emerge un feto. La macabra scoperta si ripete per ogni contenitore, ognuno pieno di resti umani. Spavento e paura sono le prime reazioni del giovane che, timoroso di essere stato immischiato in un caso agghiacciante, comincia a filmare tutto e allerta la polizia.
I barili sono stati sequestrati e sono a disposizione della Magistratura per gli accertamenti del caso. Si indaga sull'origine dei barili. Il titolare del capannone si difende spiegando che i feti e resti umani provengono da un'università, che li conservava per motivi di studio e ricerca. "Non ho nulla da nascondere o di irregolare – spiega ai media –. Quel materiale mi è stato dato in custodia da un museo".